Economia

Tecnologie innovative: ‘Aziende e università collaborino’

Presentato il Technology outlook Satw 2021. Il documento indica le tendenze tecnologiche più significative in Svizzera. Molte le opportunità per le Pmi

Monica Duca Widmer, presidente del Consiglio Usi
(Ti–Press)
16 novembre 2021
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«Le tecnologie offrono tante opportunità per le aziende». Si è espresso così Emanuele Carpanzano, direttore del Dipartimento tecnologie innovative della Scuola universitaria della Svizzera italiana (Supsi), durante la presentazione del ‘Technology outlook Satw 2021’. Il documento indica quali sono le tendenze tecnologiche più significative sul territorio elvetico. «Le tre con maggiore importanza in Svizzera sono l’internet delle cose, le macchine connesse e l’analisi dei ‘big data’», illustra Monica Duca Widmer, presidente del Consiglio dell’Università della Svizzera italiana (Usi). «Questi prodotti sono diventati sempre più accessibili per le piccole e medie imprese (Pmi) e sono d’importanza centrale per essere competitivi in Svizzera».

Come può avvenire lo scambio di competenze dall’ambito accademico a quello delle aziende? «Uno strumento importante in Ticino è la Fondazione Agire», ricorda Duca Widmer. La fondazione infatti sostiene startup e Pmi innovative durante il loro percorso di crescita. Sempre in questo contesto in Ticino è in fase d’implementazione un ‘Innovation park’ (che è parte di quello di Zurigo), il quale cerca di «creare le condizioni quadro ideali per l’innovazione sfruttando le eccellenze che ci sono sul territorio».

‘Il Ticino è aperto alla collaborazione con le università’

«Il tessuto ticinese è estremamente aperto alla collaborazione con le università», afferma Cesare Alippi, professore della Facoltà di scienze informatiche dell’Usi. «Un altro valore aggiunto, per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, è che in Svizzera esiste una forte ricerca fondamentale e lavorando con le industrie è possibile vedere quali sono i limiti tecnologici da migliorare. Per farlo servono appunto delle teorie sviluppate ad hoc per consentire alle applicazioni di poter offrire le migliori prestazioni». In Svizzera le quattro tecnologie col più alto livello di competenze e ricerca sono infatti l’apprendimento automatico (che fa parte dell’intelligenza artificiale), la diagnostica ‘point-of-care’, le applicazioni 5G e il fotovoltaico. «Trasformando queste competenze in modelli di business si possono creare posti di lavoro in vari settori», afferma Monica Duca Widmer.

La fotonica, una punta di diamante in Svizzera

«Il nostro futuro sarà transdisciplinare, quindi non è più esclusivamente per ingegneri», dice Anna Valente, responsabile del Laboratorio automation, robots and machines presso il Dipartimento tecnologie innovative della Supsi. «Il mondo della fotonica è molto interessante dal punto di vista del mercato». Un mercato che in Svizzera, nel 2019, contava circa 4,4 miliardi di franchi. «Inoltre impiega circa novemila esperti. Si tratta di un settore che garantisce indotti e attiva filiere con un valore economico ben più importante». Fra gli esempi di applicazione di questa tecnologia la professoressa ha illustrato un tipo di protesi per la spina dorsale in corso di maturazione. Essa, creata tramite la stampa 3D, potrebbe essere in grado di catturare sulla sua superficie le molecole dei farmaci, le quali vengono poi rilasciate localmente col passare del tempo.

Aumenta il bisogno delle aziende di utilizzare l’intelligenza artificiale

«Stiamo cercando di costruire credibilità e fiducia attorno all’intelligenza artificiale – spiega Alessandro Curioni, responsabile della ricerca Ibm a Zurigo –. Oggi abbiamo delle macchine che sono in grado di imparare da un insieme di dati e fare qualcosa di specifico molto meglio dell’uomo. Le applicazioni possibili in campo industriale sono molte. Due anni fa le aziende che dicevano di aver bisogno dell’intelligenza artificiale erano circa il 30 per cento, ora si è passati al 75 poiché la pandemia ha accelerato l’automazione». Per esempio durante il lockdown molti ricercatori non potevano recarsi nei laboratori, anche nel campo della farmacologia: «Abbiamo dunque creato, grazie all’intelligenza artificiale, un sistema che permette agli scienziati di sintetizzare una molecola direttamente da casa».

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