Oggi le votazioni ‘federali’ nel Paese balcanico, fra lo spettro dei nazionalismi e dei populismi
In Bosnia-Erzegovina si vota dalle 7 di oggi per le elezioni generali, con oltre 3,3 milioni di aventi diritto chiamati a rinnovare tutti gli organi istituzionali, a livello sia federale che delle due entità che compongono il Paese balcanico – la Federazione croato-musulmana e la Republika Srpska.
Si vota anche per il parlamento del Distretto autonomo di Brcko. La consultazione si tiene nel pieno di una profonda crisi politico-istituzionale, la più grave dalla fine della guerra fratricida del 1992-1995, con diffusi timori per la stessa integrità territoriale del Paese.
A dominare restano i nazionalismi e le rigide demarcazioni etniche e religiose fra i tre popoli costitutivi della Bosnia-Erzegovina, nel suo assetto emerso con gli accordi di pace di Dayton del 1995 – i bosniaci musulmani (50,1% della popolazione), i serbi ortodossi (30,8%) e i croati cattolici (15,4%).
L’attenzione è rivolta in particolare sul rinnovo della presidenza tripartita bosniaca, di cui fanno parte i rappresentanti delle tre componenti etniche del Paese, in perenne contrasto fra loro. Il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik – componente serbo uscente della presidenza e che è nel mirino della comunità internazionale per le sue aperte aspirazioni secessioniste – è il candidato favorito alla presidenza della Republika Srpska, con la presidente uscente Zeljka Cvijanovic candidata a sua volta a prendere il posto di Dodik nella presidenza.
Appelli agli elettori a recarsi alle urne e a garantire elezioni corrette e democratiche sono stati lanciati dall’Alto rappresentante internazionale Christian Schmidt e dal capo della rappresentanza Ue Johann Sattler. I quasi 6mila seggi chiuderanno alle 19.