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Perché il mondo sta rinunciando al sesso

La decrescita della vita sessuale nel nostro presente: incontro con lo psicanalista e sociologo Luigi Zoja, autore del libro ‘Il declino del desiderio’

Per Einaudi
10 dicembre 2022
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Luigi Zoja, con lo sguardo del sociologo e dello psicoanalista, da decenni evidenzia la trasformazione dei rapporti individuali e sociali del nostro mondo, dove continue mutazioni, nostro malgrado tacitamente accettate e quasi inavvertite, possiedono invece il potere di modificarci totalmente. La sua opera saggistica segue da sempre il filo rosso di questi mutamenti: come ‘Il gesto di Ettore’, sulla scomparsa della funzione del padre nella cultura patriarcale, o ‘Paranoia, la follia che fa la storia’, sul pericolo costante di tragiche derive, o ‘La morte del prossimo’, sull’alienazione dei rapporti umani di una comunicazione condizionata dalla mediazione tecnologica. ‘Il declino del desiderio, perché il mondo sta rinunciando al sesso’, del 2022, ci avverte della decrescita progressiva della vita sessuale in atto nel nostro presente, dove dati e ricerche internazionali riguardano particolarmente le giovani generazioni. Il libro si interroga sull’indebolirsi di un desiderio che sta a monte della continuità della stessa vita umana. Le preoccupanti implicazioni sociali che ne derivano colpiscono al cuore il nostro futuro... Eppure tale fenomeno sembra, almeno sino a ora, registrato con notevole indifferenza. Ne abbiamo parlato con l’autore

Chi ha assistito alla rivoluzione sessuale degli anni 60-70 non avrebbe certo previsto il disinteresse per il sesso di cui parla il suo libro, come lo spiega?

Farei due considerazioni: La prima dimostra che la curiosità generale del pubblico non è decisa da un preciso soggetto, esprime la cultura di una società. O, direbbe Jung, il suo inconscio collettivo. La sessualità stuzzica, incuriosisce. Nel secolo scorso veniva "liberata" e se ne parlava. In questo secolo si ritira. Un’assenza è un problema astratto, lasciato agli specialisti, finché qualche sociologo o politico non viene incaricato di studiarla. La seconda considerazione è un aspetto economico collegato al precedente: nel 900 parlavano di sessualità le riviste impegnate e quelle sporcaccione, che aumentavano le vendite, il cinema si sessualizzava e aumentavano gli spettatori. L’assenza di sessualità, invece, non fa vendere niente

Erano i tabù e i rigidi divieti che provocavano un desiderio di trasgressione? Dopo la loro scomparsa il desiderio di una vita sessuale non dovrebbe conservarsi primario ?

Ha ragione, troppi divieti provocano facilmente un desiderio "di trasgressione". Però non provocano il desiderio in sé, che esiste indipendentemente da educazione o divieti. L’istinto, la ricerca del sesso, è già negli animali: figuriamoci negli umani dove però, alla sessualità si sono sovrapposti i costumi: in particolare, di recente, il consumismo e l’esibizione del possesso. Un numero sempre maggiore di coppie non si forma partendo da un innamoramento, ma dal bisogno di esibirsi in pubblico con quella tal persona, magari ricca, famosa o semplicemente vistosa

E ciò comporta una diminuzione della sessualità?

L’essere stati già troppo (e artificialmente) insieme porta, ad esempio a dormire separati. Inoltre oggi tutti i dati dicono che si formano meno coppie: è vero che esistono le avventure, gli incontri occasionali, ma la grande maggioranza della vita sessuale resta quella che si svolge in una coppia. Se ci sono meno coppie e più single, c’è meno sessualità, tutte le statistiche lo confermano

La seconda parte del libro riporta dati statistici tratti dalla rivista medica ‘The Lancet’ e ricerche fatte in Gran Bretagna, Germania, Francia, Stati Uniti o anche Cina. Tutti sono concordi nel registrare a livello mondiale il calo della pratica sessuale, eppur pochi lo ritengono un fenomeno preoccupante, questo disinteresse si spiega con la natura stessa dell’atto sessuale, privato e assolutamente intimo?

Torniamo alla risposta alla sua prima domanda. La sessualità fa vendere degli "accessori collaterali" (profumi, biancheria intima). La mancanza di sessualità, ovviamente, non fa vendere. I dati della "recessione sessuale" sono disponibili, ma non interessano chi ha attività economiche. Purtroppo interessano poco anche a chi ha attività politiche. Persino il nuovo governo italiano di destra dice di voler aumentare le nascite: e pensa ad aiuti per le famiglie numerose, come faceva il fascismo. Ma non pensa ancora che andrebbe studiata meglio la crisi della sessualità, non solo sotto il versante economico. Nascono meno bambini non perché le persone fanno l’amore usando più contraccettivi, ma perché fanno meno l’amore.

Per la prima volta nella storia, lei scrive, la prassi amorosa è stata privata di sacralizzazione, resa profana. Una nota pubblicità dello jogurt ci ripete lo slogan: "Fate l’amore con il sapore", dove l’atto sessuale viene usato come metafora che invita alla consumazione di un prodotto... II desiderio, l’innamoramento, la passione amorosa che i romanzi del romanticismo ci hanno consegnato sono scomparsi per sempre?

Le passioni non sono automatiche, ma in buona parte il prodotto di una cultura. Per gran parte della storia, prevalevano i matrimoni combinati, non derivati da innamoramenti (e non funzionavano necessariamente peggio). Poi è venuto il romanticismo a esaltare le passioni. E un grande filosofo svizzero, Denis De Rougemont, ha creato il concetto di amore-passione. Penso che ci sia però il rischio di sopravvalutare quello di cui si parla. Difficile dire quanto questo fenomeno riguardi la maggioranza della popolazione o certi gruppi intellettuali. Penso che una certa quantità di persone che si innamorano appassionatamente ci sarà sempre: una minoranza, che però fa colpo sulla maggioranza. Deriva anche dal temperamento.

