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Il problema dell’illetteratismo in Svizzera

Nella Giornata mondiale dell’alfabetizzazione parla Cecilia Bianchi, responsabile regionale dell’Associazione Leggere e Scrivere della Svizzera italiana

‘Calvinando sulle parole. A spasso con Italo Calvino’, giovedì 8 settembre a Bellinzona (entrata libera)

"Ogni giorno, soprattutto da cent’anni a questa parte, per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un’antilingua inesistente".

Così si legge nell’eloquente racconto di Italo Calvino, l’Antilingua per l’appunto, di quell’abitudine caratterizzata da un assoluto ‘terrore semantico’ e quindi fuga da ogni parola che abbia un significato comune a tutti. "Nell’antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago e sfuggente" continua la narrazione di Calvino. Ed è proprio prendendo spunto da questo racconto che l’Associazione leggere e scrivere propone la serata ‘Calvinando’, in occasione della Giornata mondiale dell’alfabetizzazione, giovedì 8 settembre a Bellinzona.

"Questo racconto è un’ottima occasione per affermare l’importanza di una cultura dello scrivere e leggere bene" ci racconta Cecilia Bianchi, responsabile regionale dell’Associazione: "Non basta solo imparare a leggere e scrivere, bisogna costruirsi, crearsi una cultura. È difficile iniziare e poi continuare ad apprendere senza libri in casa, per esempio, senza l’abitudine di tenerli in mano, cercarli, sfogliarli".

Una cultura necessaria, che va di pari passo con il lavoro fondamentale dell’Associazione leggere e scrivere nella battaglia, giocata a suon di formazione, contro l’illetteratismo.

La giornata dell’Alfabetizzazione, che come tante è importante soprattutto per la sensibilizzazione, è un’occasione anche per fare il punto della situazione, in Svizzera e in Ticino.

"Purtroppo i dati relativi all’illetteratismo in Svizzera risalgono al 2003, i prossimi usciranno solo nel 2024 – ci racconta Bianchi –. Anche perché, secondo queste statistiche, una persona su sei nel nostro paese ha problemi con la lettura e con la scrittura. Per chi non è di lingua madre è normale, ma attenzione i dati sono inerenti a chi considera l’italiano come lingua principale".

Ma per quale motivo ci si trova in una situazione simile in un paese che ha sempre sbandierato la formazione come un fiore all’occhiello ? "Ci sono molte cause, la più immediata è la mancanza di esercizio! A volte dalle scuole o dall’apprendistato son passati 20 anni. Tempo in cui una persona può anche non aver più né letto né scritto. Ci sono anche motivi di salute: chi non è potuto andare a scuola a causa di una malattia per esempio, o per problemi familiari".

Un divorzio, un cambio di lavoro ed ecco che ci si ritrova a dover affrontare nuove competenze, più approfondite: bisogna recuperare quelle di base. E non si tratta solo di lettere, ma anche di numeri, ci spiega sempre Cecilia Bianchi: "Si parla di illetteratismo anche riferendosi a lacune nella matematica di base, o nelle competenze digitali. Sono moltissimi gli strumenti che incontriamo nella vita quotidiana: il distributore automatico di biglietti, i cartelloni informativi in modalità touch. Sembrano accessori banali da utilizzare ma chi non se n’è mai servito, non si è mai esercitato, si trova in difficoltà. Dal nostro osservatorio vediamo che molte persone fanno fatica a riconoscere la carenza. Oggi viviamo in una società che richiede costantemente queste capacità, per essere cittadini attivi. Se vogliamo avere un’opinione nostra, esprimerla in maniera critica, formarci, passa tutto da lì. Con questa estrema digitalizzazione si profila il rischio di essere esclusi dalla società: pensiamo agli uffici comunali, l’amministrazione, le tasse, si sta digitalizzando tutto. Gli uffici amministrativi devono ricordarsi di chi fa fatica, fornire numeri di telefono, persone".

Anche perché molti stentano a riconoscere il problema. "Non bisogna per forza annunciarlo in famiglia. C’è chi non lo riconosce, chi si vergogna. Basta chiamarci. È incredibile: le persone qui poi si rendono conto di non essere le uniche a non sapere leggere o scrivere, e questo le aiuta molto!".

Un sostegno focalizzato soprattutto sulla formazione: "Vogliamo insegnare a pescare, non regalare pesci!". Corsi che si estendono poi a chi lavora a stretto contatto con persone che hanno difficoltà con le competenze di base. I consulenti Urc, gli addetti agli sportelli comunali, i consulenti delle assicurazioni sociali, per esempio.

E poi c’è la sensibilizzazione. "Portiamo avanti il progetto Ambasciatori, per il quale cerchiamo ex alunni che testimonino il processo, la riuscita, il coraggio che ci è voluto a riconoscere il proprio illetteratismo e iscriversi ai corsi. Che incitino gli altri a provare. E poi questa sera ci sarà Calvinando. Leggeremo diversi testi di Italo Calvino, ma anche di Gianni Rodari e Domenico Starnone, il filo rosso è sempre la cultura della scrittura e lettura" conclude Cecilia Bianchi. La serata, alle 20 a Palazzo Civico, sarà accompagnata dalla musica di Andrea Jacot Descombes. Il Circolo del Cinema di Bellinzona poi ha proposto il film Lo specchio di Italo Calvino con documenti d’archivio e Neri Marcorè, a Locarno questa sera alle 20.30 al GranRex, e a Mendrisio mercoledì prossimo.

Per informazioni: www.leggere-scrivere.ch

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