Svizzera

'I rapporti non consenzienti vanno puniti come stupri'

La petizione 'Giustizia per le persone che hanno subito violenze sessuali' è stata consegnata a Karin Keller-Sutter corredata da 35mila firme

Archivio Ti-Press
28 novembre 2019
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I rapporti sessuali non consensuali devono essere puniti come stupri. È quanto chiede una petizione firmata da 35mila persone trasmessa oggi alla consigliera federale Karin Keller-Sutter, responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp).

Durante la consegna militanti vestiti di nero reggevano manifesti con scritte come "Il sesso senza consenso è stupro" e "Solo sì vuol dire sì". È stata inoltre trasportata un'effigie argentata a rappresentare la giustizia.

La petizione, intitolata "Giustizia per le persone che hanno subito violenze sessuali", è stata lanciata dal Amnesty International in collaborazione con una trentina di Ong. Chiede di prendere misure e investire le risorse necessarie affinché chi ha subito violenze sessuali sia protetta o protetto e ottenga giustizia.

Il testo invita Keller-Sutter e il Parlamento a "proporre revisioni del Codice penale affinché qualsiasi atto sessuale non consensuale possa essere adeguatamente punito e la legislazione svizzera sia conforme alle norme internazionali in materia di diritti umani, come la Convenzione di Istanbul".

La petizione chiede inoltre una formazione continua e obbligatoria per giudici, polizia e avvocati nell'assistenza alle vittime di violenze sessuali. Raccomanda infine una raccolta sistematica di dati e studi sul trattamento dei reati contro l'integrità sessuale nel sistema giudiziario svizzero.

Dati allarmanti

Le violenze sessuali sono molto più diffuse di quanto si creda. Secondo un recente studio dell'istituto gfs.bern, commissionato da Amnesty Svizzera, il 22% delle donne in Svizzera ha già subito atti sessuali non consensuali e il 12% ha avuto rapporti sessuali contro la propria volontà. Quasi la metà delle vittime preferisce non parlare di questi episodi. Solo l'8% ha sporto denuncia alla polizia.

Allarmanti anche i dati sulle molestie: quasi il 60% delle 4500 donne interpellate dall'istituto si è detta vittima di contatti, abbracci o baci indesiderati.

La palla al Parlamento

Lo scorso agosto il Consiglio federale, rispondendo a una domanda della consigliera nazionale vodese Isabelle Moret (Plr), ha affermato che non è opportuno proporre una nuova riforma in questo ambito. Secondo l'esecutivo sarebbe difficile riformare un settore così sensibile del diritto penale.

Una revisione del sistema di sanzioni è attualmente all'esame del Parlamento. Nel 2018, il Consiglio nazionale ha accolto una mozione di Laurence Fehlmann Rielle (Ps/Ge) per estendere il concetto di violenza carnale nel Codice penale indipendentemente dal sesso della vittima e per includere la dimensione della coercizione. Ora tocca agli Stati esprimersi.

Il principio del consenso reciproco è già una realtà in otto paesi europei. La riforma è all'esame in altre nazioni. La Convenzione di Istanbul, entrata in vigore in Svizzera lo scorso anno, prevede chiaramente che l'assenza di consenso sia al centro di qualsiasi definizione giuridica di stupro e altre forme di violenza sessuale.
 
 

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