Progressione comunque inferiore alle previsioni. L’ultima volta che il tasso era cresciuto di più è stato nel 1993: allora il rincaro fu del 3,4%
Inflazione ai massimi da 30 anni in Svizzera: nel 2022 il rincaro annuo si è attestato al 2,8%, vale a dire il valore più elevato dal 1993, quando era stato registrato un 3,4%.
Stando a quanto indicato oggi dall’Ufficio federale di statistica a pesare è stato in particolare l’aumento del costo dei prodotti petroliferi, del gas, delle automobili e degli affitti delle abitazioni. Sono invece diminuiti i prezzi dei medicamenti e delle offerte di telefonia.
L’inflazione era dell’1,6% in gennaio ed è salita costantemente sino a raggiungere un picco del 3,5% in agosto, per poi tornare a contrarsi lievemente. Come noto rimane peraltro ancora nettamente inferiore a quella degli altri Paesi: a titolo d’esempio il principale partner commerciale elvetico, la Germania, ha visto il rincaro – è notizia di ieri – attestarsi al 7,9% nel 2022.
Oltre a pubblicare il dato sull’inflazione dell’interno anno – che è semplicemente una media aritmetica dei singoli mesi – l’Ufficio federale di statistica ha anche diffuso i dati di dicembre, che hanno rappresentato una piccola sorpresa. L’indice dei prezzi al consumo si è attestato a 104,4 punti, in flessione dello 0,2% rispetto a novembre: la progressione annua è stata del 2,8% (in rallentamento a confronto del 3,0% di ottobre e novembre). Il dato – che per coincidenza è identico a quello dell’intero 2022 – è inferiore alle attese degli analisti interrogati dall’agenzia Awp, che scommettevano su valori che andavano dal 2,9% al 3,1%.
Nel dettaglio, nel confronto con novembre i prezzi dei prodotti indigeni sono saliti dello 0,1%, mentre quelli dei prodotti importati sono scesi dell’1,1%. Su base annua i primi segnano +1,9%, i secondi +5,8%. Lo zoccolo dell’inflazione – che nella definizione dell’Ufficio federale di statistica è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – mostra variazioni rispettivamente del +0,1% (mese) e +2,0% (anno).
L’Ufficio federale di statistica calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato, misurato con la metodologia in uso nell’Unione europea, con l’obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva dicembre presenta un rincaro di -0,2% (mese) e di +2,7% (anno).
Come noto l’efficacia dell’indice dei prezzi al consumo nell’illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell’assicurazione malattia di base, un punto di spesa che è spesso in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.
Il rincaro stabilito dall’Ufficio federale di statistica ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi.