Estero

Come ti arresto un ex presidente in Kirghizistan

Ci sono voluti 2mila uomini, i blindati e due tentativi. La storia è piuttosto surreale, vista da qua

(Keystone)
8 agosto 2019
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Buona la seconda, diciamo. La crisi scoppiata in Kirghizistan in seguito alla decisione del governo di autorizzare un blitz delle forze speciali (miseramente fallito) per arrestare l'ex presidente Almazbek Atambayev stava per degenerare in farsa. I sostenitori dell'ex presidente ieri hanno infatti respinto il primo assalto delle teste di cuoio – prendendone alcune prigioniere – e solo oggi, al secondo tentativo, con più di 2mila uomini dispiegati sul campo, Atambayev si è arreso consegnandosi agli agenti.

Le cronache hanno dell'incredibile. La residenza dell'ex capo di Stato e fondatore del Partito Socialdemocratico kirghiso, situata nel villaggio di Koi-Tash, a 20 chilometri dalla capitale Bishkek, trasformata in un fortilizio difeso da centinaia di 'clientes'; Atambayev in persona che dal terzo piano della sua abitazione imbraccia il fucile e spara, ma senza "veramente mirare a qualcuno"; la confusione, i feriti e un agente che ci rimette la vita; l'imbarazzo del Consiglio di sicurezza nazionale che non sa cosa dichiarare e prende tempo; il presidente in carica Sooronbai Jeenbekov che interrompe le vacanze e torna nella capitale per prendere in mano le redini della situazione.

Il Kirghizistan oggi si è svegliato nel caos più completo. I sostenitori di Atambayev, spronati dal loro leader, hanno promesso la "mobilitazione a oltranza" pianificando proteste davanti alla sede del partito e al Parlamento. Poi cancellate. Jeenbekov, presiedendo la seduta d'emergenza della Camera, ha intimato ai kirghisi di "rimanere nelle loro case" e poi ha inviato il mini-esercito a Koi-Tash, munito di blindati.

Atambayev, quando ha capito che non c'era più nulla da fare, ha capitolato. E ora si ritrova accusato di crimini ancora più gravi di quelli contestati in precedenza dalla Procura. Ovvero corruzione. "Ho offerto diverse volte di testimoniare in absentia ma non è servito a nulla: la verità è che mi vogliono tappare la bocca", ha dichiarato Atambayev bollando le accuse come "assurde" e politicamente motivate.

Sullo sfondo della crisi il braccio di ferro fra lo stesso Atambayev e Jeenbekov, che sotto di lui ha servito come premier. Nel gioco di specchi così tipico dell'area Centroasiatica, è stato l'ex presidente a incolpare per primo Jeenbekov di favorire la corruzione. Lo scontro ad ogni modo era nell'aria. Atambayev, presidente dal 2011 al 2017, a giugno è stato privato dell'immunità dal Parlamento e a fine luglio si è recato in visita a Mosca per vedere Vladimir Putin. Le indiscrezioni sostengono che lo zar gli abbia negato asilo ma abbia preteso rassicurazioni sulla sua incolumità. Il Kirghizistan fa infatti parte dell'Unione Economica Euroasiatica - strumento geopolitico russo per mantenere la sua influenza nell'Asia Centrale - ed è essenziale per Mosca che resti ragionevolmente stabile.

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