Svizzera

Una petizione nazionale per salvaguardare gli uffici postali

A lanciarla sono il comitato del Muotathal e Syndicom: un invito a “prendere sul serio la popolazione e emanare nei confronti della Posta direttive vincolanti”

1 luglio 2019
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“Negli ultimi anni la Posta ha sistematicamente assottigliato la rete degli uffici postali. Nel 2010 c’erano ancora 1955 uffici postali, nel 2020 ce ne saranno tra solo 800 o 900. Le alternative offerte alla popolazione come agenzie, PickPost o servizio a domicilio non sono servizi equivalenti in quanto offrono solo una parte delle prestazioni postali”. È quanto scrive, in apertura di comunicato stampa, il sindacato syndicom, annunciando il lancio di una petizione nazionale per salvaguardare gli uffici postali.

“Il popolo – si legge – ha lottato contro queste chiusure portate avanti dalla Posta, senza essere però mai ascoltato. Anzi: lo smantellamento è stato fatto progredire a gran velocità. Ecco perché il comitato del Muotathal e il sindacato syndicom hanno lanciato una petizione nazionale su www.ilmioufficiopostale.ch. In essa invitano il legislatore svizzero a prendere sul serio la popolazione e ad emanare nei confronti della Posta finalmente direttive giuridiche vincolanti efficaci. Già lunedì prossimo la commissione del Consiglio agli Stati dibatte nuovamente sul mantenimento degli uffici postali”.

Negli ultimi 5 anni sono state raccolte complessivamente centinaia di migliaia di firme contro le varie chiusure di uffici postali. “Finora – si spiega ancora – la politica federale ha considerato queste azioni puramente simboliche. Quello che il Consiglio federale nel 2018 ha presentato come un miglior approvvigionamento dei servizi postali in realtà era un pacchetto ingannevole. Il Consiglio ha sì ritoccato linguisticamente molte parti nell’ordinanza sulle poste. Chi tuttavia analizza queste modifiche più attentamente si accorgerà ben presto che il fine di questi adeguamenti nel testo è manifestare un attivismo senza voler produrre nessun cambiamento. Tant’è vero che queste modifiche non hanno salvato un unico ufficio postale”.

Il popolo vuole gli uffici postali

“L’argomento unidirezionale della Posta e del Consiglio federale è che i servizi degli uffici postali non sono più richiesti. Come invece dimostra la larga protesta della popolazione nonché confermano vari sondaggi è vero l’esatto contrario.L’UFCOM nel 2017 ha rilevato che la popolazione preferisce di gran lunga gli uffici postali alle agenzie. E proprio di recente un’inchiesta rappresentativa ha mostrato che l’80% della popolazione vuole mantenere in essere gli uffici postali. Tra l’altro questi sondaggi vengono confermati dal numero di visitatori: mentre un ufficio postale ha una frequenza media di 375 clienti al giorno, l’agenzia ne conta soltanto 28. Ciò non meraviglia dal momento che i servizi offerti da queste filiali sono assai ridotti”.

Il Parlamento deve fermare questi tagli

“Nel 2016 – continua la nota – la Posta ha annunciato i tagli che voleva effettuare fino al 2020. Ma è abbastanza prevedibile cosa succederà dopo: questo smantellamento continuerà. A scapito dell’offerta, dei dipendenti e contro la volontà della popolazione. Quando invece il deficit di RetePostale dipende da un unico motivo: le prestazioni erogate da questo settore aziendale non vengono interamente conteggiate. Così facendo, il gruppo registra profitti milionari ma legittima la distruzione del servizio sul territorio. syndicom e il comitato del Muotathal fanno appello al Parlamento affinché svolga effettivamente il proprio compito che è quello di rappresentare la volontà del popolo nei confronti del Consiglio federale e della Posta. Questo è in suo potere. Il prossimo lunedì 1° luglio il Consiglio agli Stati ha una nuova chance per occuparsi degli uffici postali e del servizio universale postale”.

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