Musica

L'arpa, classica ma non troppo, del Bissone Harp Festival

Tra workshop e concerto, venerdì 24 e sabato 25 marzo l'appuntamento è con lo svizzero Joel von Lerber e l’italiano Vincenzo Zitello

Lo svizzero Joel von Lerber (sx) e l’italiano Vincenzo Zitello
21 marzo 2023
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L’anno scorso furono il concorso internazionale e il festival, frequentatissimi concerti, seminari, workshop e altri arpisticamente annessi e connessi. Quest’anno, una serie di concerti spalmati lungo tutto l’anno, con il Bissone Harp Festival – per noi rappresentato da Eleonora Ligabò, presidente dell’associazione B Harp – inserito in un più generale Bissone Musica.

Manca poco al primo atto del secondo Bissone Harp Festival, che nelle giornate di venerdì 24 e sabato 25 marzo si presenta con due grandi dello strumento. Prima di arrivare alle stelle: «Sul territorio ticinese – ci ricorda Ligabò – il nostro è l’unico festival dedicato all’arpa, ma quello dello scorso anno è stato anche il primo concorso, e così l’intera rassegna, dedicato pressoché interamente a questo strumento». È accaduto che i tre concerti dello scorso anno, compreso il Burani-Netzer (il duo di arpe non è esattamente esperienza quotidiana) hanno lasciato il segno nella chiesa di San Carpoforo. «Era ottobre, abbiamo cominciato a ricevere richieste di replicare sin da novembre».

In epoca di portatilità e di infinitamente piccolo, l’arpa è una bella e piacevolmente ingombrante eccezione. «L’interesse è elevato», continua la nostra interlocutrice. «Come workshop, come festival, l’attenzione ci viene dedicata in primis dagli arpisti amatoriali, dai semiprofessionisti e dai professionisti. Ma la curiosità non manca mai, e i non musicisti sono sempre presenti. I concerti, invece, sono occasioni che chiamano ogni tipo di pubblico, dai bimbi agli adulti». Questo, in fondo, è sempre stato l’obiettivo degli organizzatori: «Si voleva proporre qualcosa di non ancora visto in Ticino, e far crescere così il numeroso popolo arpistico locale, ricco di insegnanti e di allievi, che si contano in quasi 250».

Classica ma non troppo

E siamo ai nomi, e quello dello svizzero Joel von Lerber è di punta: «Attualmente vive a Berlino, sta girando il mondo come solista e all’interno di orchestre. Abbiamo il piacere di averlo con noi per aprire il festival con un concerto di arpa classica. Porta a Bissone un programma che dal Seicento arriva fino al Novecento». Dal suo debutto con la Konzerthausorchester, nella Konzerthaus di Berlino, il nome di Joel von Lerber come solista è legato a formazioni concertistiche come l'Orchestra Sinfonica di Izmir in Turchia, l'Orchestra Zrbranksa in Polonia, le Sinfoniche dell'Ermitage di San Pietroburgo, di Città del Messico e di Haifa in Israele. L’arpista svizzero si è avvicinato allo strumento in tenera età: il Conservatorio di Berna, gli studi accademici a Basilea, il Master of Performance a Zurigo e un successivo elenco d'innumerevoli riconoscimenti. Venerdì 24 marzo alle 20, sarà nella chiesa di San Carpoforo per il concerto; il giorno dopo, dalle 9.30 alle 11, sarà protagonista del workshop di arpa classica in Contrada Maderni, all’ex Asilo.

Se Von Lerber è ‘classico’, Zitello è tutto il resto. «Esula da tutto ciò che noi normalmente conosciamo», continua Ligabò. «Anche perché prima che arpista, è innanzitutto un pluristrumentista e compositore». Violinista, violoncellista e flautista in giovanissima età, Vincenzo Zitello è il pioniere dell’arpa celtica in Italia. Incontrato un paio d’anni fa da Tondo Music a Maroggia per presentare ‘Mostri e prodigi’, quello che nel 2021 era il suo ultimo album (‘Le voci della rosa’, inserito nell’omonimo libro di Elisabetta Mossa, è a oggi la sua opera più recente), Zitello è simbolo di ricerca e sperimentazione, costruttore di un proprio suono, portato nei luoghi più disparati, sino al cantautorato (in ambiti di canzone, lo si ascolta in ‘La pianta del tè’ di Ivano Fossati, per esempio). Il titolo del concerto, fissato per il 7 maggio a Bissone, Cappella San Nicolao, è ‘Arpa Mundi’, crescendo strumentistico ed emotivo. In concerto, Zitello utilizza due arpe, la celtica e quella clarsach, due strumenti della tradizione gaelica con caratteristiche sonore ed espressive differenti. Prima di allora, sabato 25 marzo l’arpista italiano sarà protagonista di workshop all’ex Asilo in Contrada Maderni.

Col pensiero già al 2024, a «un festival più grande, con più artisti, più concerti, al quale stiamo già lavorando» – chiude Ligabò – quella del fine settimana alle porte è «un’occasione per crescere, per imparare tecniche nuove, conoscere arpisti internazionali e soprattutto vedere e sentire suonare un professionista, momento essenziale per chi studia uno strumento».

Il programma completo è su www.bharpfestival.ch.

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