Svizzera

Nella Confederazione c'è ancora posto per 1,6 milioni di persone

Secondo il Ceo del maggior gruppo nel campo delle costruzioni, servirebbe investire di più per realizzare alloggi e costruire verso l'alto e il basso

Alloggi residenziali a Soletta
(Keystone)
25 aprile 2024
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In Svizzera c’è ancora posto per 1,6 milioni di persone: lo afferma André Wyss, presidente della direzione di Implenia, il maggiore gruppo svizzero attivo nel settore della costruzione.

Nelle città la domanda di appartamenti è molto elevata, afferma il 57enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (Nzz). "Le persone raramente vogliono trasferirsi in campagna e le dimensioni delle famiglie sono sempre più ridotte. Di conseguenza, lo spazio abitativo per persona aumenta".

"Al momento non si investe quanto sarebbe necessario", prosegue il Ceo. "I tassi di interesse sono aumentati e l'inflazione ha avuto un impatto anche sul settore delle costruzioni. Quindi i progetti di costruzione sono diventati più costosi. Pure le procedure di autorizzazione, talvolta interminabili, rappresentano un problema".

Anche l'immigrazione sta causando un'ulteriore carenza di alloggi, ricorda Wyss. "Le tendenze all'urbanizzazione e all'immigrazione sono inarrestabili. Dobbiamo parlare di quale sia l'immigrazione rilevante di cui abbiamo bisogno in Svizzera: è una questione politica".

Ma il mercato dell'alloggio – chiede il giornalista della Nzz – può far fronte al fenomeno? "Sì, in termini puramente matematici", risponde l'esperto con trascorsi anche presso la direzione di Novartis. "La Svizzera copre un'area di circa 41'000 chilometri quadrati, di cui circa il 5% è zona edificabile. Circa la metà è destinata all'edilizia residenziale. Di questa parte, il 17% non è ancora stato edificato. Se dovessimo costruire in questa zona con la stessa densità che in altre parti del Paese, potremmo teoricamente creare spazio abitativo aggiuntivo per 1,6 milioni di persone".

"L'immigrazione avviene però naturalmente soprattutto nei centri urbani", mette in guardia lo specialista che ha cominciato la carriera con un apprendistato presso Sandoz, per poi studiare economia. "In linea di principio, sono favorevole alla densificazione. Se si è più vicini, i problemi di mobilità e di trasporto sono minori. È anche meglio per la sostenibilità".

Secondo il numero uno di Implenia (dal 2018) occorre costruire verso l'alto e verso il basso. "L'alto è lì dove si ha bisogno di luce, dove si vuole vivere. La profondità è invece uno spazio sufficiente per molte altre cose: tutta la logistica dei trasporti può essere spostata verso il basso, la parola chiave è ‘cargo sous terrain’. O i centri dati, o parti di ospedali: una sala operatoria non deve necessariamente avere la luce del giorno, mentre i reparti di degenza vanno costruiti verso l'alto".

"Vorrei che la Svizzera avesse più coraggio di costruire verso il basso nelle città. Nel Paese non c’è praticamente nessuna metropolitana. Ma se si pensa a quanto spazio occupano i tram di Basilea e Zurigo, a quanto sono inefficienti in alcuni casi e a quanti incidenti si verificano, il trasporto sotterraneo è una possibile soluzione", conclude il dirigente con passaporto elvetico.

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