la recensione

‘Last Christmas’ e la nostalgia da ‘Babbo Bastardo’

Non è la storia di George Michael, è un cinepanettone in cui tutto – anche la musica ed Emma Thompson – finisce in melassa. P.s.: giù le mani da ‘Love actually’.

Emilia Clarke, tutta occhi, sopracciglia e buffe faccine (© Universal Pictures)
19 dicembre 2019
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Gli inglesi sanno fare bene almeno tre cose: il brit pop (lo dice il nome, lo dicono gli Wham!), il tè (che non è esattamente come fare una buona pastiera napoletana) e film di Natale come ‘Love actually’. Premessa: ‘Love actually’ è un cinepanettone che devono vedere tutti, anche gli amanti del death metal, una cosa onesta che nulla ha a che fare coi fratelli Vanzina, un prodotto così brit-nazionalpopolare e ispirato da toccare i cuori dei più strenui haters del genere natalizio, oggi fruibile 365 giorni l’anno.

E allora, quando a fini promozionali si avvicina ‘Love actually’ di Richard Curtis – un britannico, co-creatore di Mr. Bean – a ‘Last Christmas’ di Paul Feig – uno statunitense, regista de ‘Le amiche della sposa’ – allo spettatore medio che dalla notte di Natale 2003 è ancora sull’uscio di casa di Keira Knightley a farle la dichiarazione d’amore girando fogli di carta, o a soffrire per la dignità di Karen, moglie tradita nel giorno più bello dell’anno, allo spettatore medio, si diceva, viene nostalgia da ‘Babbo Bastardo’’, delizioso sberleffo cinematografico ai buoni sentimenti.

La cacca di piccione

Da oggi al Cinestar di Lugano c’è la storia di Katarina (Emilia Clarke, ‘Games of Thrones’), immigrata e figlia d’immigrati a Londra dall’ex-Jugoslavia che ci tiene a farsi chiamare Kate; tutta occhi, sopracciglia e buffe faccine, maldestra, senza fissa dimora per non tornare in famiglia dalla lugubre madre (Emma Thompson, co-sceneggiatrice), poco fortunata con gli uomini, poco convinta delle proprie doti canore – “Entrambi cantanti e sottovalutati nella nostra epoca”, dice specchiandosi in George Michael – Kate lavora vestita da elfo nel negozio di gadget natalizi dell’imprenditrice cinese Natalia (nome ad hoc che solo i cinesi).

Un bel giorno, Kate incontra il bel Tom per un fatto di cacca di piccione (è lunga da spiegare); dopo qualche resistenza di lei, sulle note di 'Praying for time' dell’ex-Wham!, lui accende per lei in piena notte una pista di ghiaccio chiusa al pubblico (per una cosa così, un uomo dovrebbe essere portato all’altare il giorno dopo). Ma Tom è diverso: tiene il natel nella credenza, ogni tanto sparisce, dice che aiuta i senzatetto, ma l’associazione che aiuta i senzatetto non sa davvero chi sia quel ragazzo che aiuta i senzatetto; succede poi che Kate e Tom si baciano, ma senza fare niente (“sarà bellissimo lo stesso”, cit.); lei diventa migliore, lui continua a latitare e, a pensarci bene, per essere un ometto ha la casa un po’ troppo in ordine... Oltre non andremo, avendo già rovinato l’inizio, per non rovinare il finale.

Il fritto

Per capire di cosa si parla in ‘Last Christmas’, oltre al fatto che è Natale, gli amanti dei quiz prendano alla lettera la prima strofa della canzone. Quanto alla musica, gli Wham!, e George Michael da solo non di meno, sono come il fritto: qualsiasi cosa abbia come colonna sonora ‘Last Christmas’ dovrebbe essere saporita. E ‘Last Christmas’, il film, non ha la doratura dei migliori gamberoni da servire in tavola la sera della Vigilia.

In questo film che trasuda anni ‘80 e ‘90 – Kate ha la suoneria degli Inxs, e quando ride somiglia tanto a Heather Parisi (o a una delle Bananarama) – gli spunti lasciati agonizzanti non sono pochi: a cominciare dalla Londra del 2017 in cui la storia è ambientata, con la Brexit sullo sfondo e con mamma Petra (Thompson) la cui balcanica ironia annega nella melassa generale, calorie che rendono sin troppo calorica anche la satira (“Quelli ci odiano, ci manderanno tutti via. Io lo so come inizia, ti puntano un dito contro...”, seguito più tardi da un antitetico “È tutta colpa dei polacchi”).

Alla fine, ipercalorico diventa pure il colpo di scena, che zuccheroso non sarebbe, anzi, e di ironia ne chiamerebbe poca. Poco lustro anche a grandi canzoni come ‘One more try’, di sottofondo in un pub londinese, in una pellicola che – tornando per l’ultima volta a ‘Love actually’ – riuscirebbe al massimo ad esserne uno degli episodi (Fine).

Christmas spoiler (per sapere come va a finire):

Kate, vestita da Grinch, canta ‘Last Christmas’ davanti a una platea festosa. Ma il finale è un’altro e non lo sveleremo. Perché anche il nostalgico di ‘Babbo Bastardo’ potrebbe provare a riappacificarsi con l’universo (e con la chirurgia) in questo film che alza i trigliceridi ed è un’occasione persa.

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