Ticino7

Dedicato a Babbo (ma diffidate delle imitazioni)

'Let it snow! Let it snow! Let it snow!' ed altri pregevolissimi inganni musicali nella notte più magica dell'anno

'Ho ho ho!' (foto: Bruce Mars)
24 dicembre 2018
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana

Passano gli anni e ancora nessuno sembra aver soppiantato Babbo Bastardo, il Babbo Natale alcolizzato che tenta di svaligiare un centro commerciale, impersonato da Billy Bob Thornton nell’omonima pellicola. Questo piccolo capolavoro di cinismo, irrispettoso nei riguardi di tutti, persino dei bimbi – “Tu sei Babbo Natale?”. “No, sono un contabile. Indosso questo stupido vestito perché è fashion” – torna ogni anno a confrontarsi con Blizzard, la renna di Babbo Natale nell’eterna lotta tra il bene e il male. Anche la musica ha il suo Natale politicamente scorretto, ivi riassunto in quella che vuol essere una raccolta dei momenti natalizi meno convenzionali messi in forma di canzone. Un piccolo e forzatamente incompleto viaggio tra contraddizioni, provocazioni e cattiverie gratuite sulla festa per eccellenza, con una finestra – assai più rispettosa – su alcune storiche composizioni, pregevolissimi inganni sonori dalla genesi imprevedibile...

Sfortune di Natale

Non per tutti il Natale è sinonimo di allegria. Per chi non masticasse di armonia, la tonalità 'minore' è generalmente quella delle canzoni tristi (La canzone di Marinella, che scivolò nel fiume a primavera); quella "maggiore" abbonda invece nelle canzoni felici (Generale, la guerra è finita, il nemico è battuto). Ha dunque una sua triste genialità l’allegra Jingle Bells cantata in minore dai sette vocalist dell'Anonima Armonisti. Nel finale del relativo videoclip, la piccola fiammiferaia dà (giustamente) fuoco all'albero con tutte le palline per riscaldarsi come si deve, lei che nella sua favola alla fine muore e invece Cappuccetto Rosso salva la pelle.

Per la serie “c'eravamo abbastanza amati” – parafrasi che si deve alle Luci della centrale elettrica, band italiana qui citata solo per l'attinenza con le luminarie cittadine –, posticiperemo Last Christmas degli Wham ad altra sezione per concentrarci invece su Notte di Natale di Claudio Baglioni, storia di lui che attende lei per tutta la notte della Vigilia del 1971. “Dio, ma che Natale è questo mio, tu stai nascendo e muoio io”, canta Baglioni, con riferimento al bambinello nella mangiatoia (se ne sconsiglia l'ascolto dopo il cenone, ancor meno se nessuno vi ha invitati a un cenone).

Il Natale dello sfigato ha il suo manifesto in Fairytale of New York degli irlandesi Pogues con Kirsty MacColl (1987). Tra rimandi onirici e citazioni irish, la canzone – dall'alto tasso di epiteti – è un battibecco tra sopravvissuti all'alcol e alle droghe. Quanto a River di Joni Mitchell, dal capolavoro Blue (1971), è divenuta natalizia nonostante la profonda tristezza di fondo. C’entra, forse, il cinepanettone inglese Love Actually, che della Mitchell utilizza pure Both Sides Now di sottofondo a Emma Thompson che sperimenta il tradimento coniugale. Come non citare, malgrado l’universalità stagionale del pezzo, il Babbo Natale colpito a morte nel videoclip La verità del cantautore Brunori Sas?

Happy (Jewish) Christmas

E se vi dicessero che almeno metà dei classici dedicati al Natale non è stato scritto da compositori cristiani, bensì ebrei? L’autore di White Christmas è lo statunitense Irving Berlin, nato Izrail' Moiseevič Bejlin in Bielorussia da famiglia ebraica emigrata a New York. L’autore di Winter Wonderland è Felix Bernard, nato Felix William Bernhardt, sempre di origini ebraiche. Si deve invece a Sammy Cahn, all’anagrafe Samuel Cohen, figlio d’immigrati dalla Galizia, il classico della neve che cade chiamato Let It Snow! Let It Snow! Let it snow!, composto in giorni di piena canicola californiana con intento tutt’altro che natalizio.

Il testo di Let It Snow! Let It Snow! Let it snow! è di Jule Styne (Julius Kerwin Stein), di famiglia ebraica emigrata dall’Ucraina, anche autore di The Christmas Waltz e, fuori stagione, Diamonds are A Girl’s Best Friends, cantata da Marilyn Monroe. A proposito di Marilyn e di autori ebraici, anche la bionda icona cantò Santa Baby, letterina nella quale a Santa Claus si chiedono pellicce, uno yacht e tanti gioielli: del brano esiste una versione della pornostar Melody Jordan, che per questioni di decoro potremmo divulgare al massimo in formato audio. 

