Svizzera

Karin Keller-Sutter e il prezzo da pagare per la tredicesima Avs

La ‘ministra’ delle Finanze evoca un aumento delle tasse in caso di sì. Uscendo allo scoperto prima di Elisabeth Baume-Schneider, responsabile del dossier

Karin Keller-Sutter
(Keystone)
27 dicembre 2023
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Berna – La destra e i partiti del centro sono preoccupati per il finanziamento a medio-lungo termine dell’Avs; la sinistra, invece, ne fa anzitutto una questione di aumento delle rendite per i pensionati. Mancano poco più di due mesi alla domenica di votazioni federali dedicata esclusivamente al primo pilastro, in attesa di quella in cui il popolo sarà chiamato a dire la sua (probabilmente in autunno) su una controversa riforma del secondo, di pilastro. I fronti sono ben delineati, gli argomenti degli uni e degli altri noti da tempo. Ma la campagna non è ancora entrata nel vivo. E il Consiglio federale non ha ancora spiegato nel dettaglio perché raccomanda di respingere sia l’iniziativa sindacale per una 13esima Avs, sia quella dei giovani liberali-radicali per un aumento dell’età di pensionamento.

A rompere il ghiaccio – in piena pausa per le festività natalizie – ci ha pensato la ‘ministra’ delle Finanze Karin Keller-Sutter (Plr). In una lunga intervista concessa alla ‘Neue Zürcher Zeitung’, e nella quale parla soprattutto della proposta dell’Unione sindacale svizzera (Uss), la sangallese agita un noto spauracchio: “Se l’iniziativa verrà accettata, difficilmente riusciremo a evitare un aumento delle tasse”. “Una tredicesima mensilità dell’Avs può essere finanziata solo se si aumenta l’Iva o i contributi salariali dei datori di lavoro e dei dipendenti. Forse è necessaria una combinazione di entrambi”, precisa la responsabile del Dipartimento federale delle finanze (Dff), che soltanto un mese fa era stata indirettamente rimproverata dalla Commissione della gestione del Consiglio nazionale (CdG-N) per la comunicazione – “più incentrata sul rifiuto dell’iniziativa che sull’informazione degli elettori” – del suo dipartimento (allora era alla testa di quello di Giustizia e Polizia) durante la campagna sull’Iniziativa per imprese responsabili, accolta dal popolo ma respinta dalla maggioranza dei cantoni nel novembre del 2020.

La riforma – fa notare ancora la consigliera federale – comporterebbe a medio termine costi aggiuntivi per ben cinque miliardi di franchi, di cui uno a carico della Confederazione. “È talmente costosa che non è possibile realizzarla senza un finanziamento aggiuntivo”. Al contrario, aumentando l’età di pensionamento come propongono i giovani Plr, “l’Avs probabilmente risparmierebbe circa 2 miliardi di franchi”.

Socialista contro Ps

Non va dimenticato poi che la popolazione continua a invecchiare. I costi, di conseguenza, aumentano. Grazie alla mini riforma approvata per un soffio alle urne lo scorso anno (aumento graduale a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne; incremento dell’Iva di 0,4 punti percentuali), l’Avs al momento è finanziata in modo stabile fino al 2030. Ma la tredicesima mensilità non è stata presa in considerazione, ricorda Keller-Sutter. Oggi la Confederazione contribuisce al primo pilastro versando 10 miliardi di franchi all’anno; nel 2035 il contributo sarà di 16 miliardi, spiega la consigliera federale. Per questo il Dipartimento federale dell’interno (Dfi) ha ricevuto l’incarico di presentare entro il 2026 una proposta per una revisione di ampio respiro dell’Avs.

A proposito di Dfi... Toccherà anzitutto alla sua responsabile, fresca di nomina, difendere ‘collegialmente’ la posizione dell’esecutivo. Sarà il primo banco di prova per la socialista Elisabeth Baume-Schneider, che dovrà schierarsi contro il suo partito e dire il male che pensa di una proposta che lei personalmente sostiene. Un compito non dei più facili, che lo scorso anno era toccato al suo predecessore Alain Berset, visibilmente poco entusiasta nel dover difendere – collegialità oblige – l’aumento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne. Inoltre, il fatto che la ministra delle Finanze – indicata nei sondaggi come membro più influente del Consiglio federale – sia già uscita allo scoperto, oltretutto bruciando sul tempo la sua collega, (neo) responsabile del dossier Avs, lascia intuire quanto il tema sia sentito nella Berna federale, non da ultimo perché dal 2025 si prospetta un deficit dietro l’altro nelle casse della Confederazione.

Doppio appuntamento il 3 marzo

L’iniziativa ‘Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità Avs)’ è stata lanciata dall’Uss. Il testo chiede l’introduzione di una mensilità supplementare al fine di compensare in qualche modo il calo delle rendite delle casse pensioni e l’aumento del costo della vita. L’iniziativa lascia aperta la questione del finanziamento. I sindacati propongono di utilizzare gli utili della Banca nazionale svizzera Bns. La votazione è in programma il 3 marzo. Trattandosi di una modifica costituzionale, serve la doppia maggioranza di popolo e cantoni.

Ben il 71% degli svizzeri voterebbe a favore della tredicesima Avs, secondo un sondaggio realizzato a fine ottobre dall’istituto di ricerca Sotomo per conto dell’Uss. Quasi un quarto degli intervistati, il 24%, si è detto contrario all’iniziativa. Il restante 5% era indeciso. Il testo è ben accolto in particolare tra gli elettori più anziani. Ma i sostenitori non mancano nemmeno tra i partiti borghesi: il 65% degli elettori dell’Udc ha manifestato l’intenzione di votare ‘sì’. Tradizione vuole però che il sostegno a un’iniziativa popolare scemi a mano a mano che ci si avvicina alla data della votazione.

L’altra iniziativa sull’Avs in votazione a inizio marzo è quella lanciata dai giovani Plr. Denominata ‘Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile (Iniziativa sulle pensioni)’, il suo scopo è migliorare la situazione finanziaria dell’Avs. Come? Innalzando a tappe di due mesi l’età di pensionamento, fino ad arrivare ai 66 anni nel 2032. In seguito questa dovrebbe essere adattata alla speranza di vita aumentando di 0,8 mesi per ogni mese di aspettativa di vita supplementare. In base alle previsioni attuali, i promotori stimano che l’età pensionabile salirà a 67 anni nel 2043 e a 68 nel 2056. Parlamento e Consiglio federale raccomandano la bocciatura di entrambe le proposte di modifica costituzionale.

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