L’elevata inflazione e la decisione della Banca nazionale svizzera hanno portato a nuovi record
L’elevata inflazione e l’inatteso aumento del tasso di riferimento da parte della Banca nazionale svizzera (Bns) hanno spinto i tassi ipotecari ai massimi dal 2011. Da inizio anno quelli per le ipoteche a tasso fisso sono più che raddoppiati. Le ipoteche del mercato monetario sono invece finora rimaste in gran parte risparmiate.
Ancora all’inizio dell’anno i tassi per le ipoteche a tasso fisso per cinque anni si attestavano all’1,01%, quelli per dieci anni all’1,26%, scrive oggi il servizio di confronti internet Moneyland. Al 20 giugno i tassi erano rispettivamente al 2,57 e al 2,99%. Colpite anche le ipoteche a breve termine: quelle a tasso fisso per due anni sono passate dallo 0,93 al 2,12%.
Con la mossa della Bns il principale tasso di riferimento svizzero, il Saron, è salito dal -0,70 al -0,21% e continua così a situarsi in territorio negativo. Finora gli effetti immediati sulle ipoteche Saron sono pertanto modesti. Secondo l’analista di Moneyland Felix Oeschger, ciò potrebbe però cambiare non appena il tasso guida della Bns si porterà in territorio positivo.
Non si sa se l’istituto centrale riuscirà a contenere l’inflazione – l’obiettivo è un 2% al massimo mentre in maggio si attestava al 2,9% –. Ciò dipende fortemente dall’evoluzione a livello globale. Probabilmente la lotta all’inflazione condurrà anche in Svizzera a tassi ipotecari molto più elevati, si dice convinto Oeschger.
La scorsa settimana la Bns aveva alzato a sorpresa il tasso di riferimento dal -0,75% al -0,25%.