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La Posta, Syndicom critica ferocemente la riorganizzazione

14 giugno 2017
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"Ciò che emerge in maniera lampante è il menefreghismo nei confronti delle decisioni della politica". Così Syndicom reagisce la piano di riorganizzazione degli uffici da parte del Gigante giallo. E ricorda che lo scorso 30 maggio 2017 il Consiglio nazionale aveva infatti approvato una mozione per impedire l’attuazione dello smantellamento annunciato. Ma la Posta ne ignora le indicazioni e prosegue con il suo progetto di smantellamento. E prosegue, scrive Syndicom, nell'ondata di chiusure prevista in Ticino: La Posta, dice il sindacato, vuole chiudere 50 uffici postali sui 109 attuali. Di questi 2 sono già in processo di chiusura (Montagnola e Morbio Inferiore). ll cantone perderebbe quasi la metà degli uffici postali.

Secondo Syndicom, la procedura di chiusura va boicottata perché, citiamo, 'l’annuncio della Posta arriva due settimane dopo che il Consiglio nazionale si è pronunciato chiaramente (172 voti contro 13) contro lo smantellamento degli uffici postali. Il Consiglio nazionale ha fatto intendere che bisogna garantire un’offerta di servizi completa ed un’ampia rete postale. È evidente che la Posta se ne frega altamente della volontà della politica e della popolazione. Finché il Consiglio federale continuerà a non muovere un dito, syndicom consiglia a tutti i comuni ticinesi e svizzeri di opporsi con determinazione contro questi tagli. I colloqui con la Posta vanno ripresi soltanto quando sarà avvenuta la revisione della legge sulle poste'.

Agli occhi di Syndicom, i punti d’accesso e le agenzie postali proposti dalla Posta non sono vere alternative in quanto offrono soltanto o un unico servizio o comunque solo molto pochi. Esternalizzando i servizi postali alle agenzie la Posta sta praticando dumping salariale. Le agenzie devono invece coprire l´intera offerta di servizi, garantire ai dipendenti condizioni lavorative e salari in linea con il contratto collettivo di lavoro della Posta.

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