Seconda, prevedibile, fumata nera. Salvini e Meloni propongono Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio, ma Letta e Conte vogliono passare oltre
Anche oggi è fumata nera. L’accordo tra le forze politiche non c’è neanche al secondo giorno di votazioni dei grandi elettori. Il centrodestra ha ufficializzato le candidature dell’ex presidente del Senato Marcello Pera, dell’ex sindaco di Milano Letizia Moratti e dell’ex magistrato Carlo Nordio. Subito bocciati dal centrosinistra che dopo un vertice tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza hanno fatto sapere che pur essendo “un passo in avanti, utile al dialogo” su quei nomi non si può sviluppare una “larga condivisione”.
Per questo il centrosinistra chiede già domani un incontro tra delegazioni ristrette dei due schieramenti. Anzi, il segretario del Pd va anche oltre chiedendo una sorta di conclave: “la proposta che facciamo è quella di chiuderci dentro una stanza e buttiamo via le chiavi, pane e acqua, fino a quando arriviamo a una soluzione, domani è il giorno chiave”. Proposta alla quale però il centrodestra non ha ancora risposto.
Che serva ormai un’accelerazione è evidente e lo ha chiesta anche Italia Viva chiedendo al presidente della Camera di passare a due votazioni al giorno. Intanto sembra che il vero nome del centrodestra da provare sia quello di Elisabetta Casellati che, forte del suo ruolo istituzionale di presidente del Senato, potrebbe sfondare oltre il suo stesso schieramento.
I presidenti di Senato e Camera durante lo spoglio (Keystone)
Prudentissimo l’atteggiamento del Pd che sia con Enrico Letta che con il ministro Orlando ha fornito risposte garbate ma formali sulla terna: “sono nomi di qualità, li valuteremo", ha fatto sapere conciliante Enrico Letta per il Pd. "Li valuteremo ma il centrodestra non ha alcun diritto di prelazione”, ha risposto più seccamente il leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte. La sensazione è che quindi si tratti ancora di un passaggio obbligato per prendere tempo mentre riservatamente si cerca un accordo tra i due schieramenti che possa portare ad un nome vero.
Il premier Mario Draghi è rimasto sottotraccia ma anche oggi a porre un ulteriore paletto nella sua corsa verso il Colle è stato Giuseppe Conte con una efficace metafora: “abbiamo affidato al timoniere una nave che è ancora in difficoltà ma non ci sono le condizioni per cambiare e il timoniere non può lasciare”.
In questo difficile contesto, dopo che il centrodestra si è mostrato compatto nell’indicazione della terna, Enrico Letta sembra voler smorzare sul nascere alcuni sospetti che circolano a Montecitorio sulla possibilita che Conte possa avere trattative riservate e parallele con Matteo Salvini: “abbiamo intenzione di muoverci di comune accordo con gli alleati. Mi fido di Conte, senza nessun dubbio”, assicura in Transatlantico assediato dai giornalisti.
Resta alla finestra l’altro nome forte, Pier Ferdinando Casini, che oggi non nasconde la sua attesa postando una sua foto da giovanissimo su un palco: “la passione politica è la mia vita", ha ricordato l’ex presidente della Camer ed è sembrato un messaggio ai grandi elettori che stanno votando. Intanto tra un mare di schede bianche sale non poco quello di Sergio Mattarella che arriva al primo posto (39 voti) insieme al costituzionalista Paolo Maddalena: potrebbe essere un messaggio di quei non pochi parlamentari incontrollabili che guardano con insofferenza al muro contro muro dei due schieramenti. Domani si ricomincia alle 11 e sempre con la maggioranza dei due terzi. Sulla carta si profila come un altro giorno di scontri e riflessione in attesa di giovedì quando il quorum scenderà alla maggioranza assoluta. Domani sarà "un giorno chiave”, profetizza Enrico Letta.