Culture

A Leontica tutte le strade portano alla pozza

Per tutti coloro che arrivano in paese seguendo le tracce lasciate dal romanzo di Fabio Andina, domenica 27 giugno s'inaugura Il Sentiero del Felice (siamo tutti invitati)

Fabio Andina nella pineta del Nara, Valle di Blenio (foto: Marko Knab, ramp.pictures)
19 giugno 2021
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“È lui che bussa e mi sveglia. Non sono nemmeno le cinque e mezza” (Toc toc) “È lei il signor Andina? Mi può dire qual è la casa del Felice? E dove sta di preciso la pozza?”. Incipit a parte (che è quello del libro), si traducano le domande in lingua tedesca e francese, fra poco anche in spagnolo, e si otterrà un quadro di quel che succede a Fabio Andina assai spesso a Leontica, generalmente nel fine settimana, da quando il suo ‘La pozza del Felice’ (Rubbettino) s’è incamminato sulla via (sentiero) per diventare un classico del romanzo di montagna. Ma lo scrittore – un futuro assicurato come guida turistica del proprio libro (oggi, d’altra parte, bisogna saper fare un po’ di tutto) – può restare scrittore per il resto dei suoi giorni: a Leontica, intanto, esiste già una sorta di guida turistica che dà una mano al turista di turno a raggiungere il bacino d’acqua dentro il quale, nel romanzo, il Felice e il giovane amico s’immergono (anzi, in paese si dice che le guide siano in due); il resto lo farà Il Sentiero del Felice, un’ora circa di marcia lungo mulattiere, nell’ombra dei boschi, seguendo tre percorsi a scelta che portano alla pozza partendo da tre diversi punti di Leontica. Sentiero che s’inaugura domenica 27 giugno, festa patronale di San Giovanni Battista, giorno dell’annuale adunata della Milizia Storica (ore 9), una volta concluse le ufficialità religiose (10.30) e municipali (poco dopo), una volta ascoltati gli interventi di sindaco, autore del libro e ideatore del sentiero. E alle 11.15 circa, via il lenzuolo dal cartello in piazza e tutti alla pozza. Se vi pare.

Novembre

Come in una delle scene de ‘La pozza del Felice’ – Premio Terra Nova 2019 della Fondazione Schiller, Premio Gambrinus ‘Giuseppe Mazzotti’ 2019, già tradotto in ‘Tage mit Felice’ e Jours à Leontica’ – in un fredda mattina di novembre, l’autore e l’amico Mauro Tognali camminano tra le montagne della Valle di Blenio: «Fabio mi diceva che in molti si recano a Leontica in cerca di quei luoghi, specialmente dopo l’uscita della versione in lingua tedesca del libro», ci racconta Tognali. «Così ho pensato che sarebbe stato bello segnalare i sentieri che portano alla pozza». Tognali si prende carico del tutto e il Municipio di Acquarossa gli dà carta bianca. «Durante le lunghe ore invernali, partendo dall’esistenza di un punto di partenza e uno d’arrivo, mi sono messo a cercare quali percorsi si potessero utilizzare». Il primo dei percorsi parte dalla casa dell’anziano co-protagonista dell’opera; un secondo dalla piazza del paese, e il terzo dal ponte che lo taglia in due; tre percorsi corredati da cartelli direzionali e didattici, con estratti dal libro scelti dai tre editori. Uno per lingua. Uno per edizione.

Domenica 27 giugno parlerà anche la neonata Associazione Il Larice, giunta per rilanciare cultura e turismo a Leontica, anche tramite il Felice. «L’idea – aggiunge Tognali – è quella di attirare persone verso i nostri villaggi. Negli ultimi due anni si è acceso un certo fermento per rilanciare il paese e l’associazione, tra le molte cose, vorrebbe rilevare il bar e il ristorantino che compaiono nel romanzo, che ora sono chiusi. Speriamo anche di creare degli eventi letterari che riguardino altri autori oltre Fabio».

