Svizzera

Resta alto il livello di spese sociali. Ma stabile

Mentre nel resto dell’Europa la media delle prestazioni è di 15’600 franchi per abitante (a parità di potere d’acquisto), in Svizzera si sale a 23’900

A volte serve un colpo di mano dallo Stato
(Ti-Press)
13 febbraio 2023
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Le spese per le prestazioni sociali in Svizzera sono rimaste pressoché invariate tra il 2020 e il 2021, sulla falsariga di quanto successo in tutta Europa in questi due anni. Le ultime stime parlano di un +0,3% in termini nominali e di un -0,2% in termini reali, indica oggi l’Ufficio federale di statistica, secondo cui il dato ha raggiunto i 207 miliardi di franchi.

Si tratta di un livello elevato nel confronto europeo e se paragonato ai numeri precedenti al Covid, riferisce un comunicato dell’organo con sede a Neuchâtel. Nel 2021, le prestazioni sociali nel Vecchio Continente ammontavano a 15’600 franchi per abitante a parità di potere d’acquisto (valore mediano). In Svizzera invece si sale fino a 23’900 franchi, un valore simile a quello di Paesi come Germania, Austria e Danimarca.

Se paragonate al prodotto interno lordo, le prestazioni sociali nella Confederazione si sono attestate al 27,9% di questo dato macroeconomico, ossia 2,2 punti percentuali sopra la mediana continentale. Tuttavia, in percentuale le nazioni confinanti hanno speso di più: si va dal 31% del prodotto interno lordo per i tedeschi al 33,3% per i francesi, passando dal 31,5% degli italiani.

Due tendenze che si annullano

Tornando all’evoluzione per gli anni 2020 e 2021, in termini reali le spese sociali sono rimaste perlopiù stabili anche in Austria (-0,0%), in Italia (+0,2%) e in Germania (+0,5%). Leggero incremento invece in Francia (+1,5%). In generale, nel 2021 due tendenze opposte hanno finito per annullarsi: l’aumento delle spese negli ambiti della sanità e della vecchiaia è stato compensato dalla diminuzione nel settore della disoccupazione, spiega l’Ufficio federale di statistica.

Con l’allentamento dei provvedimenti volti ad arginare la pandemia, i Paesi europei hanno infatti vissuto una ripresa economica e un calo degli oneri per i senza lavoro. Per contro, nella sanità si è vissuto un rialzo dei costi, a causa fra le altre cose di test e vaccini.

Contributi meno elevati

Nel 2021, dettaglia ancora l’Ufficio federale di statistica, le entrate della sicurezza sociale sono diminuite del 3,1% rispetto al 2020, portandosi a 251,7 miliardi di franchi. Una diminuzione che comunque va vista nel contesto dell’eccezionale crescita osservata tra il 2019 e il 2020 (+11,5%).

Da un lato, i contributi della Confederazione erano aumentati di 13,1 miliardi nel primo anno pandemico, con l’introduzione dell’indennità per lavoro ridotto e quella di perdita di guadagno. In seguito al miglioramento della situazione economica nel 2021, essi sono poi scesi (-2,5 miliardi).

Dall’altro, l’aumento dei contributi sociali dei datori di lavoro del 2020 (+10,3 miliardi) è stato ampiamente riassorbito l’anno successivo (-7,7 miliardi): il picco era legato tra l’altro alle assenze dovute al coronavirus (copertura del salario in caso di malattia) e a contributi una tantum alla previdenza professionale.

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