Culture

Addio a Marc Augé, filosofo e antropologo

Nato a Poitiers nel settembre del 1935, l'intellettuale è morto oggi all'età di 87 anni

Marc Augé (2 settembre 1935 - 24 luglio 2023)
(Wikimedia Commons/ CC BY-SA 3.0 / ph. Charles Mallison )

È scomparso oggi, a 87 anni, Marc Augé, grande antropologo, etnologo, scrittore e filosofo, nel Comitato scientifico del festivalfilosofia dal 2009, che si svolge fra Modena, Carpi e Sassuolo. "Con Augé se ne va un amico e un maestro che ha dato al festivalfilosofia e al suo pubblico – si legge in una nota della rassegna –, come a tanti pubblici sparsi in tutto il mondo, alcuni insegnamenti dai quali non si torna indietro, come l'idea che le nostre pratiche culturali siano immerse in sistemi simbolici che è indispensabile studiare con gli strumenti dell'antropologia: una disciplina che Augé, grande specialista del terreno africano, ha praticato anche rivolgendo quel particolare tipo di sguardo alle nostre società, nella convinzione che, per essere intelligibili, i processi culturali implichino che nella loro analisi ci rendiamo ‘stranieri a noi stessi’".

Augé, già directeur d‘études presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, di cui è stato a lungo presidente, dopo aver contribuito allo sviluppo delle ricerche in Africa occidentale, ha elaborato un'antropologia dei mondi contemporanei attenta alla dimensione rituale del quotidiano e della modernità. Era nato a Poitiers il 2 settembre 1935.

Acquisita una grande rinomanza in campo antropologico grazie alle sue ricerche sul campo in Costa d’Avorio e nel Togo concernenti la malattia, la morte e i sistemi religiosi, Augé si è orientato successivamente verso una ‘antropologia del quotidiano’ – esaminando in particolare Francia, Italia e Spagna – che ha trovato campo privilegiato di analisi negli spazi moderni (autogrill, centri commerciali, alberghi e in senso generale tutti gli spazi topografici in cui si svolgono i riti dell'afflusso e del consumo di massa) dominati dall'assenza di storia, identità, relazioni. In base a ciò, ha elaborato la teoria dei ‘non luoghi’ come spazi estranianti e deculturalizzati che giacciono concettualmente all'estremo opposto del ‘luogo antropologico’.

Tra le sue opere tradotte di recente in lingua italiana: ‘Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità’ (Milano 1993); ‘Tra i confini. Città, luoghi, interazioni’ (Milano 2007); ‘Il mestiere dell'antropologo’ (Torino 2007); ‘Il bello della bicicletta’ (Torino 2009); ‘Il metrò rivisitato’ (Milano 2009); ‘Per un'antropologia della mobilità’ (Milano 2010); ‘Straniero a me stesso’ (Torino 2011); ‘Futuro’ (Torino 2012); ‘Per strada e fuori rotta’ (Torino 2012); ‘Le nuove paure’ (Torino 2013); ‘Etica civile: orizzonti’ (con L. Boella, Padova 2013); ‘I paradossi dell'amore e della solitudine’ (Modena 2014); ‘L'antropologo e il mondo globale’ (Milano 2014); ‘Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste’ (Milano 2014); ‘Fiducia in sé, fiducia nell'altro, fiducia nel futuro’ (Roccafranca 2014); ‘La forza delle immagini’ (Milano 2015); ‘Le tre parole che cambiarono il mondo’ (Milano 2016); ‘Un altro mondo è possibile’ (Torino 2017); ‘Sulla gratuità. Per il gusto di farlo!’ (Milano 2018); ‘Chi è dunque l'altro?’ (Milano 2019); ‘Condividere la condizione umana. Un vademecum per il nostro presente’ (Milano 2019).

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