Svizzera

Per gli elvetici il contante non si tocca: il 72% contro lo stop

A essere i più decisi contro la rinuncia a banconote e monete sono soprattutto gli anziani, ma anche chi guadagna meno di 4'000 franchi al mese

In sintesi:
  • Secondo un sondaggio dell'Università di San Gallo, l'espansione dei pagamenti digitali non implica il favore verso l'abolizione del contante
  • I più propensi ai pagamenti solo digitali sono i 40-49enni
Immagine di archivio
(Keystone)
25 ottobre 2023
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Il Covid ha modificato le abitudini di pagamento spostandole verso il digitale, ma gli svizzeri sono ben lontani dal voler rinunciare al contante: il 72% della popolazione interpellata attraverso un sondaggio si dice contraria ad abolire le banconote, solo il 28% è tentato dall'idea.

"Il fatto che la popolazione sia abituata da tempo a pagare con carta di credito e altre soluzioni di pagamento senza moneta non significa che sia favorevole all'abolizione del contante", afferma Sven Reinecke, professore all'università di San Gallo (HSG) e direttore del locale istituto di marketing, citato in un comunicato odierno. L'HSG ha effettuato il rilevamento demoscopico in collaborazione con Philoro, società di commercio di metalli preziosi con sede a Wittenbach (SG). Sono state interrogate 2’600 persone fra agosto e settembre in tutte e tre le principali regioni linguistiche.

Christian Brenner, direttore di Philoro, cita l'attuale situazione di incertezza geopolitica come una possibile ragione per cui il contante rimane attualmente molto popolare. "La guerra in Ucraina e ora anche il conflitto in Medio Oriente dimostrano che viviamo in tempi instabili: la gente si affida a valori sicuri", sostiene l'esperto, a sua volta citato nella nota.

Per quanto riguarda le fasce di età, a tenersi stretta la possibilità di pagare con i soldi del portamonete sono in particolare gli anziani: fra chi ha più di 60 anni il no all'abolizione del contante raggiunge l'88%. I più propensi a passare unicamente alle carte o alle app sono i 40-49enni, nella misura del 40%: la quota è invece assai più bassa per i 30-39enni (30%) e per i 18-29enni (31%).

I più contrari? Quelli che guadagnano meno

Interessante è il posizionamento degli interpellati in base al reddito. I più decisi contro la rinuncia al contante sono coloro che guadagnano meno di 4’000 franchi al mese (83%); il no è chiaramente maggioritario anche tra chi può contare su più di 12'000 franchi, ma scende al 59%.

L'indagine fa parte di uno studio più ampio, che ha messo in luce come due terzi della popolazione elvetica possieda oro, ad esempio sotto forma di gioielli, per un valore complessivo stimato in circa 17 miliardi di franchi. Sulla questione specifica dell'oro HSG e Philoro avevano già comunicato due settimane or sono.

Il tema della rinuncia completa alle banconote è molto caldo all'estero, dove vi sono autorità che spingono per l'abolizione. Diversa la posizione in Svizzera, non solo a livello di popolazione. Ad esempio meno di un anno fa Martin Schlegel, vicepresidente della direzione generale della Banca nazionale (BNS) aveva a lungo spiegato i vantaggi che, stando all'istituto, continua ad avere il contante: si va dalla capacità di gestire meglio le spese alla facilità d'impiego, che consente la partecipazione di tutte le persone alla vita economica e sociale, passando per la protezione dei dati personali. Veniva inoltre citata la necessaria infrastruttura tecnica minima: con banconote e monete si è sempre in grado di pagare, anche quando un terminale di pagamento a una cassa non funziona, il cellulare non ha campo o non c'è corrente elettrica.

La questione interessa anche la politica: nel febbraio scorso è stata infatti depositata l'Iniziativa popolare federale "sì a una valuta svizzera indipendente e libera con monete o banconote (Il denaro contante è libertà)". Nell'agosto scorso il Consiglio federale ha messo in consultazione un controprogetto diretto.

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