Previsto un tête-à-tête di Li Qiang, in carica da dieci mesi, con Viola Amherd
Il primo ministro cinese in carica da dieci mesi, Li Qiang, sarà accolto lunedì prossimo con gli onori militari dalla Presidente della Confederazione, Viola Amherd.
Stando a una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae), l'incontro avrà luogo alla Residenza del Lohn a Kehrsatz (Be).
Dopo il benvenuto ufficiale e l'esecuzione degli inni nazionali, è previsto un tête-à-tête tra i due ministri durante il quale si dovrebbe discutere, fra l'altro, dell'accordo di libero scambio fra i due Paesi. Non è un mistero che la Confederazione vorrebbe estendere l'intesa esistente, ma gli ultimi incontri fra le parti risalgono oramai al 2018.
Il primo ministro cinese dovrebbe inoltre partecipare al Forum economico di Davos che si terrà nella località turistica grigionese dal 15 al 19 di gennaio. Secondo alcuni media, il numero due cinese è probabilmente la personalità più in vista della manifestazione. La visita del premier avviene nel bel mezzo di una congiuntura segnata dalla deflazione in Cina, dalla debole crescita e dalla persistente crisi immobiliare.
Sempre per quanto attiene alle relazioni Svizzera-Cina, il primo luglio 2022, in una dichiarazione pubblicata sul sito del ministero cinese del commercio, un portavoce aveva dichiarato che le discussioni sull'estensione dell'accordo di libero scambio fra i due Paesi non erano congelate, come invece riferito dal media svizzeri e dalla Segreteria di Stato dell'economia. Quella firmata nel luglio del 2013 ed entrata in vigore l'anno successivo è un'intesa "di alto livello, ricca di contenuti e benefica per entrambi", stando a una presa di posizione ripresa all'epoca da Rts.
Keystone
Viola Amherd
Nel 2017, Berna e Pechino hanno firmato un memorandum d'intesa per l'avvio di uno studio congiunto volto ad aggiornare l'accordo. Berna sarebbe interessata a estenderlo, soprattutto nel settore dei prodotti industriali.
Va detto che negli ultimi anni, la pressione cinese su Taiwan non ha lasciato indifferente il parlamento, ciò che ha irritato Pechino. Nel maggio 2023, per esempio, l'ambasciata cinese a Berna aveva reagito con impeto alla volontà del Consiglio nazionale di rafforzare i contatti col parlamento di Taiwan, definendola una "grossolana intromissione" negli affari interni dello Stato comunista. Nel corso della sessione speciale, la Camera del popolo aveva infatti accolto una mozione che mira all'avvicinamento dei due legislativi. L'ambasciata cinese chiedeva al Consiglio nazionale di attenersi al principio dell'unica Cina.
La Svizzera non riconosce Taiwan come Stato a causa della politica "una sola Cina" in vigore dal 1950. Tuttavia, oltre alle relazioni diplomatiche, intrattiene rapporti molto buoni su più livelli con lo Stato insulare.
Per conto del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae), il Trade Office of Swiss Industries (Tosi) – ossia la Camera di commercio e dell'industria svizzera, che può anche svolgere compiti consolari come il rilascio dei visti – rappresenta gli interessi svizzeri a Taiwan.