Svizzera

Boom di sottoliste per le elezioni federali di ottobre

‘Effetto copia-incolla tra i partiti’, dice il politologo Nenad Stojanovic. Vantaggi e rischi di una strategia molto gettonata

Tra liste, sottoliste e congiunzioni la scelta non manca
(Keystone)

Berna – Il numero di candidati al Consiglio nazionale raggiungerà quest’anno livelli record, poiché i partiti moltiplicano le loro liste. La strategia è quella di rafforzare i candidati principali, ma i partiti dicono anche di voler incoraggiare i giovani e diversificare i temi.

Nel 2019 ci sono stati 4mila candidati al Consiglio nazionale, il triplo rispetto agli anni Settanta. Ora che le liste sono state presentate ufficialmente in undici cantoni, questo numero è già stato superato. Alla fine si dovrebbe arrivare ben oltre i 5mila, se non addirittura i 6mila. Motivo principale: la proliferazione delle liste di candidati all’interno dei partiti stessi. Un fenomeno al quale non sfugge nemmeno il Ticino, dove le ‘sottoliste’ sono raddoppiate (da 11 a 22) rispetto a quattro anni fa.

L’esempio argoviese

A differenza delle congiunzioni di liste vere e proprie, che consentono alleanze trasversali tra i partiti (tra i Verdi e il Ps, ad esempio, o tra l’Udc e il Plr), le cosiddette ‘sottocongiunzioni’ avvengono all’interno dello stesso partito. Oltre a presentare una lista principale di figure chiave, tra le quali i candidati in carica, i partiti possono presentare delle sottoliste i cui voti andranno ad aggiungersi ai suoi.

Quattro anni fa, il Ppd (ora Alleanza del Centro) nel Canton Argovia riuscì a conquistare un secondo seggio al Nazionale grazie alle sue 9 sottoliste. L’impresa non passò inosservata, poiché le sottoliste erano qualcosa di ancora relativamente nuovo sul piano nazionale.

Il fenomeno nel frattempo ha preso piede. E in quest’anno elettorale «c’è un effetto copia-incolla tra i partiti», ammette Nenad Stojanovic, dell’Università di Ginevra. Questa strategia, spiega il politologo a Keystone-Ats, «è molto utile perché ogni piccola lista, ogni nuovo candidato porta con sé la sua rete di potenziali nuovi elettori». E questo permette di rafforzare la mobilitazione dei potenziali elettori.

Svariate logiche

La creazione di sottoliste segue svariate logiche. Le diverse correnti ideologiche già esistenti all’interno dei partiti possono portare alla creazione di una sottolista. Ad esempio, i Verdi liberali – uno dei partiti con il maggior numero di liste a livello nazionale – hanno lanciato la lista ‘animali e natura’ e quella denominata ‘energia’.

Alcune sottoliste riflettono la diversità di genere. Il Partito socialista, ad esempio, da anni presenta liste di uomini e liste di donne. Esistono poi sottoliste territoriali. Come nel Vallese, dove le liste sono tradizionalmente separate per il Vallese francofono e per la parte germanofona del cantone.

«Se un partito vuole ottenere voti, deve raggiungere coloro che di solito non votano. Ecco perché è così importante che tutti i partiti mantengano le loro sezioni giovanili» per attirare nuovi elettori che quattro anni fa non potevano ancora esercitare il diritto di voto, sottolinea Nenad Stojanovic. La stessa logica spiega la comparsa di liste di migranti, di ‘secondos’, di persone di origine straniera o di svizzeri all’estero.

Le nove liste del Pvl bernese

Anche quest’anno i Verdi liberali fanno ampio ricorso alla strategia. Come il Ppd nel 2019, la sezione bernese del Pvl presenta nove liste, tra cui quella dei ‘Francofili’ e quella dei ‘Queer & Allies’. Il presidente del Pvl bernese, Casimir von Arx, sottolinea la volontà di «mostrare la portata dell’impegno del partito e la diversità dei temi trattati».

«È chiaro – spiega Von Arx – che la lista principale raccoglierà il maggior numero di voti». «Tuttavia, le liste secondarie offrono ai candidati l’opportunità di mostrare il loro impegno per alcuni temi che ci stanno a cuore nel partito e quindi di affinare il loro profilo».

A Ginevra, il consigliere nazionale del Plr Christian Lüscher, che non si ricandiderà in ottobre, riconosce che queste liste permettono «a giovani politici promettenti di farsi strada nel Cantone prima di entrare nel Parlamento federale».

Segno di debolezza?

Il Plr ginevrino però non segue l’esempio del Pvl bernese. Soltanto una sottolista ‘giovani’ verrà affiancata a quella principale del partito. Secondo Lüscher, la moltiplicazione delle liste appare come «una mossa disperata» e un segno di debolezza del partito.

L’idea in effetti divide. Alcuni temono che molte sottoliste veicolino l’immagine di un partito frammentato, spiega Stojanovic. «Come politologo, direi loro di non esitare a usare la strategia», afferma.

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