Paternità ebraica ha anche I’ll be Home For Christmas (Buck Ram e Walter Kent, qui in versione heavy metal). Per questioni di rotazione terrestre, è estivo il Natale dei Coldplay, che in Christmas With The Kangaroos scartano i regali sulla spiaggia; country-estivo è quello di Kenny Chesney, intitolato All I Want For Christmas is A Real Good Tan (Tutto quello che voglio per Natale è un’abbronzatura come si deve). Per la cronaca, anche The Christmas Song (Chestnuts Roasting On An Open Fire) fu scritta da Robert Wells e Mel Tormé (di famiglia ebrea) in una torrida estate del 1944.

Natale per errore

Per la categoria ‘Brani di Natale che con il Natale non c’entrano niente’, torna Jingle Bells scritta originariamente per il Giorno del ringraziamento. Santa Lucia, che per gli svedesi ha connotazione strettamente invernale, nasce invece a Napoli alla metà del XIX secolo come l’invito estivo di un barcarolo a fare un giro sul Golfo. La popolarità in terra nordica si deve alla festa di Santa Lucia, portatrice di doni; da cui la versione svedese più nota, Luciasången o Sankta Lucia, ljusklara hägring. 

Per la categoria ‘gossip’, sembra che Last Christmas degli Wham fosse originariamente Last Easter (La scorsa Pasqua). Per la categoria ‘furbetti’, Happy Xmas (Was Is over) è uguale spiccicata al brano folk Stewball. In quanto traditional, non riconducibile ad alcun autore preciso, Lennon fu scagionato dall’accusa di plagio (non dall’evidenza dell’ascolto: se ne accorgerebbe anche un fan di Yoko Ono).

Babbo demenziale

Iniziamo col Babbo Natale assassino di Don’t Shoot Me Santa, che vuole eliminare il frontman dei californiani The Killers; c’è il Babbo Natale che porta via la fidanzata ai The Maine (Santa Stole My Girlfriend); ci sono il Natale con il diavolo (Christmas With The Devil) degli Spinal Tap e quello con Satana (Christmas With Satan) di James Chance, sassofonista punk-jazz per il quale “gli elfi sono vestiti di pelle, gli angeli in catene” e il diavolo scende dal camino in un’accozzaglia di temi natalizi su base R’n’B. C’è anche il Natale nucleare di Christmas at Ground Zero, degna della satira più distruttiva di Michael Moore. La canta Weird Al Yankovic, colui che trasformò Bad di Michael Jackson in Fat (Grasso) e Beat it in Eat it (Mangialo).

In Mistress For Christmas (Una amante per Natale), gli AC/DC sognano "The woman in red (la donna in rosso) at the bottom of my bed” (in fondo al mio letto). A metà degli anni Ottanta l’etnomusicologo e re del demenziale Dr. Demento lanciò dal suo Radio Show I Saw Daddy Kissing Santa Claus (Ho visto papà baciare Babbo Natale, qui in versione sporcacciona), versione alternativa di I Saw Mommy Kissing Santa Claus (Ho visto la mamma baciare Babbo Natale), canzone del 1952 tanto invisa alla chiesa cattolica di Boston, più tardi impegnata in ben più imbarazzanti vicende. Per dovere di cronaca, daddy (papino) bacia effettivamente Santa Claus, ma Santa Claus è in realtà mommy (mammina) travestita da Babbo Natale.

Ufficialmente attribuita al ‘Complesso misterioso’, Christmas With The Yours è uno dei più riusciti brani natalizi degli Elio e le Storie Tese, in inglese ‘elico’ che traducono in inglese dichiaratamente scorretto il proverbio “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” (“Christmas with the yours, Easter what you want”). Gli Elii avevano raggiunto elevatissimi livelli di demenzialità natalizia già a inizio carriera, quando in Agnello Medley affidarono ai Los Sri Lanka Parakramabahu Brothers (coppia di stonatissimi filippini addetta alle pulizie degli studi di registrazione) un medley delle più note carole.

 

Avviso ad uso dei più giovani

Prima di congedarci, una nota affettuosa per i nostri piccoli lettori. Se mai aveste creduto un solo giorno a quell’anziano col pancione, barba e baffi, seduto su di una slitta trainata da renne volanti. Se a questo proposito, vi siete mai chiesti in quale dannato modo una renna è in grado di alzarsi in volo. Se non vi hanno spiegato come mai un elfo è diventato più tardi un nonno, e da marrone che era vestito ha poi scelto un completo rosso quasi fosse una bottiglia di Coca-Cola. Se ancora non vi è chiaro dove stia di casa, se in Alaska, in Lapponia, in Norvegia o in Cappadocia; se ne seguite il percorso su Santatracker per capire quanto manca alla consegna dei vostri doni. Se ancora non sapete – sempre che mamma e papà non abbiano un via preferenziale verso il Nord – che le vostre letterine vegono con grandissima fatica consegnate veramente a Babbo Natale. Ecco, se tutto ciò non vi fosse chiaro, giovani amici, sappiate che Babbo Natale esiste veramente: no, non credete a sorelle e fratelli maggiori che ridacchiano appena ne sentono le iniziali. Se loro non ci credono che si facciano un bell’esame di coscienza: e che, almeno a Natale, siano meno cinici e un po’ più buoni con voi.

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