Energia

‘Stop al blackout’: l’iniziativa raccoglie 130mila firme

Secondo gli iniziativisti la Svizzera non produce abbastanza elettricità. Per questo è necessario rivedere il divieto di costruire nuove centrali nucleari

(Keystone)
16 febbraio 2024
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Il divieto di costruire nuove centrali atomiche in Svizzera va rivisto. È quanto si propongono i promotori dell'iniziativa popolare "Energia elettrica in ogni tempo per tutti (Stop al blackout)" che hanno inoltrato venerdì alla Cancelleria federale circa 130mila firme, ben oltre le 100mila necessarie.

Il testo dell'iniziativa precisa che "sono ammissibili tutti i tipi di produzione di energia elettrica rispettosi del clima". Le centrali nucleari non sono esplicitamente menzionate.

Il Comitato d'iniziativa chiede un "approvvigionamento elettrico sicuro e neutrale dal punto di vista climatico, essenziale per la società e l'economia". Concretamente, deve essere garantito in ogni momento, grazie a chiare responsabilità assegnate dalla Confederazione.

Stando al comitato, gli ultimi inverni hanno dimostrato che la Svizzera non produce abbastanza elettricità e che dipende da fornitori stranieri. Il consigliere nazionale Christian Imark (Udc/So) ritiene che, soprattutto alla luce dell'attuale situazione geopolitica in Europa, la Svizzera debba produrre autonomamente elettricità rispettosa del clima. Affidarsi esclusivamente alle importazioni è pericoloso.

Alla luce della carenza di elettricità l'anno scorso e delle misure di emergenza messe in atto, "la sicurezza dell'approvvigionamento non è più garantita e il rischio di blackout è sempre presente", secondo il consigliere nazionale sangallese Marcel Dobler (Plr).

A parere di Eduard Kiener, ex direttore dell'Ufficio federale dell'energia, "l'obiettivo zero emissioni entro il 2050 può essere raggiunto solo con l'aiuto dell'energia nucleare". Stando a Dobler bisogna eliminare i divieti tecnologici attuali per consentire la costruzione di nuove centrali nucleari.

L'alleanza riunisce rappresentanti del mondo politico, economico e della società civile. Anche il consigliere agli Stati Peter Hegglin (Centro/ZG) è membro del comitato.

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