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Addio a Libero Casagrande, autodidatta curioso e lungimirante

Dal lutto dell’editoria ticinese alle ‘visioni’ di Riget in vista del 2 aprile. Ma nell’edizione odierna spazio pure a tunnel faunistico e sindaci momò

14 febbraio 2023
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Autodidatta, curioso e lungimirante. Tre aggettivi che ben riassumono la persona e la personalità di Libero Casagrande, fondatore dell’omonima casa editrice bellinzonese, fra i protagonisti del settore della stampa e dell’editoria della Svizzera italiana (e non solo), morto negli scorsi giorni all’età di 93 anni. Nel ripercorrere la figura di Libero Casagrande, vi proponiamo anche il suo ricordo tracciato da Sandro Bonalumi.

La frammentazione come punto di partenza per tutta una serie di cambiamenti fra i banchi del Gran Consiglio. È quanto prevede la copresidente del Ps Laura Riget, che non esclude di aprire le porte delle commissioni parlamentari ai partiti minori: "Se dopo le elezioni del 2 aprile uscirà un Gran Consiglio ancora più frammentato sarà necessario riflettere su delle riforme che rendano più funzionale il lavoro parlamentare. Penso ad esempio al fatto che i partiti piccoli non siano rappresentati nelle commissioni, questo rende più difficoltoso il funzionamento del Gran Consiglio. L’inizio della legislatura è il momento più adatto per riforme ampie in questa direzione".

Si fa un po’ più in discesa la strada che dovrebbe portate alla realizzazione di un tunnel faunistico (‘salva-cervi’) sulla strada cantonale tra Bellinzona e Locarno, vicino alla ‘esse’ di Gudo. Avendo ottenuto dal Cantone sufficienti garanzie per una migliore gestione degli ungulati che scenderanno sul Piano di Magadino, l’Unione contadini è infatti pronta a ritirare la sua opposizione.

Forse è la volta buona. L’idea di un Convivio intercomunale dei sindaci del Mendrisiotto sembra incontrare diversi consensi. Di certo di più di quelli del progetto di aggregazione del Basso Mendrisiotto.

Riflessione, infine, del vicedirettore Andrea Manna sul caso Unitas, secondo il quale la mancata pubblicazione del rapporto di audit alimenta confusione e sospetti. Un problema di trasparenza, non nuovo, quando si parla di dossier politicamente scomodi come questo.

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