Maggio

Fabio Andina è reduce da una Soletta semideserta, dalle Giornate letterarie tenutesi in quella che, con gli occhi di oggi, pare una dimensione spazio-temporale fa. «Un po’ triste, anche per questioni meteo, ma il bello è stato che ho potuto fare tutti quegli incontri cui tenevo. Ho incontrato Karin Diemerling, cui si deve ‘Tage mit Felice’ (la traduttrice, ndr), Flavio Stroppini, Yari Bernasconi, Alberto Nessi, Pierre Lepori, che non vedevo da Soletta di due anni prima. Ho avuto anche l’occasione per presentare ‘Sei tu Ticino?’ (l’ultimo libro, uscito a settembre 2020 col Felice ancora nella Top 20 svizzera, ndr) al liceo cantonale di Soletta, trascorrendo una giornata intera con l’insegnante, vivendo la città insieme alla sua famiglia».

A proposito del sentiero, Andina ‘scarica’ tutto su Tognali: «È una cosa sua al 99%, un grande sforzo». Che risolve il problema di chi gli suona al campanello di casa per chiedere dov’è la pozza (o gli scrive per e-mail, via Messenger, o gli spedisce i selfie per avere conferma che sia quella giusta). «Ma anche per chiedere dove viveva il Felice: non è raro vedere gruppi di persone davanti a casa sua a fare e farsi fotografie». Insomma, il sentiero – la grafica è di Nene, in collaborazione con l'artista Eukene Tognali – renderà tutto più facile: «Ci sono diversi torrenti, diverse vallette, la pozza non è così semplice da trovare». E sarà una piccola aggiunta al ricordo complessivo del novantenne del libro, che se n’è andato, dalla vita vera, nel 2014: «Questa possibilità di tenere in vita una persona speciale qual’era l’Anselmo Genini, alias il Felice, per me è qualcosa di grande che sta succedendo».

Futuro

Che ‘La pozza del Felice’ stia diventando un classico è chiaro anche a chi l’ha scritto: «Me ne sto rendendo conto passo dopo passo. Oltre alle traduzioni tedesca e francese, e a quella in spagnolo in arrivo il prossimo anno, il libro è sulle scrivanie di editori olandesi, russi, inglesi, portoghesi, croati. Chissà che non ne esca una nuova traduzione». Anche la Rsi ha messo gli occhi sull’Andina, in questo caso per ‘Sei tu Ticino’, da adattarsi per la radio. Quanto al Felice, l’ultima delle novità è l’audiolibro. «Io dico che ‘La pozza del Felice’ – dice il suo autore – è un po’ come il maiale, non si butta via niente». Concetto molto chiaro. E, a questo proposito, se il classico diventasse troppo classico? Se, cioè, a Leontica arrivasse troppa gente? «C’è un bell’interesse, sì, ma non m’immagino l’arrivo di frotte di turisti. Di norma vengono alla spicciolata, durante il weekend, vedono la chiesetta di San Carlo a Negrentino, visitano la valle e già che ci sono fanno la passeggiata sulle tracce del Felice». Anche se le potenzialità del racconto, che è di per sé una sceneggiatura già pronta, sono ben lontane dall’essersi esaurite: «Il Felice è stato scelto da una commissione della Pro Helvetia che lo ha sottoposto a ‘Shoot the book!’, iniziativa del Festival di Cannes finalizzata a trovare romanzi, soprattutto francesi e svizzeri, idonei a essere trasposti nel cinema. Non sa mai, potrebbe saltare fuori un produttore che acquisti i diritti. E poi, chi lo sa, ne facciamo anche un musical…».

Ride, l'Andina. Detto tra noi: quali attori ci vedresti? «Non so, è difficile. Se ne era parlato in passato, si erano fatti avanti produttori tedeschi. Se il film si facesse in tedesco, ci sarebbero attori germanofoni. Poi chissà, negli ultimi tempi le produzioni coinvolgono più nazioni e magari una cordata permetterebbe di girarlo in italiano». Certo è che «qualcuno in passato disse che Bruno Ganz sarebbe stato l’attore ideale». Quanto mai vero, ed è un vero peccato che dal febbraio del 2019 la cosa non sia più possibile. Ma i grandi vecchi del cinema, per un grande vecchio come il Felice, fortunatamente non mancano.


La pozza del Felice (quella giusta)

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