Svizzera

Norma ‘too big to fail’ alla lente del Consiglio federale

Il Governo si dà un anno di tempo per stilare il rapporto sull'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. E si chinerà pure su altri aspetti

Al pettine fine
(Keystone)
6 aprile 2023
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Il Consiglio federale si è impegnato a presentare entro un anno un rapporto sull'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. Il Governo raccomanda l'adozione di dieci postulati in questo senso presentati da varie commissioni parlamentari. L'analisi affronterà diversi temi, tra cui la norma too big to fail.

Il Consiglio federale ritiene che gli eventi che hanno portato all'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs e le misure adottate dalla Confederazione debbano essere esaminati in modo approfondito, scrive l'esecutivo nella sua risposta ai postulati pubblicata oggi.

Le conclusioni saranno presentate al parlamento entro un anno in occasione della pubblicazione del prossimo rapporto del Consiglio federale sulle banche di rilevanza sistemica. Nel documento figureranno analisi esterne. Vi troveranno risposta le domande sollevate nei postulati, promette l'esecutivo.

All'origine degli atti parlamentari vi sono la Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale, le Commissioni delle finanze dei due rami del parlamento nonché la Commissione degli affari giuridici della Camera del popolo. I deputati vogliono evitare il ripetersi di un tale fallimento.

Inasprimento delle norme?

I postulati riguardano vari temi. Ad esempio, chiedono di identificare i fattori che hanno portato al crollo di Credit Suisse e le ragioni per cui le norme sulle banche dette del "too big to fail" (così denominate perché relative alle banche di rilevanza sistemica, troppo grandi per fallire), ma anche di esaminare gli strumenti a disposizione della Banca nazionale svizzera in caso di crisi.

In merito alle regole too big to fail, i parlamentari interrogano il governo sulla necessità di rafforzarle. Sollevano in particolare i punti relativi ai fondi propri, all'opportunità di separare le attività svizzere da quelle internazionali, ai bonus, al rafforzamento dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari e alla possibilità di introdurre regole più severe in materia di responsabilità.

I deputati chiedono inoltre un rapporto sul futuro colosso bancario nato dall'integrazione di Credit Suisse in Ubs in relazione alla stabilità e ai rischi per la piazza finanziaria nel suo complesso e dal punto di vista del diritto della concorrenza. Le responsabilità degli ex e degli attuali dirigenti dovranno essere analizzate per valutare possibili azioni legali.

Sessione straordinaria

Tutti questi temi saranno discussi la settimana prossima, dall'11 al 13 aprile, nella sessione straordinaria del parlamento dedicata esclusivamente al crollo di Credit Suisse. Va notato che le commissioni non hanno presentato mozioni, atti parlamentari più vincolanti per il Consiglio federale.

Le Camere dovranno anche approvare le garanzie della Confederazione sui prestiti della Banca nazionale per l'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. La somma ammonta a 109 miliardi di franchi. La Delegazione delle finanze (una delegazione permanente delle Commissioni delle finanze delle Camere federali) ha approvato le garanzie lo stesso giorno in cui è stato annunciato il salvataggio di Credit Suisse, lo scorso 19 marzo. Le due Camere non hanno scelta: un rifiuto non avrebbe alcun effetto legale.

La questione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda non è all'ordine del giorno: gli Uffici dei due Consigli non hanno ancora raggiunto un accordo.

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