Svizzera

Valanga a Crans-Montana, due feriti su tre dimessi

In fin di giornata la polizia ha revocato il divieto di sorvolo e ha riconsegnato la pista agli impianti di risalita vallesani

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20 febbraio 2019
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È stato aggiornato oggi a un morto e tre feriti il bilancio della valanga che ieri pomeriggio ha investito alcuni sciatori su una pista sopra Crans-Montana, in Vallese. È infatti morto nelle prime ore di stamane all'ospedale di Sion un uomo che era stato ricoverato in gravi condizioni. Tutti gli indizi fanno ora pensare che possa essere il bilancio definitivo, non risultando dispersi.

La polizia cantonale ha precisato che la vittima è un francese di 34 anni che lavorava come pattugliatore sulle piste del comprensorio sciistico. L'uomo stava soccorrendo un ferito quando è scesa la valanga.

La società degli impianti di risalita di Crans-Montana (CMA) ha confermato che era un suo dipendente, assunto a stagione dal 2010, mentre d'estate era soccorritore in montagna. Il francese era sposato e padre di due bambini. Una cellula di sostegno psicologico è stata istituita per assistere i famigliari, i colleghi e i turisti colpiti dalla disgrazia.

Un collega del pattugliatore, il ferito che i due stavano soccorrendo e una terza persona sono stati travolti dalla valanga ma se la sono cavata con ferite minori. I quattro sono stati rapidamente estratti dalla massa di neve e ricoverati in ospedale a Sion. Il francese 34enne, che versava in uno stato critico, è morto stamane presto. Due dei feriti sono stati dimessi già oggi, mentre il terzo rimane in ospedale, ha indicato la polizia nel tardo pomeriggio.

Ricerche interrotte

Le ricerche di eventuali dispersi sotto la valanga sono proseguite per tutta la notte. Stamane sono state interrotte ma riprenderanno "se la situazione lo esige", ha indicato la polizia, precisando che i soccorritori non hanno trovato altre persone sepolte sotto la massa nevosa e che non sono stati segnalati dispersi. Tutto fa pensare dunque che non ci siano altre vittime.

La polizia ha aperto ieri una helpline telefonica, alla quale si sono rivolte 43 persone preoccupate. Tutte le informazioni sono state verificate e tutte le persone cercate sono state localizzate, ha indicato un portavoce. Sono state effettuate anche ricerche di telefoni cellulari e pattuglie hanno setacciato la stazione sciistica per vedere se ci fossero veicoli che potevano appartenere ad eventuali vittime, senza risultato.

Aperta inchiesta

La valanga si è staccata verso le 14.15 sulla pista nera Kandahar, la più alta del comprensorio, che scende dalla cima Pointe de la Plaine Morte (2926 m). La massa di neve, con un fronte largo 100 metri, si è distesa su 840 metri, di cui circa 400 sulla pista nella zona detta Passage du Major, a circa 2500 metri d'altitudine.

Una vasta operazione è scattata immediatamente impegnando pompieri, otto elicotteri, cani, militari, nonché maestri delle scuole di sci e lo staff delle stazioni sciistiche vicine, per un totale di 244 persone.

Per chiarire le circostanze dell'accaduto il Ministero pubblico vallesano ha aperto un'inchiesta e ha chiesto una perizia nivologica. Due ipotesi sono attualmente all'esame: la valanga è stata causata da sciatori oppure è stato un evento spontaneo dovuto alle condizioni meteorologiche. Per i bisogni dell'indagine, la pista è rimasta oggi chiusa, come pure lo spazio aereo sovrastante: neppure i droni erano permessi. In fin di giornata la polizia ha però revocato il divieto di sorvolo e ha riconsegnato la pista alla CMA.

Valanga da slittamento

Secondo il nivologo Robert Bolognesi, si è trattato di un avvenimento eccezionale, tanto più che a questa altitudine l'aumento della temperatura è relativo. "Non penso che il rischio sia stato sottovalutato. Questa valanga si è staccata sopra la quota abituale delle 'valanghe da reptazione', o 'da slittamento'".

Nel suo bollettino di ieri mattina alle 08.00, l'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF di Davos indicava che con il rialzo termico e l'irradiazione solare diurni erano da aspettarsi in giornata sotto i 2500 metri "valanghe bagnate e per scivolamento di neve" e che queste ultime potevano "raggiungere dimensioni grandi". Il rischio era tuttavia considerato soltanto "moderato" (livello 2 su una scala di 5).

A quanto si è appreso, la CMA aveva previsto di chiudere la pista alle 14.45 quale misura precauzionale, come aveva fatto il giorno prima.

La direzione dell'azienda ha organizzato uno spazio di raccoglimento alla stazione di partenza della funivia. Domani sarà osservata una giornata di lutto su tutto il comprensorio sciistico, con un minuto di silenzio alle 14.23.

La disgrazia non comprometterà per contro il programma delle gare di coppa del mondo di sci previste da domani a domenica. D'intesa con la Federazione internazionale di sci (FIS) anche le discese di allenamento sono mantenute, indica una nota del comitato organizzatore.

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