Estero

Canadese condannato a morte per droga in Cina

Ottawa protesta: 'Rappresaglia politica per l'arresto di Lady Huawei’

Robert Lloyd Schellenberg (Keystone)
10 agosto 2021
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Il cittadino canadese Robert Lloyd Schellenberg rischia seriamente di morire in un carcere cinese: la pena capitale che gli era stata inflitta in primo grado per traffico di droga è stata confermata in appello. Un verdetto "crudele e inusuale", ha protestato Ottawa, accusando Pechino di rappresaglia politica per il caso di Lady Huawei, detenuta in Canada, che potrebbe essere estradata negli Stati Uniti per rispondere a un'accusa di frode.

Schellenberg era stato arrestato in Cina nel 2014 e accusato di aver pianificato il contrabbando di oltre 200 chili di metanfetamina verso l'Australia. Dopo una prima condanna a 15 anni il canadese allora 36enne (che si è sempre dichiarato innocente) aveva fatto appello. Ma invece di ridurre la pena i giudici gli avevano inflitto la pena capitale, ritenendo la prima condanna troppo leggera. Nonostante, secondo la difesa, non fossero state presentate nuove prove.

L'ambasciatore canadese Dominic Barton, presente all'udienza finale di appello, ha espresso la "ferma opposizione" alla condanna del connazionale. Evocando la regia del governo di Pechino. "Non è un caso", ha detto il diplomatico, che il verdetto su Schellenberg sia arrivato proprio mentre sta per concludersi il procedimento per l'estradizione negli Stati Uniti di Meng Wanzhou, alta dirigente e figlia del fondatore del colosso delle telecomunicazioni cinesi, arrestata dai canadesi nel 2018 su richiesta di Washington per presunte violazioni delle sanzioni all'Iran.

Anche l'Ue, invocando "clemenza" per il cittadino canadese, ha espresso "preoccupazioni sul giusto processo e sull'arbitrarietà" del verdetto.

Il Canada aveva già accusato la Cina di condurre una diplomazia degli ostaggi, ma Pechino aveva sempre negato che i casi fossero collegati. È comunque un fatto che l'inasprimento della pena per Schellenberg sia arrivato pochi mesi dopo l'arresto di Lady Huawei. Inoltre, il governo cinese ha sempre avvertito i canadesi che ci sarebbero state conseguenze se la dirigente del gruppo non fosse stata rilasciata, sottolineando la sua detenzione era il frutto di una "persecuzione politica".

La crisi tra Ottawa e Pechino rischia di peggiorare ulteriormente nei prossimi giorni, perché un altro caso di alto profilo che coinvolge un cittadino canadese sarà presentato in un tribunale cinese. L'uomo d'affari Michael Spavor era stato arrestato in Cina tre anni fa insieme al collega ed ex diplomatico Michael Kovrig, con l'accusa di spionaggio. Anche in quel caso, poco tempo dopo l'arresto di Lady Huawei. Lo scorso marzo il processo contro Spavor, durato appena due ore, si è concluso senza verdetto ed ai diplomatici canadesi è stato negato l'ingresso in aula, tra le proteste del premier Justin Trudeau.

Anche stavolta i procedimenti giudiziari in corso nei due Paesi viaggiano su un piano parallelo. L'eventuale condanna in Cina del businessman canadese potrebbe arrivare in concomitanza con la chiusura delle udienze per Meng, prevista per il 20 agosto. Sull'estrazione di Lady Huawei negli Usa, tuttavia, non si attende alcuna decisione prima di alcuni mesi. Che potrebbero diventare anni, in caso di ricorso. Altro tempo a disposizione per Pechino, è il timore di Ottawa, per continuare ad esercitare la sua diplomazia degli ostaggi.

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