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Il calcio, ma visto da un'altra prospettiva

Vincere la depressione passando anche per la Coppa del mondo per senzatetto: la singolare storia di Cédric Jelmini

26 gennaio 2019
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Lo sport come trampolino per ricominciare. Una seconda opportunità per rilanciarsi e ritrovare speranze e motivazioni. È quello che è successo a Cédric Jelmini, 48enne di Bellinzona che, a causa di una serie di infortuni al crociato del ginocchio destro (il primo a 22 anni), ha dovuto rinunciare al calcio agonistico. Un duro colpo a livello psicologico che ha contribuito a portarlo addirittura alla depressione. Ma Cédric non si è arreso, ha continuato a praticare sport e ha ottenuto recentemente un importante risultato: è stato selezionato per i Mondiali di ‘street soccer’ della ‘Homeless World Cup’ disputati in Messico a novembre (la Coppa del mondo dei senzatetto).

Lo ‘street soccer’, disciplina esplosa nel 2003, si gioca sull’asfalto, in un campo delimitato da balaustre. I giocatori in campo sono tre per squadra più il portiere. Al Mondiale di quest’anno hanno preso parte 46 selezioni maschili e 10 femminili. «Sono entrato nel giro della Nazionale grazie ad Azatlaf Ticino – racconta Jelmini –, una società sportiva con fini socioterapeutici. I giocatori che formano il team sono in invalidità, in assistenza, oppure richiedenti d’asilo. Insomma, persone con storie difficili alle spalle. Abbiamo disputato cinque tornei in Svizzera nel corso dell’anno. Il coach della Nazionale ha poi discusso con i responsabili delle diverse squadre che hanno partecipato alle competizioni e ognuno ha proposto alcuni dei suoi atleti. Io sono l’unico ticinese a essere stato selezionato».

Gli otto calciatori scelti hanno quindi partecipato a un campo d’allenamento dal 2 al 10 novembre. Perso un membro del team per infortunio, i sette rimasti sono partiti per il Messico. Dopo due giorni hanno disputato il primo incontro. La Svizzera, inserita nel girone D con Scozia, Russia Ungheria e Svezia, ha collezionato tre sconfitte e una vittoria 9-0 contro gli scandinavi, qualificandosi ai playoff B. Nella seconda fase del torneo i rossocrociati hanno vinto cinque partite (contro Francia, Irlanda del Nord, Guatemala, Italia e Hong Kong), accedendo alla finale con la Colombia, persa poi 6-1. «Siamo soddisfatti del nostro percorso – commenta Jelmini –. Quando si perde una finale c’è sempre un po’ di rammarico. Passati alcuni giorni, però, la delusione viene sostituita dalla consapevolezza di avere raggiunto un risultato importante grazie al nostro spirito di squadra. E poi, già il fatto di esserci stati può essere considerata una vittoria. Sono state giornate intense, che mi hanno regalato grandi emozioni, inclusa quella di indossare la fascia di capitano».

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