Culture

Attribuiti i premi svizzeri d'arte e design

I lavori delle finaliste e dei finalisti sono esposti in concomitanza ad Art Basel

Luciano Rigolini
(Silvana Bezzola)
11 giugno 2024
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L'Ufficio federale della cultura (Ufc) ha proclamato gli 11 vincitori dei premi svizzeri d'arte e i 17 dei premi svizzeri di design. I riconoscimenti, dotati di 25mila franchi ciascuno, sono stati attribuiti oggi a Basilea, alla presenza della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. I lavori delle finaliste e dei finalisti sono esposti in concomitanza ad Art Basel.

Nei premi relativi all'arte, per la categoria architettura hanno vinto Céline Bessire e Matthias Winter (Bessire Winter), mentre in quella Arte Marisa Cornejo, Idle Hands, Lou Masduraud, Akosua Viktoria Adu-Sanyah, Monster Chetwynd, Vanessa Disler, Golnaz Hosseini, Tiphanie Kim Mall, Juliette Uzor nonché Brit Barton nella categoria ‘Critica, edizione, esposizione’.

Riguardo ai premi di design, nella categoria design tessile e della moda si sono imposti Annina Arter, Flavia Bon e Anita Michaluszko (Augmented Weaving), e Nitya Unju Park e Tosca Wyss (Mini Etiquette). Nel campo design grafico, premiati invece Anina Amacker e Laura Moor (Onari Projects), Simone Farner & Naima Schalcher e Sylvan Lanz. Nell'ambito del design di prodotto, i riconoscimenti sono andati a Beat Baumgartner, allo studio zurighese Eidola, formato da Denizay Apusoglu e Jonas Kissling nonché a Meret Walther; nella ricerca in design a Joël Hügli di Ecomade e Robin Luginbuhl. Infine, nella sezione fotografia, gratificato il lavoro di Mahalia Taje Giotto (taje), Johanna Hullár, Lena Amuat e Zoë Meyer, mentre in quella mediazione e scenografia vincono i bernesi NCCFN. Lo Studio Harris Blondmann e Ted Davis vengono insigniti del premio ‘Media e Interaction design’.

Nel corso delle due premiazioni è stato anche reso omaggio alle vincitrici e ai vincitori, già proclamati, del Gran Premio svizzero d'arte/Prix Meret Oppenheim 2024 e del Gran Premio svizzero di design. Quest'ultimo va, fra gli altri, al produttore cinematografico ticinese Luciano Rigolini.

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