L'inflazione core al 3,1% e la debolezza del mercato del lavoro spingono verso una politica monetaria più accomodante
"Il dato del Cpi di luglio è risultato in linea con le attese, con l'inflazione core al 3,1% su base annua. La Fed sta ottenendo supporto dai dati che indicano che l'effetto dei dazi sul livello dei prezzi sarà per lo più transitorio". Così Alexandra Wilson-Elizondo, di Goldman Sachs asset management sull'inflazione Usa.
"I dazi - sottolinea - non hanno ancora determinato aumenti sostanziali dei prezzi, in quanto le aziende continuano a compensare le pressioni sui costi riducendo le scorte e adeguando i prezzi con cautela a causa della sensibilità dei consumatori ai prezzi".
L'orientamento della Fed, prosegue, "dipende in larga misura dai dati e, dato che l'inflazione è contenuta e la debolezza del mercato del lavoro è sempre più evidente nei dati rivisti sulle buste paga, l'attenzione sarà ora posta sull'occupazione. In sostanza, questo dato sull'inflazione supporta la narrativa di un taglio dei tassi a scopo precauzionale a settembre, che sarà una forza trainante per i mercati".