Culture

Tanti saluti dai nonluoghi (anche da parte di Marc Augé)

'Greetings from nowhere' di Andrée Julikà Tavares e Gianluca Monnier, critica al consumismo con voce e testi del filosofo francese (il film domenica su Rsi La2)

('Greetings from nowhere')
3 ottobre 2019
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Autostrade, svincoli, aeroporti, mezzi di trasporto, centri commerciali, campi profughi, sale d'aspetto, ascensori e tutti quei luoghi in cui gli individui entrano in contatto, ma non in relazione. I ‘nonluoghi’, come da neologismo di Marc Augé, che li ha teorizzati. Nel documentario ‘Greetings from nowhere’ – prodotto da Amka Films e co-prodotto da Rsi in collaborazione con parapluie pictures – l'antropologo francese accompagna con voce e testi inediti l’uomo e la donna che attraversano i nonluoghi del turismo, nello specifico la costa Adriatica, Lanzarote, le Alpi vallesane, quelle francesi e i Pirenei catalani.

Il film di Andrée Julikà Tavares e Gianluca Monnier debutta domenica 6 ottobre alle 22.35 su Rsi La2. «Eravamo entrambi artisti in residenza a Roma, all’Istituto Svizzero – spiega Monnier – e Andrée Julikà Tavares stava facendo un lavoro fotografico sulle zone balneari invernali dismesse. Io l’avevo seguita, mi aveva interessato e abbiamo iniziato a lavorare insieme. Quando ho lasciato la Rsi per mettermi in proprio, ci siamo detti di fare un documentario sui nonluoghi del turismo». Partendo dal presupposto che per fare un film sui nonluoghi «ci vuole Marc Augé», il destino vuole che il filosofo è a ‘Storie’. «Ha accettato di incontrarmi. Gli ho esposto il progetto, che ancora non era nulla di più». Augé accetta in un quarto d’ora, e Monnier inizia a spedirgli dossier dei sopralluoghi; e il francese risponde con i testi, come in uno storyboard costruito a distanza.

Grande spinta al film è poi arrivata dalla vittoria della Borsa per il sostegno alla scrittura cinematografica indetta da Decs e Rsi, che non ha comunque mutato di un solo grado la prospettiva: «Non ci sarebbero state interviste, non ci sarebbero state facce. Nel mondo documentaristico attuale, se non fai vedere le rughe, è pericoloso...». Estranianti per chi li guarda, i nonluoghi sono alienanti anche per chi li ha girati: «Le emozioni più forti le abbiamo vissute a Lanzarote, in quartieri quasi chiavi in mano abbandonati, e al Lido degli Estensi, sull’Adriatico, dove abbiamo sentito l’incomunicabilità dei luoghi trasferirsi agli esseri umani, come se ogni relazione fosse mediata dal consumo, tolto il quale, finisce il luogo».

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