Musica

Una stagione con l’Osi al centro

Dai problemi, la sfida per reinventarsi e valorizzare un patrimonio umano e artistico: è il 2023-24 dell’Orchestra della Svizzera italiana

Sul Cassarate
16 maggio 2023
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“La grande musica, il nostro pubblico e la voglia di continuare con nuove e curiose sfide”. È il claim della stagione 2023/24 dell’Orchestra della Svizzera italiana, più brevemente detta Osi, presentata ieri nella Hall del Lac gremita, come gremite sono state le sale concerto che l’hanno vista all’opera sino a oggi, al Lac e dintorni (intesi come sale estere). Non sono un segreto i problemi finanziari interni, ma le sfide, di solito, non nascono dall’idillio (o almeno non sempre). Per la nuova stagione, l’Osi dichiara di voler mettere al centro sé stessa, ovvero i suoi musicisti, il direttore principale Markus Poschner e le novità.

Prima di riferire sulla musica, però, aggiorniamo la successione di Christian Weidmann, direttore artistico-amministrativo, ruolo al momento ricoperto da Barbara Widmer, direttore artistico Osi ad interim, e da Samuel Flury, direttore amministrativo Osi, sempre ad interim: “La commissione non ha ancora ultimato il suo compito, molti dei candidati hanno richiesto massima riservatezza, una decisione non è ancora stata presa”. Così risponde Mario Postizzi, presidente della Fosi (Fondazione per l’Orchestra della Svizzera italiana) interrogato in merito. “Ma non andremo in vacanza senza prima aver dato le informazioni che servono”.

Il programma

Illustrati da Barbara Widmer, sono dieci gli appuntamenti di ‘Osi al Lac’. Per i dettagli rimandiamo a osi.swiss. In sintesi: il 29 settembre, Poschner dirige la prima sinfonia di Mahler e Vier letzte Lieder di Strauss per soprano e orchestra, dove soprano sta per Erica Eloff; il 19 ottobre è la volta del direttore ospite principale Krzysztof Urbański, nel Concerto per violoncello di Elgar (solista Daniel Müller-Schott) e in Sherazade di Rimskij Korsakov; il 9 novembre, Poschner è con Nils Mönkemeyer alla viola, in un programma che include Scelsi, Braunfels e la seconda sinfonia di Bruckner. Il 23 novembre, Robert Trevino dirige la quinta sinfonia di Ralph Vaughan Williams e la Nuite d’été per mezzosoprano e orchestra di Berlioz, con Justina Gringytė. Il 7 dicembre, serata al femminile con Giedrė Šlekytė a dirigere la Sinfonia n. 4 di Schumann e il Concerto per violino e orchestra di Édouard Lalo, solista Alexandra Soumm.

L’8 febbraio, Juraj Valčuha dirige l’Eroica e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 di Bartók, con Piotr Anderszewski al pianoforte. Il 22 febbraio torna Urbański per un programma che include Piazzolla, e la fisarmonica è nelle mani di Ksenija Sidorova. Il 14 marzo, David Zinman dirige la Pastorale di Beethoven e il Concerto per violoncello e orchestra di Schumann, e il violoncello è quello del norvegese Truls Mørk. L’11 aprile, Poschner dirige (anche) il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Rachmaninov, con Anna Vinnitskaya al pianoforte. Il 25 aprile, Julian Rachlin in un programma che include il Concerto per violino e orchestra di Mendelssohn, solista Veronika Eberle.

Quattro sono gli appuntamenti di ‘Osi in Auditorio’: allo Stelio Molo, nella rodata formula del Play&Conduct, sono attesi Alexei Ogrintchouk (oboe, l’11 gennaio), Maximilian Hornung (violoncello, il 18 gennaio), Maurice Steger (flauto, il 25 gennaio) e Sergej Krylov (violino, il primo di febbraio)

Altre attività

L’Osi torna a Bellinzona con i concerti del Venerdì Santo, alle Officine, in San Biagio e l’Open Air di Banca Stato. Del ritorno alle Settimane Musicali di Ascona avevamo scritto, delle co-produzioni con il Lac scriviamo: San Silvestro con Urbański e il violoncellista Kian Soltani, il festival Presenza con Sol Gabetta (ospite la violinista Patricia Kopatchinskaja). E il direttore del Lac Michel Gagnon annuncia il coinvolgimento dell’Osi nel prossimo Lugano Dance Project.

