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Il Parlamento vuole frenare la diffusione dei 30 km/h

Anche il Consiglio degli Stati approva la mozione Schilliger. I pareri, discordanti, di fabio Regazzi (Centro) e Baptiste Hurni (Ps).

Regazzi a colloquio con Matthias Michel (Plr/Zg), dietro Jakob Stark (Udc/Tg)
(Keystone)
8 marzo 2024
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La diffusione del limite dei 30 km/h sulle ‘strade a prevalenza motorizzata’ (vedi box sotto) preoccupa una maggioranza dei parlamentari a Berna. Il Consiglio degli Stati ieri ha dunque approvato (25 a 15 e 5 astensioni) la mozione con cui Peter Schilliger (Plr/Lu) vuole frenare quella che ha definito “una crescita incontrollata”. Non è chiaro al momento cosa cambierà concretamente in futuro (vedi box). Tutto dipende da come il Consiglio federale modificherà la legge sulla circolazione stradale.

Il consigliere nazionale lucernese è del parere che “in molti Comuni e città” si stia diffondendo “in maniera caotica il limite di 30 km/h nei centri abitati, anche su strade a prevalenza motorizzata, a discapito della funzionalità della rete”. Alla fine del 2021 Schilliger – consigliere d’amministrazione del Touring Club Svizzero (Tcs), fra l’altro – ha depositato una mozione (già approvata dal Nazionale) che mira a far “rispettare la gerarchia e le funzioni della rete stradale” dentro e fuori i centri abitati. Ciò vale anche per i limiti di velocità: la legge (non più solo l’ordinanza) dovrà sancire in particolare quello di 50 km/h sulle strade a prevalenza motorizzata (assi di transito e di collegamento) nei centri abitati; sulle strade residenziali si potrà per contro continuare a ridurre la velocità massima a 30 km/h, come già avviene oggi.

Caos o non caos?

Thierry Burkart (Plr) si è voluto rassicurante. Cantoni e comuni potranno continuare a fare delle eccezioni, se le condizioni (esigenze di sicurezza o legate alla protezione dal rumore; presenza di ospedali o scuole, ad esempio) sono soddisfatte. Servono però regole chiare a livello federale, ha detto l’argoviese a nome della commissione. La mozione del suo collega di partito renderà più difficile introdurre i 30 km/h sugli assi di transito principali, ha spiegato. Secondo Charles Juillard (Centro/Ju) ciò aiuterà a frenare «una certa frenesia da parte di alcuni Comuni», senza che per questo si debba tornare indietro laddove la trasformazione è già avvenuta. Fabio Regazzi (Centro) ha parlato di «tendenza preoccupante». Il presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri ha criticato in particolare gli ostacoli che il limite dei 30 km/h provoca alle piccole e medie imprese (con tempi di consegna che si allungano) e ai veicoli dei soccorritori.

I ‘senatori’ della sinistra (sostenuti al voto da alcuni colleghi del Centro e dalla verde-liberale Tiana Angelina Moser) hanno contestato la necessità di legiferare in materia. «Non c’è alcun caos e la legge attuale è assolutamente chiara», ha affermato Baptiste Hurni (Ps/Ne). «Si fanno leggi calate dall’alto al basso, impedendo soluzioni pragmatiche» a livello locale, ha osservato Mathias Zopfi (Verdi/Gl). La mozione «non porta alcun valore aggiunto», ha detto Daniel Fässler (Centro/Ai). Albert Rösti ha confermato: «Regolare la questione sul piano della legge anziché su quello dell’ordinanza non cambia nulla quanto alle possibilità delle autorità [di prevedere eccezioni, ndr] e alla procedura [l’obbligo di produrre una perizia, ndr] per ridurre il limite di velocità sulle strade orientate al traffico all’interno degli abitati», ha sottolineato il consigliere federale. Il Governo proponeva di respingere la mozione. Ma non c’è stato verso.

Due visioni opposte

L’Unione delle città svizzere (Ucs) deplora che l’autonomia dei comuni in quest’ambito che conoscono bene venga limitata e la sicurezza di bambini e anziani messa in pericolo. Auspica pertanto un’attuazione “misurata” della mozione Schilliger. Il Touring Club Svizzero (Tcs) invece si rallegra per una decisione “pragmatica” che “metterà un freno alla generalizzazione dei 30 km/h nei centri abitati”. La mozione “non inficia” l’autonomia decisionale di Comuni e Cantoni: questi, scrive il Tcs, “potranno comunque giustificare una riduzione della velocità massima su una strada di scorrimento qualora passi per esempio in prossimità di una scuola”.