Ci spiega meglio ?

Ci sono persone che magari da fuori appaiono ben adattate. Ma non comunicano tanto quanto il loro temperamento vorrebbe, in genere sono anche complesse, sensibili. Così l’inconscio accende in loro un fuoco intenso (e involontario) che le/li spinge appassionatamente a una vicinanza, un’intimità. Magari la persona oggetto di questo innamoramento se ne sorprende: lui/lei non c’entra molto con quella passione altrui. Diventa lo strumento di una dinamica psichica incontrollata (si parla di "follia d’amore")

Il calo della sessualità riguarda ogni categoria di persone, ricchi e poveri, ma sono le ultime generazioni a viverla maggiormente: l’età del primo rapporto sessuale è posticipata rispetto al passato, non pochi giovani manifestano in proposito indecisione, confusione, forse timore. Possiamo comprendere l’origine di queste insicurezze?

Possiamo e dobbiamo capirne di più. Il fenomeno del cosiddetto "ritiro sociale" dei giovani è noto ma, in buona parte, resta fuori controllo. Ed è estremamente complesso: economico, sociologico, psicologico… Il passaggio all’età adulta, e a una vita autonoma, comporta molta più insicurezza di qualche decennio fa: ne avevo parlato molto già nel libro Psiche. Il fatto che la ricerca del primo lavoro sia più complicata è solo una parte del problema. Molti giovani completano gli studi anche in modo brillante, ma poi cedono alla paura del mondo.

E come si comportano ?

Non solo non cercano un lavoro, ma continuano a vivere dai genitori e, spesso, non escono più di casa. A questo va aggiunto che internet e le comunicazioni virtuali danno l’ illusione di restare in contatto con il mondo. . .Il numero di adolescenti infelici è cresciuto, molti si tagliano o danneggiano il proprio corpo, lo rifiutano. Non si può semplificare artificialmente: ad es leggere le statistiche e rallegrarsi notando che sono calate le gravidanze involontarie delle minorenni, questa riduzione può essere una conseguenza "sana" di un "ritiro sociale" patologico. I problemi sessuali non si possono risolvere rinunciando totalmente alla sessualità.

Lei scrive che il facile accesso alla pornografia impedisce ai giovani la conoscenza e la sperimentazione insostituibile della propria vera affettività, perché?

Lasciamo un momento da parte le ragazze, in cui per infiniti motivi la sessualità è più complessa e legata a fattori affettivi che non nei ragazzi. Le femmine hanno un rapporto più variabile, e meno antico, con la pornografia. Prendiamo i maschi, dove l’istinto si esprime in modo più diretto. Immaginiamo un giovane che incontra per la prima volta il rapporto sessuale nei filmati porno in rete, e non in un progressivo avvicinamento a un corpo femminile reale. Un avvicinamento reale potrebbe esser accompagnato da innamoramento, o semplicemente da simpatia, curiosità, attrazione: infinite sfumature di cui il porno non si occupa. Nella pornografia manca quella parte essenziale del "fare l’amore" (in ogni senso) che si chiamava "educazione sentimentale"

Anche per questo l’età del primo rapporto sessuale si sta alzando ?

Fermiamoci pure alla parte meccanica. Un maschio che ha visto molto porno ha visto erezioni permanenti. Invece il ragazzo timido, tipico di oggi, può accorgersi che nella realtà l’erezione non è scontata e permanente. Paragonandosi con questi filmati si sente incapace. Così rinvia... Se il porno si trasforma in modello, il ragazzo (ma anche la ragazza) normali si trasformano in incapaci: eppure sono solo veri, mentre il porno è finto

La possibilità di scaricare applicazioni come Tinder, ad esempio, che facilitano gli incontri sessuali, pare producano invece risultati deludenti

L’avvicinamento e il corteggiamento del sesso opposto, sostituiti da una App, rendono l’esperienza "fredda", poco soddisfacente. I riti sono importanti nelle relazioni umane e non potranno mai essere del tutto aboliti, lo dicono antropologi e psicoanalisti. I dati dicono che chi amoreggia con incontri programmati trova appagamento in un numero di casi infinitamente minore rispetto a chi vive un rapporto tradizionale

Il suo libro sottopone ad analisi approfondita molti aspetti della sessualità nella realtà sociale, ma non si sofferma sulla prostituzione vera e propria, che pure persegue la soddisfazione di un desiderio. Le infinite modalità del mercato del sesso non evidenziano una diminuzione? Oppure la prostituzione rimarrà ciò che da sempre è stata, ineliminabile?

Non esistono abbastanza dati sul problema, forse perché la prostituzione rimane, in buona misura, illegale. Paesi come la Svizzera, che cercano di offrire una protezione sia sanitaria che legale, restano purtroppo eccezioni. Le ricerche più attendibili sulla sessualità sono americane e britanniche: classificano la sessualità anonimamente, senza dire se si svolge in un incontro libero, o professionale e pagato. Posso aggiungere che in 52 anni di lavoro come psicoanalista in Italia, Svizzera e Stati Uniti, non ho mai avuto prostitute tra le mie pazienti, cosa forse prevedibile. Ho avuto, cosa più particolare, solo tre uomini che frequentassero prostitute, tutti e tre avevano una vita sessuale assai insoddisfacente e si vergognavano a parlarne in seduta.

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