Svizzera

Gli Stati ribadiscono il loro ‘sì’ alle garanzie federali

Sessione straordinaria, confermata la decisione della vigilia. Con tanto di giro di vite per le condizioni poste per la loro concessione

La relatrice commissionale Johanna Gapany
(Keystone)
12 aprile 2023
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Il Consiglio degli Stati, durante l'esame delle divergenze, ha nuovamente approvato – con 29 voti contro 5 – le garanzie finanziarie della Confederazione, pari a 109 miliardi di franchi, per l'acquisizione del Credit Suisse da parte di Ubs, inasprendo le condizioni poste per la loro concessione.

In particolare i senatori hanno chiesto al Governo una modifica della legge sulle banche con l'obiettivo di ridurre i rischi per le finanze federali e l'economia legati agli istituti di importanza sistemica. La revisione dovrà esaminare alcune condizioni come un aumento sostanziale del capitale proprio e una limitazione dei bonus per i dirigenti delle banche di importanza sistemica.

"Si tratta di costruire un ponte con il Nazionale", ha dichiarato la relatrice della commissione Johanna Gapany (Plr/Fr. Ieri sera il Nazionale aveva respinto le garanzie grazie a un‘"alleanza contro natura" fra Udc e sinistra. Il Ps era disposto ad approvare i crediti, a patto di porre delle condizioni alle banche che ne beneficiano. Resta da vedere se l'aggiunta del Consiglio degli Stati farà cambiare loro idea. Il voto del Nazionale è previsto nel pomeriggio.

La maggioranza della commissione proponeva addirittura di inserire i nuovi requisiti relativi al capitale e ai bonus direttamente nella modifica della legge. Ps, Verdi e alcuni esponenti del Centro si sono schierati a favore di questa soluzione. "Se il Consiglio nazionale respinge i crediti una seconda volta, non potremo riesaminare la proposta", ha dichiarato Erich Ettlin (Centro/Ob). Se il Parlamento rifiuta le garanzie sarebbe un pessimo segnale per la piazza finanziaria.

Il plenum però si è schierato a favore della soluzione di minoranza proposta da Thomas Hefti (Plr/Gl) chiedendo solo un esame dei requisiti, come votato anche dal Nazionale. "Esaminare" consente un po’ più di margine di manovra e di varianti, ha detto Hefti.

Su richiesta di Thierry Burkart (Plr/Ag), il Consiglio degli Stati ha poi esteso il mandato di revisione a tutte le grandi banche di importanza sistemica e non solo quelle private. Anche Postfinance e la Banca cantonale di Zurigo potrebbero rappresentare un rischio, ha detto Burkart.

È stata invece respinto l'emendamento di Lisa Mazzone (Verdi/Ge) che chiedeva di includere nel mandato anche un sistema di separazione della attività bancarie. "Le banche devono tornare a essere ciò che erano prima, ovvero fornitori di finanziamenti per le infrastrutture future. Non sono lì per fare soldi con i soldi", ha detto. Le attività di investimento a rischio e le attività di prestito necessarie per l'economia devono essere separate, ha aggiunto. In questo modo il fallimento delle prime non causerà il fallimento anche delle altre attività. La proposta è stata bocciata di misura con 22 voti contro 19.

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