Di cosa parliamo

30 km/h, ma dev’esserci
proporzionalità

In Svizzera sugli assi di traffico principali vige, all’interno degli abitati, il limite di velocità generale di 50 km/h. Un Comune può introdurre i 30 km/h su queste strade di scorrimento. Deve però verificarne caso per caso la proporzionalità. In una perizia (obbligatoria), deve provare che tale misura serva a proteggere determinati utenti della strada, migliori la fluidità del traffico, o protegga la popolazione dal rumore o dall’inquinamento. In questo modo, negli ultimi anni alcune città (governate per lo più da municipi a maggioranza rosso-verde) e diversi Comuni nelle zone rurali hanno moderato la velocità su un certo numero di strade a prevalenza motorizzata. A Friburgo, per esempio, dall’autunno il limite di 30 km/h è in vigore sul 60% della rete stradale, assi di transito principali compresi.

Le opinioni

Regazzi: importante ‘effetto segnale’
Hurni: nessuna conseguenza, si spera

Fabio Regazzi (Centro) insiste sull’«effetto segnale» della mozione Schilliger, un segnale la cui importanza «non è da sottovalutare». Anche il ‘senatore’ ticinese è curioso di vedere come il Consiglio federale la trasformerà in modifica di legge. Regazzi dice di essere «fiducioso», perché «occorre fare un po’ di ordine» sul piano legislativo. La legge non è sufficientemente chiara? «No, se vediamo com’è stata applicata finora: si è partiti dai quartieri residenziali, e va benissimo; poi si è cominciato a introdurre i 30 km/h, a volte in maniera indiscriminata, anche sugli assi di transito e di collegamento». Sulla base di eccezioni ben definite nella legge, facciamo notare. «Mica tanto: non sono così convinto che lo siano. Per me questa situazione è piuttosto un caos. Ed è lì che si vuole intervenire. Non vogliamo escludere a priori che anche sulle strade a prevalenza motorizzata si possa introdurre il limite di 30 km/h. Queste però devono restare eccezioni. La sensazione è che oggi invece queste siano diventate quasi la regola». Regazzi è convinto che ai Comuni non verrà messa la museruola, come è tornata a denunciare ieri l’Unione delle città svizzere (Ucs). «Oggi le situazioni variano molto da Comune a Comune. Un minimo di uniformità a livello svizzero è auspicabile. Ripeto: le eccezioni resteranno possibili. Semplicemente, alziamo un po’ l’asticella: i Comuni in futuro dovranno portare elementi più consistenti per giustificare l’introduzione del limite di 30 km/h sulle strade di transito e di collegamento». Senza dimenticare che il traffico, a seguito della diffusione di questo limite sulle strade a prevalenza motorizzata, «tende a spostarsi sulle strade nei quartieri residenziali, con tutti gli invonvenzienti e i pericoli che ciò porta con sé».


Keystone
Regazzi a colloquio con Matthias Michel (Plr/Zg), dietro Jakob Stark (Udc/Tg)

Baptiste Hurni (Ps/Ne) invece è convinto di una cosa: «La legge attuale è perfettamente chiara», cambiarla non avrà «alcuna» conseguenza concreta. Sul piano strettamente giuridico-formale, quantomeno. «Le strade destinate al traffico all’interno degli abitati devono essere in linea di principio a 50 km/h, tranne che se esistono buone ragioni per trasformarle in zona 30. Queste ragioni – presenza di scuole, di ospedali, di servizi di soccorso, o per ridurre il rumore – sono enumerate in modo esaustivo nella legge attuale». La mozione non fa che domandare «qualcosa che è già nell’ordinanza». Secondo il ‘senatore’ neocastellano, «è falso dire che oggi possiamo modificare il limite di velocità su una strada a prevalenza motorizzata semplicemente perché non ci piace: non funziona così. Esistono criteri chiari in merito, sanciti peraltro nella giurisprudenza del Tribunale federale». Il discorso cambia se si tiene conto dell’«intenzione dell’autore della mozione». Qual è? «Peter Schilliger parla di sviluppo ‘caotico’. Il suo obiettivo è di rendere estremamente difficile in futuro trasformare una strada a 50 km/h nelle zone abitate in una strada a 30 km/h; se non addirittura di tornare indietro, cancellando ciò che si è fatto». Hurni ammette: «Non so in quale direzione andremo, effettivamente. Adesso tocca al Consiglio federale attuare la mozione, che potrà anche rivelarsi un chiaro ed evidente attacco al federalismo e alla sovranità delle autorità locali. Spero comunque che il tutto si risolva in una modifica di legge che non avrà conseguenze concrete», anche perché il Governo «condivide l’opinione che non esistono grandi problemi al momento».


Keystone
Hurni

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