Svizzera

Al vaglio regole più precise per i viaggi dei deputati

Negli scorsi giorni i commenti positivi sulla Corea del Nord del consigliere nazionale Claude Béglé (Ppd/Vd), in visita nel Paese, avevano originato critiche

Un controverso viaggio in Corea del Nord (Keystone)
24 luglio 2019
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L'Ufficio del Consiglio nazionale sta esaminando se non occorra chiarire meglio le regole per i viaggi dei parlamentari all'estero, in particolare quando questi vengono compiuti come privati cittadini e non in rappresentanza della Svizzera. Una decisione dovrebbe essere presa entro la sessione autunnale delle Camere.

Ci sono vari esempi di viaggi controversi senza mandati ufficiali, come la visita di un gruppo di parlamentari svizzeri a una colonia ebraica nei territori occupati da Israele in Cisgiordania, un viaggio di cinque politici elvetici in Eritrea o il recente viaggio in Corea del Nord del consigliere nazionale vodese Claude Béglé (Ppd).

In quest'ultimo caso era recentemente scoppiata una polemica per le sue esternazioni positive sul Paese. Alcuni giorni fa, il parlamentare popolare democratico ha infatti indicato su twitter, riferendosi alla Corea del Nord, che "gli stipendi sono bassi, ma tutto è fornito dallo Stato: il riso, gli alimenti di base, l'alloggio, le prestazioni sanitarie e la formazione. E funziona meglio di quanto si possa immaginare". Tuttavia, secondo un recente rapporto dell'organizzazione australiana per i diritti umani Walk Free Foundation, ogni decimo nordcoreano deve lavorare in condizioni di schiavitù. E per Amnesty International, circa 120mila prigionieri politici vivono segregati in campi di lavoro di stampo staliniano.

Dopo le critiche giunte dalla Svizzera (la sezione vodese del Ppd si è ad esempio distanziata dai suoi tweet), Béglé ha spiegato di essere andato in Corea del Nord "per tentare di capire, senza preconcetti, e vedere con i miei occhi ciò che vi succede". E ha sottolineato che si è trattato di una visita privata, senza mandato ufficiale e che è il solo responsabile dei suoi commenti.

Nel frattempo, l'Ufficio del Consiglio nazionale ha dunque visto la necessità di agire e da gennaio ha creato un gruppo di lavoro per esaminare le attuali regole per i viaggi privati dei parlamentari e proporre eventuali adeguamenti. I lavori si sono conclusi da alcuni mesi. Ma le opinioni sono divergenti sul fatto che basti adattare le regole attuali oppure che sia necessaria una modifica della legge parlamentare, dice all'agenzia Keystone-Ats la consigliera nazionale vodese Isabelle Moret (Plr/Vd), membra dell'apposito gruppo di lavoro di cui fanno parte anche i colleghi Ronald Rino Büchel (Udc/Sg) e Edith Graf-Litscher (Sp/Tg).

Questo "aspetto pseudo-ufficiale" può portare a malintesi in altri paesi. Questi considerano spesso importanti e ufficiali i soggiorni di parlamentari svizzeri. Le loro esternazioni politiche durante viaggi privati all'estero sono quindi delicate.

"I deputati dovrebbero semplicemente fare vacanza e non lasciarsi utilizzare da governi di altri paesi e incomodare la locale ambasciata svizzera", dice Rino Büchel. E - aggiunge - nel caso di Béglé la Corea del Nord ha certamente avuto "un grande piacere" per i suoi commenti positivi.

Secondo Graf-Litscher occorrono in particolare linee direttive per stabilire quando una delegazione di parlamentari all'estero possa essere ritenuta ufficiale. Ciò è molto importante soprattutto nei Paesi in cui la Svizzera svolge un ruolo diplomatico.

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