Più di una su 10 ha avuto rapporti sessuali contro la sua volontà. Solo l'8% delle vittime sporge denuncia. 'Diritto obsoleto'
"Le violenze sessuali sono molto più diffuse in Svizzera di quanto non si creda. Almeno una donna su cinque di età superiore ai 16 anni ha subito degli atti sessuali non consensuali e più di una donna su dieci ha avuto un rapporto sessuale contro la sua volontà". A dirlo è Amnesty International; ed è quanto emerge da un sondaggio rappresentativo su 4.495 donne condotto da gfs.bern su mandato dell'organizzazione.
Il 22% delle donne in Svizzera sarebbe stata costretta ad atti sessuali non consensuali, il 12% avrebbe avuto almeno un rapporto sessuale contro la propria volontà. Il 68% delle vittime conosceva l'aggressore. “È spaventoso constatare fino a che punto le donne parlino poco delle aggressioni sessuali vissute, anche all’interno della loro cerchia più stretta. Quasi la metà delle donne toccate (49%) tiene per sé l’episodio di violenza sessuale. Solo l’8% di loro ha denunciato l’episodio alla polizia”, ha dichiarato Cloé Jans di gfs.bern.
"Sono molte – nota Amnesty – "le forme di aggressione sessuale diffuse nel nostro paese. Il 40% delle donne in Svizzera teme di subire delle molestie sessuali nella sua vita quotidiana. Oltre la metà (59%) ha già dovuto affrontare contatti, abbracci o baci non desiderati".
“I risultati dell’indagine sono scioccanti. Essi rivelano che i casi registrati nelle statistiche della polizia sulla criminalità rappresentano solo la punta dell’iceberg. In Svizzera le aggressioni sessuali restano impunite nella grande maggioranza dei casi,” ha dichiarato Manon Schick, direttrice generale di Amnesty Svizzera.
Nel 2018 la polizia ha registrato un totale di 1'291 infrazioni legate alla violazione dell’integrità sessuale (coazione sessuale e stupri) (dati: Statistiche della polizia sulla criminalità 2018).
"Secondo gli esperti giuridici e i centri di sostegno alle vittime – scrive Amnesty – "un diritto penale obsoleto così come falsi miti sullo stupro, largamente diffusi nella società e nel sistema giudiziario, spiegano l’impunità di cui godono gli autori di stupri".
“Le violenze sessuali hanno delle gravi conseguenze sulla vita delle vittime. Ma il torto causato alle persone toccate viene spesso minimizzato. I falsi miti sulle vittime e sullo stupro discolpano l’aggressore e gettano discredito sulla credibilità delle donne, dando loro la colpa. Questi miti fanno sì che le vittime si sentano sminuite, e impediscono loro di chiedere aiuto e denunciare i fatti,” testimonia Agota Lavoyer di Lantana, servizio di aiuto alle vittime di aggressioni sessuali.
Amnesty richiama poi l'attenzione sulla Convenzione di Istanbul del Cosiglio d'Europa, entrata in vigore in Svizzera nell'aprile 2018. E nota: "Secondo questa Convenzione, lo stupro e qualsiasi attività sessuale con un’altra persona senza il suo consenso devono essere definite come infrazioni penali (articolo 36). Nel codice penale svizzero attuale però i rapporti sessuali senza consenso non sono sempre considerati come stupro (articolo 190 CP). Per far sì che un’aggressione sessuale o lo stupro siano considerati come tali deve sempre esserci un mezzo di coercizione, ovvero l’autore deve 'minacciare' la vittima, 'fare uso di violenza', 'esercitare pressioni psicologiche' o 'renderla inetta a resistere'. Se non ci sono stati mezzi di coercizione, in Svizzera l’atto non viene considerato come una grave violazione dell’integrità sessuale, anche se la vittima ha chiaramente detto 'no'".
Si sollecita dunque un adeguamento del diritto penale svizzero. Nora Scheidegger, avvocata ed esperta in diritto penale svizzero in materia di infrazioni contro l’integrità sessuale, auspica l’introduzione di una nuova infrazione base che renda l’atto sessuale senza consenso reciproco un’infrazione punibile di principio, proteggendo così maggiormente il diritto all’autodeterminazione sessuale: “La Svizzera dispone di un diritto penale in materia di reati sessuali obsoleto, che dovrebbe essere totalmente riformato".
E ancora: “Oggi molte vittime sono in una posizione di debolezza in tribunale e non ottengono giustizia. Poiché la norma in materia di stupro presuppone la coercizione, si chiede indirettamente alla vittima di difendersi. Questo è profondamente problematico poiché la 'paralisi involontaria' o lo 'choc' sono delle reazioni fisiologiche e psicologiche molto frequenti in concomitanza con la violenza sessuale”.
In una petizione, Amnesty International "chiede alla Consigliera federale Karin Keller-Sutter e al Dipartimento federale di Giustizia e Polizia di presentare delle proposte di riforma del diritto penale affinché tutti gli atti sessuali senza consenso reciproco siano punibili". La petizione domanda inoltre "la formazione obbligatoria e continua dei magistrati, della polizia e degli avvocati nella presa a carico delle vittime di violenza sessuale, come pure la raccolta sistematica di dati e la realizzazione di studi sul trattamento delle infrazioni contro l’integrità sessuale nel sistema giudiziario svizzero".
È pronta anche una nuova campagna (con un video in francese e tedesco) per sensibilizzare cittadini e politici: maggiori informazioni qui.