economia

L’inflazione resta stabile all’1,6%

L’indice per il terzo mese consecutivo senza scossoni dopo essere sceso sotto la soglia del 2% a giugno

L’inflazione tiene rispetto ad altri Paesi come Italia e Germania
(Keystone)
1 settembre 2023
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L'inflazione in Svizzera rimane stabile: in agosto la crescita dei prezzi su base annua si è attestata all'1,6%, lo stesso dato di luglio e valore lievemente inferiore all'1,7% di giugno, quando era scesa per la prima volta nel 2023 sotto la soglia del 2%.

Stando ai dati pubblicati dall'Ufficio federale di statistica (Ust), nell'ottavo mese del 2023 l'indice dei prezzi al consumo si è fermato a 106,4 punti. Il rincaro annuo si trova nella fascia alta delle aspettative: gli analisti interpellati dall'agenzia Awp scommettevano infatti su valori compresi fra +1,4 e +1,6%. A livello mensile i prezzi sono continuati ad aumentare: la variazione rispetto a luglio è pari a +0,2% (le attese erano comprese fa 0,0 e +0,2%).

Crescita dei prezzi

Secondo gli esperti dell'Ust, la crescita dei prezzi mensile è riconducibile a vari fattori, tra cui l'aumento dei prezzi dei carburanti e dell'olio da riscaldamento. Sono inoltre saliti gli affitti delle abitazioni e le spese di deposito titoli. Si è invece pagato meno per il noleggio di veicoli personali, come pure per i trasporti aerei e i viaggi forfettari internazionali. Va peraltro notata anche l'evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un -0,1 mensile e +4,1% annuo.

Ad agosto 2022 era al 3,5%

Negativa ancora sino al marzo 2021, l'inflazione è salita sensibilmente in Svizzera, arrivando a toccare un picco del 3,5% nell'agosto 2022, per poi tornare a calare lievemente e chiudere l'anno scorso con un dato (medio) del 2,8%, il massimo da 30 anni. Visto che non è stata compensata da una crescita degli stipendi nominali, ha comportato nel 2022 per i salariati la perdita di potere d'acquisto più forte dai tempi della Seconda guerra mondiale.

Germania e Italia al 6,1 e 5,5%

Come noto l'indicatore rimane nettamente inferiore a quello osservato in altri Paesi: in Germania e in Italia l'inflazione ha peraltro rallentato lievemente in agosto, scendendo rispettivamente al 6,1 e al 5,5% stando alle prime stime. L'intera Eurozona è al +5,5% (dato stabile). Per avere la corrispondente indicazione degli Stati Uniti bisognerà attendere qualche giorno: in luglio il rincaro era al 3,2%, in accelerazione rispetto al 3% di giugno.

Rincari sull’import

Passando ai dettagli relativi all'inflazione elvetica di agosto, nel confronto con luglio i prezzi dei prodotti indigeni sono rimasti stabili, mentre quelli dei prodotti importati sono aumentati dello 0,8%. Su base annua i primi segnano +2,2, i secondi -0,3%. Lo zoccolo dell'inflazione – che nella definizione dell'Ust è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – mostra una variazione rispettivamente di +0,1 (mese) e di +1,5% (anno).

L’Ust calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), misurato con la metodologia in uso nell'Unione europea, con l'obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva agosto presenta un rincaro del +0,2% (mese) e del +1,9% (anno).

I calcoli e le polemiche

Come noto l'efficacia dell'indice dei prezzi al consumo nell'illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell'assicurazione malattia di base, un punto di spesa che è spesso in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.

Il rincaro stabilito dall'Ust ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell'ambito dei divorzi.

Il filo diretto con i tassi

L'inflazione è monitorata con attenzione anche dalla Banca nazionale svizzera (Bns), che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come un rincaro compreso tra lo 0 e il 2%. Come si sa, l'entità guidata da Thomas Jordan ha proceduto a cinque aumenti del tasso guida nello spazio di poco più di un anno, operando un primo rialzo il 16 giugno 2022 (da -0,75 a -0,25%), un secondo il 22 settembre (da -0,25 a +0,50%), un terzo il 15 dicembre (da +0,50 a +1%), un quarto il 23 marzo 2023 (da +1 a +1,50%) e un quinto il 22 giugno (da +1,50 a +1,75%). Il tasso è così salito al livello più elevato dal 2009. Il prossimo appuntamento della Bns con l'analisi della situazione economica e monetaria è fissato per il 21 settembre.