A larga maggioranza il Nazionale approva una serie di postulati presentati dalla Commissione dell'economia e dei tributi
Il ‘caso Credit Suisse’ dovrà essere esaminato anche sotto un profilo più economico. Lo ha deciso nella sessione ‘open end’ il Consiglio Nazionale approvando – 127 voti contro 43 – con una serie di postulati della Commissione dell'economia e dei tributi.
Il Consiglio federale dovrà esaminare l'importanza della fusione fra Ubs e Credit Suisse per l'economia nazionale. Dovrà spiegare come si possono garantire e rafforzare ulteriormente i vantaggi per l'economia svizzera e il settore delle esportazioni e se è necessario intervenire a livello di competenze, risorse o strumenti supplementari dell'autorità della concorrenza. La Commissione della concorrenza inoltre dovrà procedere a un'analisi corretta della fusione.
L'esecutivo dovrà pure mettere a confronto gli strumenti della Banca nazionale svizzera con quelli di altre banche centrali ed elaborare proposte su come potrebbero essere ampliati. Dovrà anche illustrare quali modifiche devono essere apportate alla legislazione ‘too big to fail’ affinché il caso Credit Suisse non si ripeta per una banca di rilevanza sistemica nel caso di corsa agli sportelli.
Sono necessari inoltre uno o più studi che analizzino le ulteriori cause che possono aver condotto al fallimento di Credit Suisse e contribuito alla destabilizzazione dei mercati finanziari, in particolare gli effetti dell'incremento dei tassi di interesse, la tipologia dei crediti concessi da Credit Suisse, gli effetti di operazioni speculative con prodotti derivati, il ruolo del trading algoritmico, del trading ad alta frequenza, delle agenzie di rating e degli organi di revisione.
Infine il governo dovrà illustrare quali interventi regolatori possono entrare in considerazione per le banche di rilevanza sistemica e come vanno valutatele loro ripercussioni. Nel postulato si citano in particolare lo scorporo della parte bancaria nazionale, della parte relativa agli affari d'investimento internazionali o di altri comparti commerciali rischiosi, prescrizioni più rigorose o un eventuale divieto delle operazioni per proprio conto, la compensazione differenziata dei rischi da parte delle banche di rilevanza sistemica per la garanzia statale, il rafforzamento delle competenze e dei doveri della Finma e norme più severe in materia di responsabilità per gli organi decisionali.