Culture

Altro lutto in casa Montalbano: è morto il regista della serie tv

Alberto Sironi è deceduto all'età di 79 anni a causa di una malattia. Leggi l'intervista rilasciata a laRegione lo scorso febbraio

Duccio Giordano
5 agosto 2019
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Provinò tre attori per il ruolo del commissario più famoso e amato della tv, ma poi scelse Luca Zingaretti. È morto ad Assisi Alberto Sironi, regista di Montalbano che 'laRegione' aveva intervistato lo scorso febbraio. A meno di due settimane dall'addio ad Andrea Camilleri (scomparso il 17 luglio), un'altra perdita dunque per la grande famiglia del commissario Montalbano.

Sironi, 79 anni, aveva diretto i film tv basati sui romanzi del celebre scrittore siciliano fin dal 1999. La notizia della scomparsa del regista è stata confermata all'Ansa da Carlo Degli Esposti che con la sua Palomar produce da sempre la serie Montalbano. Sironi aveva scoperto di recente di essere malato, ma questo non gli aveva impedito di mettersi dietro la macchina da presa dei nuovi tre episodi della serie. Con il peggiorare delle sue condizioni era stato lo stesso Luca Zingaretti a prendere in mano la regia nell'ultimissimo periodo delle riprese di Montalbano.

L'ultimo ciak il 26 luglio scorso, annunciato proprio dall'attore con un post video molto commovente. Lombardo di Busto Arsizio (Varese), Sironi era molto legato alla Sicilia. La sua vita professionale era iniziata a Milano, dove si era formato alla scuola d'arte drammatica del Piccolo Teatro guidata da Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Fu in Rai, sul finire degli anni' 70, che passò dietro la cinepresa: iniziò a realizzare inchieste, sia in Italia che all'estero, occupandosi anche di sport. L'esordio nella fiction nel 1978, quando curò la sceneggiatura e la regia di due telefilm tratti dalla raccolta di racconti Il centodelitti di Scerbanenco, mentre tra il 1987 e il 1990 scrisse il soggetto della serie tv Eurocops dirigendone tre episodi. Nel 1995, per Rai1, filmò Il grande Fausto, la fiction biografica in due puntate dedicata al campione di ciclismo Coppi.

Poi lo sbarco nella famiglia del Commissario di Camilleri, quando all'inizio andava in onda ancora su Rai2, per poi passare su Rai1 grazie all'enorme successo di pubblico. Sironi si era regalato anche un breve cameo, nell'episodio omaggio a Marcello Perracchio, compianto interprete del dottor Pasquano: il regista entrava in scena con un vassoio di cannoli, dolce preferito del medico legale. Il set siciliano era stato riaperto lo scorso aprile quando il cast e la produzione avevano cominciato le riprese dei tre episodi che compongono la quattordicesima stagione del Commissario Montalbano e che verranno tramessi nel 2020 su Rai1. Il set era poi stato sospeso per lutto il giorno della morte di Andrea Camilleri, lo scorso 17 luglio a Roma (da qualche giorno aveva preso il comando della regia Luca Zingaretti, ma la gravità delle condizioni di Sironi non era ancora nota, si parlò allora di indisposizione). Per i tre nuovi episodi sono stati adattati sul piccolo schermo i seguenti racconti e romanzi di Camilleri: il primo film tv è tratto da 'La rete di protezione' (2017) e vede il commissario alle prese con il mondo dei social network, mentre Vigata è in subbuglio a causa dell'arrivo di una troupe svedese impegnata a girare una fiction ambientata negli anni '50. Il secondo si intitola 'Il metodo Catalanotti' ed è tratto dal romanzo uscito l'estate scorsa in cui Montalbano si trova a indagare all'interno di una compagnia teatrale amatoriale e, soprattutto, ha un incontro speciale che gli scatena una passione inaspettata. Infine c'è 'Salvo amato Livia mia', un mix di racconti il cui focus è la relazione tra Montalbano e la sua eterna fidanzata Livia.

L'addio dell'amico Zingaretti: 'È proprio un anno di merda!'

"Quante volte ci siamo mandati a quel paese, quante volte hai cucinato per noi, quante battaglie abbiamo condiviso, quante scene abbiamo riscritto, quante volte ci siamo detti ok, quante volte mi hai compreso, mi hai appoggiato, mi hai confortato, Quante volte hai minimizzato dove gli altri avrebbero ingigantito. Sei stato l'unico regista che quando davi motore cominciavi a raccontare le barzellette. Gli altri chiedevano il silenzio, tu raccontavi di Alberto Sordi". Luca Zingaretti affida al suo profilo Instagram - postando anche una foto che li ritrae insieme sulla spiaggia, mentre camminano in abiti primaverili - il suo commovente e sentito addio ad Alberto Sironi. "Quanti bicchieri di vino, quante chiacchierate - prosegue Zingaretti - quante confidenze. Quante volte abbiamo fatto fronte comune. E che sapienza! Tanta parte del successo tv dei nostri film è tuo. E non lo dico adesso che non ci sei più, l'ho sempre urlato. Non te lo hanno detto abbastanza, non te lo hanno riconosciuto abbastanza. Ma lo sapevano tutti". "Che sapienza, che cultura - prosegue l'attore - che simpatia, che leggerezza, che signorilità, che gentiluomo eri. Quante volte, se riconoscevi che avevo ragione, hai detto 'ok, la tua idea è migliore facciamo come dici tu' senza sentirti minimamente sminuito, perché avevi un animo grande. Perché ci stimavamo e ci volevamo bene. In poco tempo è la seconda volta che piango un complice di questa avventura - sottolinea ancora l'attore, alludendo alla scomparsa di Andrea Camilleri - che ci accomuna da tanto tempo. È penoso, è duro, è proprio un anno di merda! Addio amico mio!".

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