Svizzera

Nemmeno ‘dimezzati’ i container piacciono agli Stati

I ‘senatori’ bocciano anche il tentativo di compromesso messo sul tavolo dal Nazionale in materia di strutture provvisorie per richiedenti asilo

Werner Salzmann
(Keystone)
13 giugno 2023
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Il Consiglio degli Stati non ne vuol sentir parlare di container per richiedenti asilo, strutture che verrebbero realizzate su terreni dell'esercito in caso di forte afflusso. Oggi i ‘senatori’ hanno respinto anche la proposta di compromesso del Nazionale, che prevedeva un credito di 66 milioni invece dei 132 milioni chiesti dal Consiglio federale.

Dopo un breve dibattito in aula, il compromesso sostenuto dalla commissione delle finanze è stato respinto per 25 voti a 18. Il dossier ritorna quindi per la terza volta sui banchi della Camera del popolo.

Per i contrari alla proposta del Governo e del Nazionale, non è al momento indispensabile concedere mezzi in vista di un eventuale aumento dei migranti, come temuto dalla Segreteria di Stato della migrazione. Attualmente, le strutture per l'accoglienza sono infatti occupate per metà: c'è ancora insomma margine di manovra. Alcuni oratori, come Werner Salzmann (Udc/Be), hanno criticato l'idea di realizzare simili strutture su terreni dell'esercito, dove avvengono anche esercizi di tiro, un'attività che potrebbe subire rallentamenti, o essere interrotta con grave danno per l'istruzione dei soldati, a causa della presenza di persone traumatizzate.

I sostenitori del credito, sebbene dimezzato, hanno invece fatto presente il bisogno di prepararsi a un eventuale forte afflusso di migranti, atteso per il prossimo autunno. Olivier Français (Plr/Vd) ha sottolineato che Comuni e Cantoni dispongono senz'altro di rifugi, ma che non è così semplice e scontato che possano metterli a disposizione per i richiedenti asilo in tempi brevi. Con i container, invece, una soluzione temporanea, il problema potrebbe essere risolto a breve scadenza.

Nonostante questa perorazione, e il sostegno della consigliera federale Karin Keller-Sutter dettasi favorevole al compromesso, al voto si è imposta la linea dura. Ora il Consiglio nazionale dovrà pronunciarsi per la terza volta sul dossier. Qualora dovesse ribadire la sua ultima decisione, il tema ritornerebbe agli Stati. Alla luce del risultato odierno alla Camera dei Cantoni, non si può escludere una conferenza di conciliazione.

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