Ammontano a circa tre milioni di euro le spese 'pazze' pagate con i soldi dei contribuenti lombardi. I primi giudizi
Milano – Politici ed ex politici accusati di essersi fatti rimborsare con soldi pubblici spese per l'acquisto di cartucce da caccia o 'gratta e vinci', oppure cene da centinaia di euro per pochi coperti o per tavolate di 26 persone e pure il banchetto di nozze della figlia. E poi drink o lunch in locali di lusso, i costi di sigarette, Red Bull e videogiochi e anche quelli per l'acquisto di 'Mignottocrazia' il libro di Paolo Guzzanti.
Ammontano a circa 3 milioni le spese 'pazze' degli ex consiglieri e assessori in carica in Regione Lombardia tra il 2008 e il 2012 e che sono finiti sotto processo a Milano. Processo cominciato in Tribunale nell'estate 2015 e che oggi si è concluso con 52 condanne e 5 tra assoluzioni e prescrizioni.
Oggi la decima sezione penale ha inflitto pene che vanno da 1 anno e 5 mesi a 4 anni e 8 mesi di carcere. Per chi ha preso dai 2 anni in giù è stata dichiarata la sospensione della pena e la non menzione, mentre per altri, specie per chi non ha risarcito i danni, sono state disposte le pene accessorie di rito e confische e provvisionali a favore del Pirellone per centinaia di migliaia di euro.
Il lungo dispositivo, letto in oltre mezz'ora nella maxi aula del Palazzo di Giustizia davanti al pubblico ministero, ad avvocati e diretti interessati e a una schiera di cronisti, non ha, come alcuni avevano chiesto, modificato il reato contestato in quanto la nuova norma introdotta da governo giallo-verde non è ancora entrata in vigore.
Quindi, con l'accusa di peculato, oltre a Renzo 'Il Trota' Bossi e Nicole Minetti a cui sono stati inflitti rispettivamente 2 anni e mezzo e 1 anno e 8 mesi, sono stati condannati, tra gli altri, anche l'attuale capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo a 1 anno e 8 mesi, gli eurodeputati del Carroccio e di Fdi Angelo Ciocca e Stefano Maullu a 1 anno e 6 mesi e Alessandro Colucci, deputato del gruppo misto, a 2 anni e 2 mesi.
E ancora gli ex assessori Giorgio Pozzi (1 anno e 6 mesi), Massimo Buscemi (2 anni e 2 mesi), Monica Rizzi (2 anni e 2 mesi) e Giulio Boscagli (2 anni e 7 mesi) e gli ex consiglieri del Pdl Gianluca Rinaldin ( 2 anni e 5 mesi), Massimo Guarischi (2 anni e 9 mesi) e l'allora capogruppo Paolo Valentini Puccitelli (3 anni). Tra le condanne anche quelle di esponenti dell'opposizione come i capigruppo di Sel e del Pd Chiara Cremonesi e Luca Gaffuri, che hanno preso 2 anni e 2 mesi la prima e 1 anno e 6 mesi il secondo (a quest'ultimo il suo successore Fabio Pizzul ha manifestato stima e solidarietà).
La pena più alta sono stati i 4 anni e 8 mesi per Stefano Galli, ex capogruppo della Lega che risponde sia di peculato sia di truffa: secondo le indagini, avrebbe fatto ottenere una consulenza da 196 mila euro al genero, anche lui tra i condannati (è l'unico a non essere un politico) e si sarebbe fatto pure rimborsare oltre 6 mila euro per il pranzo del matrimonio della figlia.
Assolti invece Romano Colozzi, Daniel Luca Ferrazzi, Carlo Maccari, Massimo Ponzoni e l'ex presidente del Consiglio Davide Boni (Lega) accusato invece di truffa: per lui alcuni capi di imputazione sono stati dichiarati prescritti
Mentre l'accusa, che si è visto accogliere le sue richieste e confermare l'impianto accusatorio, si è limitata a dire di essere "soddisfatto che il processo sia finito", l'avvocato Jacopo Pensa, che con il collega Domenico Aiello difende Romeo, ha commentato: "Se c'era un sistema, c'era certamente da 30 anni e loro lo hanno ereditato in buona fede. Faremo appello: noi puntiamo alla revisione delle condotte contestate perché per noi manca il dolo".
Entro 90 giorni le motivazioni, poi il nuovo round in secondo grado.