Nomine Osi

Fasolis: ‘Concorso farlocco’. La direzione Fosi: ‘Insinuazioni’

La Fondazione Orchestra della Svizzera italiana prende posizione sugli scritti social del Maestro che, a ruota, invoca ‘il tribunale’

Diego Fasolis (sx) e Mario Postizzi, presidente della Fosi
(Ti-Press)
9 giugno 2023
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“Il Consiglio di Fondazione (CdF) della Fondazione per l’Orchestra della Svizzera italiana (Fosi), preso atto delle pubbliche esternazioni sui social media del Maestro Diego Fasolis relative alla recente nomina della Direzione della Fosi, e a seguito delle sollecitazioni da parte dei media, si sente in dovere di comunicare quanto segue”. Si apre così la presa di posizione della Fosi firmata da Mario Postizzi, a nome dell’intero consiglio di fondazione. Lo scopo è quello di “non lasciare in sospeso le affermazioni contenute nei post pubblicati dal Maestro, in quanto come diremo più sotto imprecise, inopportune e non corrispondenti ai fatti”. Affermazioni contestate in cinque distinti punti.

L’antefatto. Lo scorso 5 giugno, la Fosi ha comunicato l’identità dei due successori di Christian Weidmann, dimessosi lo scorso anno dalla doppia carica di direttore artistico e amministrativo. Dal prossimo primo settembre lo sostituiranno Barbara Widmer e Samuel Flury, che già lo stavano sostituendo dal primo ottobre dello scorso anno, entrambi ad interim.

In tre articolati e ‘focosi’ post affidati a Facebook, Diego Fasolis ha espresso dubbi sulla regolarità del concorso, sulla competenza dei neoeletti e di chi ne ha avallato l’elezione. La Fosi replica ora “per evitare malintesi in seno all’opinione pubblica, in particolare in relazione alle scorrette affermazioni, e alle insinuazioni ad esse legate, espresse pubblicamente da Diego Fasolis”; lo fa “per il bene della Fosi e delle Professoresse e dei Professori d’Orchestra, nel rispetto della Direzione artistica e amministrativa nominata e infine dell’ammirazione che i sostenitori e l’opinione pubblica hanno nei confronti dell’Orchestra”.

‘Farlocco’

I cinque punti. “Nei giorni scorsi mi hanno scritto e telefonato un certo numero di candidati di peso. Pare che nessuno di loro sia stato mai sentito”, scrive Fasolis il 7 giugno. E nel punto 1 della presa di posizione della Fosi, si legge: “La selezione dei candidati è stata oggetto di un intenso quanto preciso lavoro. Beninteso, il processo è stato sostenuto da numerose referenze e approfondimenti. Nel corso della selezione sono stati naturalmente invitati per dei colloqui personali i candidati selezionati. Tutti i candidati personalmente incontrati, tra cui alcuni con passaporto internazionale, una volta informati della decisione finale hanno spontaneamente ringraziato e fatto risaltare un’ottima interazione nei vari scambi con il Comitato direttivo Fosi”. Fosi che riassume – punto 2 – la regolarità della procedura: “Il Comitato Direttivo Fosi ha presentato la proposta di nomina della Direzione artistica e amministrativa al Consiglio di Fondazione. Quest’ultimo ha condiviso la proposta senza alcuna opposizione, con decisione di nomina. In fase immediatamente successiva i Musicisti (inclusa la Commissione del personale e artistica) e il Direttore principale dell’Osi sono stati correttamente informati in merito a tutto il processo di selezione, in parallelo all’uscita del comunicato stampa relativo alla nomina, nel rispetto del dovere di riservatezza delle persone che si sono candidate”.

Dallo stesso post del 7 giugno, il passaggio saliente delle esternazioni di Fasolis: “Impensabile che un profilo come il mio e di altre persone di esperienza e gran peso non generi un incontro. La verità potrebbe essere che, come si era fatto con Weidmann, si individui una soluzione e poi non si faccia o si faccia un concorso ‘farlocco’ per poi andare alla soluzione già immaginata”. Postizzi, punto 3: “Non corrisponde assolutamente al vero che si sia trattato di un concorso ‘farlocco’ come sostiene Diego Fasolis. I nuovi direttori infine nominati si sono infatti candidati regolarmente al concorso, senza sollecitazione alcuna, verso fine febbraio”.

Consenso

Fasolis afferma che il suo consenso presso l’orchestra sarebbe stato plebiscitario. “Io avevo risposto alla domanda della maggioranza dell’orchestra (90%) per aiutare con la mia esperienza una transizione importante per il Paese verso la Città della Musica”, scrive il Maestro. “L’unico direttore musicale e artistico di fama mondiale ticinese, titolare degli altri due complessi professionali attivi nel Paese, che ha diretto l’Osi durante 30 anni, non meritava di essere almeno ascoltato dalla commissione?”. Postizzi dichiara che “la candidatura del Maestro Fasolis sarebbe stata la benvenuta dal punto di vista dell’Orchestra, così come quella di qualsivoglia altro candidato o candidata”, ma afferma che “non corrisponde invece assolutamente al vero che il 90% dei musicisti dell’Osi abbia sollecitato Diego Fasolis a candidarsi quale Direttore della Fosi”. Fosi che – continua Postizzi – continuerà a perseguire, nella continuità e nella qualità del lavoro dell’Orchestra, tutti gli obiettivi condivisi dal Consiglio di Fondazione, così da garantire l’importante valore culturale dell’Osi anche negli anni a venire”.

Vie legali?

"Non far conoscere i candidati per una posizione finanziata da denaro pubblico è contro la buona usanza e creanza. Dal punto di vista legale, un concorso con indicazione precisa del ruolo di una sola persona non può essere diviso tra due”, replica a ruota Fasolis, ammettendo l'essere le sue affermazioni “un po' colorite” ("per addolcire l'incazzatura”), ma garantendo che "corrispondono al vero". E aggiunge: “L'abuso è talmente grave che i miei interventi non sono solo opportuni ma doverosi”, tanto che la vicenda potrebbe avere strascichi extra social: “Vedremo eventualmente cosa potrà dire il tribunale in proposito”.

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