C’è poi l’Osi che espatria: un tour austriaco quest’estate e uno tedesco che nel 2024 toccherà, tra le altre, le sale di Monaco di Baviera, Stoccarda, Essen e Freiburg. E c’è l’Osi su disco, ovvero la quinta e la sesta sinfonia di Pëtr Il’ič Čajkovskij del progetto ‘Tracce’, in ottobre per l’etichetta Claves. Tornano i Concerti per le scuole e per le famiglie, appena conclusi, torna il be connected per avvicinare il pubblico non necessariamente ‘classico’: per il ‘Back to school’, l’Osi ricambia l’ospitalità degli alunni della Cantonale di Bellinzona e del Cpt di Trevano accogliendoli allo Stelio Molo (16 novembre); rilancia i ‘Lunch with Osi (i pranzi in musica nella Hall del Lac) e si sposta al PalaCinema per il concerto di Halloween denominato ‘Chi ha paura dell’Osi’ (27 ottobre).

La collaborazione con LuganoMusica è un omaggio agli 80 anni di Francesco Hoch. A giugno 2024, infine, il progetto ‘Io, tu e l’Osi’, che porterà musicisti non professionisti della Svizzera italiana a suonare con l’orchestra al Lac (evento di prossimo annuncio).

Parole e numeri

Un passo indietro, all’inizio dell’incontro. La neo consigliera di Stato e neo direttrice del Decs Marina Carobbio ha promesso il dovuto supporto a quello che è “un veicolo della nostra identità linguistica e culturale” (l’Osi). Il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco ha invitato i Comuni diversi da Lugano (e da Bellinzona, che il suo lo fa, dice) a sostenere finanziariamente l’orchestra “anche se non suona nella piazza del proprio Paese”; Poschner, scevro da riferimenti economici, ha parlato di “responsabilità nell’ispirare persone, confortarle, farle riflettere e unire”. A nome dello “sponsor co-produttivo”, e cioè quella Rsi che “trasforma in prodotto quel che l’orchestra suona”, Gian-Andrea Costa, responsabile settore Eventi e musica Rsi, ha dato “per assodato“ il rinnovo della convenzione pur in mancanza di un’ufficialità. La decisione è ponderata perché “non stiamo parlando di un rinnovo annuale, ma del rinnovo di una progettualità”. Costa annuncia che nella stagione a forte componente femminile la Rsi co-produrrà ogni concerto con presenza femminile.

Sono queste altre voci dell’incontro di ieri. Nel merito di una rapida contabilità è entrato Samuel Flury, numeri alla mano della situazione non rosea delle casse dell’Osi. Si è attinto dai risparmi – misura “non sostenibile sul medio-lungo periodo”, ha detto Flury – ma la direzione è intervenuta con l’aumento della quota di autofinanziamento e potenziando il fundrising. C’è una novità anche in campo prettamente contabile e riguarda il bilancio, che da quest’anno è consultabile non soltanto dagli sponsor ma anche dal pubblico, su www.osi.swiss/rendiconto. A questo indirizzo ci sono anche le cifre entusiasmanti del post pandemia: 43mila spettatori in sala, 74 concerti suonati, 47 programmi unici, 27 repliche, 90% di occupazione media delle sale, che arriva a 93% per i concerti Osi al Lac. 16mila i follower sui social media.

The End

L’Osi aprirà il 76esimo Locarno Film Festival sonorizzando ‘The Lodger’, film muto diretto e prodotto da Alfred Hitchcock nel 1927. Chiudiamo su questa notizia, ma alla maniera del cinema, con i titoli di coda: Sébastien Galley e Serena Basandella (tromba), Zora Slokar e Vittorio Ferrari (corno), Fabio Costa (trombone), ovvero l’Osi Brass che ha proposto – caldamente, come un ensemble di ottoni sempre dovrebbe – tre momenti di musica suonata: una ‘citazione’ da Mahler (rimarcando l’apertura di stagione), una dalla Carmen di Bizet (Osi in Auditorio con Sergej Krylov) e ‘Trois Pastels sur la Belle Epoque’ di Jean-François Michel. Tre momenti che nel fluire tipico della conferenza ci hanno connesso alla musica, all’incontro e all’orchestra, patrimonio di tutti.

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