Economia

L'inflazione sale oltre le attese in Svizzera

La crescita dei prezzi su base annua in dicembre si è attestata all'1,7%. Per gli alimentari e l'alloggio è ancora più alta, pari al 3,3%

In sintesi:
  • Nell'insieme del 2023 il rincaro medio è ammontato al 2,1%
  • Nell'intera Eurozona l'inflazione si è attestata al 2,9%, in progressione dal precedente 2,4%
L’impennata dei prezzi
(Ti-Press)
8 gennaio 2024
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L'inflazione torna a salire in Svizzera, oltre le attese degli esperti: in dicembre la crescita dei prezzi su base annua si è attestata all'1,7%, a fronte dell'1,4% di novembre (valore minimo degli ultimi due anni) e all'1,7% registrato in settembre e ottobre. Per gli alimentari e l'alloggio è ancora più alta, pari al 3,3%. Nell'insieme del 2023 il rincaro medio è ammontato al 2,1%.

Stando ai dati pubblicati lunedì dall'Ufficio federale di statistica, nel dodicesimo mese dell'anno appena concluso l'indice dei prezzi al consumo si è attestato a 106,2 punti. Il rincaro di dicembre si trova oltre le aspettative: gli analisti interpellati dall'agenzia Awp scommettevano infatti su valori compresi fra +1,4 e +1,6%. A livello mensile i prezzi sono invece rimasti invariati (le attese erano comprese fra 0,0 e -0,3%).

Secondo gli esperti dell'Ufficio federale di statistica, la stabilità dell'indice rispetto al mese precedente è il risultato di tendenze opposte che si sono compensate a vicenda: i prezzi del settore alberghiero e paralberghiero, dei trasporti pubblici nonché dei trasporti aerei sono aumentati, mentre sono invece diminuiti quelli del carburante, dell'olio da riscaldamento, come pure quelli dei medicamenti e dei viaggi forfettari internazionali. In generale vanno sottolineate l'evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un -0,7 mensile e +3,3% annuo, così come quella del comparto abitazione ed energia (rispettivamente -0,1 e +3,3%).

Negativa ancora sino al marzo 2021, l'inflazione è salita sensibilmente in Svizzera, arrivando a toccare un picco del 3,5% nell'agosto 2022, per poi tornare a calare lievemente e chiudere il 2022 con un dato (medio) del 2,8%, il massimo da 30 anni. Nel 2023 il punto più alto è stato osservato in febbraio: +3,4%.

L'indicatore in dicembre è rimasto a livelli inferiori a quelli osservati in diversi altri Paesi, ma lo scarto non è più così ampio come in passato: nell'intera Eurozona l'inflazione si è attestata al 2,9%, in progressione dal precedente 2,4%. Per avere la corrispondente indicazione degli Stati Uniti bisognerà attendere qualche giorno: in novembre il rincaro era al 3,1%.

Passando ai dettagli relativi all'inflazione elvetica di dicembre, nel confronto con novembre i prezzi dei prodotti indigeni sono saliti dello 0,3%, mentre quelli dei prodotti importati sono scesi dello 0,7%. Su base annua i primi segnano +2,3%, i secondi -0,2%. Lo zoccolo dell'inflazione – che nella definizione dell'Ufficio federale di statistica è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – mostra una variazione rispettivamente di +0,2% (mese) e di +1,5% (anno).

L'Ufficio federale di statistica calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), misurato con la metodologia in uso nell'Unione europea, con l'obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva dicembre presenta un rincaro del +0,3% (mese) e del +2,1% (anno).

Come noto l'efficacia dell'indice dei prezzi al consumo nell'illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell'assicurazione malattia di base, un punto di spesa che è in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.

Il rincaro stabilito dall'Ufficio federale di statistica ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell'ambito dei divorzi.

L'inflazione è monitorata con attenzione anche dalla Banca nazionale svizzera, che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come un rincaro compreso tra lo 0 e il 2%. Dopo aver mantenuto il tasso di riferimento fermo in zona negativa per oltre sette anni, a partire da 18 mesi or sono l'istituto ha proceduto a cinque aumenti del tasso guida nello spazio di poco più di un anno, operando un primo rialzo il 16 giugno 2022 (da -0,75 a -0,25%), un secondo il 22 settembre 2022 (da -0,25 a +0,50%), un terzo il 15 dicembre 2022 (da +0,50 a +1%), un quarto il 23 marzo 2023 (da +1 a +1,50%) e un quinto il 22 giugno 2023 (da +1,50 a +1,75%). Il tasso è così salito al livello più elevato dal 2009, dove è stato confermato anche lo scorso 21 settembre e il 14 dicembre, quando non vi sono state variazioni. La novità scaturita dall'ultima riunione è stata il fatto che la Banca nazionale svizzera non ha più menzionato ulteriori inasprimenti della politica monetaria. L'istituto procederà alla prossima analisi della situazione il 21 marzo.