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Osi: Widmer e Flury, una poltrona per due

Dallo stato ‘ad interim’ alla piena ufficialità, per una soluzione che era in casa: prima dell’estate, come promesso, l’Osi ha un (doppio) dopo-Weidmann

Barbara Widmer, Direttore artistico; Samuel Flury, Direttore amministrativo
(Osi/Kikkas)
6 giugno 2023
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Per dirla con una frase fatta, il consiglio di fondazione pare abbia pensato che due teste funzionino meglio di una. «Direi di sì», dice un autoironico Samuel Flury. «È un concetto che si applica in tanti ambiti. Vale anche “quattro occhi vedono meglio di due”. Proprio non si può andare contro alcune frasi fatte, perché un fondo di verità ce l’hanno sempre. Nel caso specifico, ogni testa pensa al proprio ambito di competenza, è questa la filosofia che sta dietro questa decisione».

Riavvolgendo il nastro, è andata così. “Analogamente ad altre realtà culturali, si è optato per una soluzione al passo con i tempi, che non prevede più una, bensì due figure ai vertici, dividendo così la responsabilità artistica da quella amministrativa e finanziaria, attribuendo inoltre delle responsabilità congiunte nell’ambito della governance e della rendicontazione”. Con queste parole, la Fondazione dell’Orchestra della Svizzera italiana (Fosi) ha annunciato nel pomeriggio di ieri la nomina della nuova Direzione artistica e amministrativa. Barbara Widmer e Samuel Flury, subentrati al dimissionario Christian Weidmann (era il 9 giugno del 2022), perdono dunque lo statuto ‘ad interim’ in luogo della piena ufficialità.

“Tra un’ampia rosa di candidati valutati a livello nazionale e internazionale nell’ambito del concorso lanciato lo scorso mese di dicembre, e dopo un oculato processo di selezione basato su precisi criteri e diversi approfondimenti e colloqui personali con il gruppo ristretto di candidati selezionati – ha scritto la Fondazione – la scelta è ricaduta sulla Direzione ad interim, che si era pure congiuntamente e regolarmente candidata”. Una Direzione che entrerà in carica dal prossimo primo settembre.

Onore e felicità

Viaggiano entrambi sulla stessa auto in direzione tv, dove le loro parole saranno accompagnate da un volto e tutto il resto. Barbara Widmer è «onorata e felice», Flury altrettanto. Lui, su due fronti: «Da un punto di vista prettamente egoistico, ma soprattutto perché lavorare per l’Osi è in un certo senso una missione. Sebbene io non sia una figura di estrazione puramente artistica ma amministrativa, finanziaria ed economica, anche per me la musica è componente importante della mia vita. Anche per questo è un piacere e un onore poter lavorare al servizio di un’istituzione culturale come l’Osi». Non negano che il passaggio dallo status ‘ad interim’ a quello dell’ufficialità porti con sé cambiamenti: «Non dico che prima non avessi alcun tipo di responsabilità – dice Widmer – ma ora è più grande. Sicuramente, a livello di progettazione dovrò pensare ancor più oltre, avere una visione pratica e sviluppare le idee nel concreto»; quanto a Flury, «avere la responsabilità formalmente ufficializzata è un’altra cosa». Lavorativamente parlando, invece, poco cambia: «Negli ultimi otto mesi d’interimato – dice il direttore amministrativo – non abbiamo semplicemente, mi passi il termine, tenuto a galla la situazione, ma lavorato a diversi progetti nuovi. Nei prossimi mesi e anni, l’obiettivo è quello di dar loro continuità».

Fiducia

Il primo atto di Widmer da direttore artistico non più ad interim sarà «la grande tournée del prossimo aprile, e la programmazione dal 2024-25 in poi», perché se si parla di sfide precise «abbiamo appena presentato la prossima stagione, l’immediato è questo». Per i prossimi mesi e i prossimi anni, «mi attende il tema della successione del Maestro Poschner, e sarà una delle sfide più grandi». La sfida di Flury è «senz’altro la convivenza con Barbara in ufficio» (ride, ndr) e il suo primo atto non sarà un primo atto: «Stiamo lavorando già da tempo sulla volontà di aumentare il grado di autofinanziamento da parte del privato. Abbiamo avviato un progetto molto importante al fine di trovare più sponsor, di potenziare la filantropia, con l’obiettivo di dipendere il meno possibile, negli anni a venire, dalla mano pubblica, benché siamo già il fanalino di coda tra le orchestre professionali svizzere in termini di finanziamento pubblico».

Per concludere, pensieri di fine interimato: «È stato un grande test, una prova. E una fortuna», dice il direttore artistico. «Sono felice di avere accanto una persona con la quale mi trovo bene e che non ostacola minimamente i progetti artistici». Flury: «Abbiamo la fiducia del nostro consiglio di fondazione, che sappiamo contenere i nostri finanziatori e le altre persone che rappresentano istituzioni molto importanti per la nostra orchestra. Un consenso di questo tipo aiuta decisamente nel prendere con serenità questo compito».

Mario Postizzi

‘Il percorso ideale per l’orchestra’

“Non andremo in vacanza senza prima aver dato le informazioni che servono”. Ci aveva lasciato così Mario Postizzi, presidente della Fosi, al termine della presentazione della stagione 2023-24, e dopo un composto j’accuse ad alcuni Comuni poco ‘calorosi’ nel sostenere l’Osi. Ora le informazioni ci sono.

Avvocato Postizzi, come si è arrivati, o come si è tornati, a Widmer e Flury?

La scelta del consiglio di fondazione parte da un percorso che ha migliorato lo staff amministrativo, uno staff che è numericamente inferiore agli staff amministrativi di tutte le altre orchestre in Svizzera. Questo miglioramento ha permesso di concentrare poi l’attenzione anche sulla parte artistica che, a sua volta, aveva già una sua organizzazione. Flury e Widmer, nei rispettivi ambiti sono risultati convincenti. Il consiglio di fondazione, nel momento che stiamo vivendo, e in ottica di continuità, ha ritenuto che questa fosse la scelta migliore che si potesse prendere.

Quanti erano gli aspiranti?

Una settantina, al netto di coloro che mancavano dei requisiti formali, o di coloro che non conoscevano la lingua italiana, oppure non avrebbero mai voluto venire a star di casa nel Canton Ticino. Abbiamo svolto un lungo lavoro di ascolto per poi valutare se la soluzione esterna fosse comparabile con la validità di quella interna, per capire che la seconda ci garantiva il percorso ideale per l’orchestra.

Si è trattato di una scelta unanime?

È stata una scelta ampiamente condivisa. Non si deve dimenticare che Widmer e Flury hanno svolto in modo eccellente il proprio lavoro negli ultimi dieci mesi, in un momento non facile, dimostrando competenze amministrative e artistiche. Non dimentichiamo nemmeno che il 2024 sarà cruciale per noi sotto il profilo del maggiore sostegno finanziario a favore dell’orchestra. Per questa ragione dovevamo essere subito operativi, in modo convincente.

Ora l’Osi può pensare al dopo Poschner…

La scelta del sostituto del Maestro Poschner sarà effettiva a partire dall’autunno del 2025, ma già dall’autunno/inverno 2023-24 si deve cominciare a valutarla. È un processo entusiasmante ma che richiede rigore e attenzione. Grazie anche al prestigio dell’orchestra, credo che attireremo l’attenzione di direttori dal profilo importante, anche internazionale.


Ti-Press
Mario Postizzi, presidente della Fondazione Orchestra della Svizzera italiana (Fosi)

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