La flessione, dello 0,6%, si conferma per il secondo trimestre consecutivo a livello nazionale. In Ticino la riduzione su base annua raggiunge il 5,3%.
Calo del numero dei frontalieri in Svizzera negli ultimi tre mesi dello scorso anno rispetto allo stesso periodo del 2017. La flessione, dello 0,6%, si conferma così per il secondo trimestre consecutivo. In Ticino la riduzione su base annua raggiunge il 5,3%.
A fine dicembre lavoravano in Svizzera 314mila pendolari stranieri, il 64,1% dei quali uomini (-0,5%) e il 35,9% donne (-0,9%), secondo le cifre dell'Ufficio federale di statistica (Ust). Questo risultato conferma il leggero arretramento già osservato tra il terzo trimestre 2018 e il terzo trimestre 2017, che rappresentava il primo calo annuale da 20 anni. Rispetto al terzo trimestre vi è stato un aumento dello 0,64%.
Tra la fine del 2018 e la fine del 2017 tutte le fasce di età hanno registrato un calo, ad eccezione di quella compresa tra i 55 e i 64 anni (+3,1%). La flessione è netta per i 15-24enni (-4,0%) e gli over 64 (-23,5%).
La regione del Lemano è quella che dà lavoro al maggior numero di frontalieri: 117'131, in crescita su un anno dell'1,3%. Al secondo posto si trova la Svizzera nordoccidentale, a quota 69'223 con un decremento del 2,9%. Segue il Ticino: nel quarto trimestre 2018 i pendolari stranieri erano 62'053, pari a una flessione del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2017. Un forte aumento si è registrato nella Svizzera centrale e (+6,8% a 2'079) e nell'Espace Mittelland (+6,4% a 26'516).
La classifica cambia se si considera il tasso di frontalieri rispetto al numero di occupati della regione. Il Ticino risulta così al primo posto, con un lavoratore su quattro che è frontaliere (quota del 27,3%). Nella regione del Lemano (12,1%) e nella Svizzera nordoccidentale (10,3%) si sono osservate quote simili.
Per Paese, poco più della metà dei pendolari stranieri proviene dalla Francia 172'523 (cresciuti in un anno dell'1,3%), circa un quarto dall'Italia (70'366, -4,1%) e un quinto dalla Germania (60'203, -2,4%).
La maggior parte dei frontalieri lavora nel settore dei servizi (66,7%), il 32,7% nel secondario e lo 0,6% nel settore primario. I rami "Attività manifatturiere" (24,7%, settore secondario) e "Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli" (14,2%, settore terziario) raggruppano quasi il 40% di tutti i frontalieri.
Rispetto al totale degli occupati in Svizzera, la quota di pendolari stranieri si attesta al 6,2%.
Nonostante la diminuzione tra il 2017 e il 2018, negli ultimi cinque anni il numero di frontalieri è salito dell'11,3% (282'000 a fine 2013). Si tratta comunque dell'incremento più contenuto osservato sinora in un lasso di cinque anni. Nello stesso periodo il numero di occupati è passato da 4,792 milioni a 5,086 milioni (+6,1%).