Ticino

GastroTicino: 'Dai Verdi attacco inqualificabile'

L'associazione dei ristoratori risponde all'attacco dei Verdi respingendo l'accusa di fomentare la categoria e rivendicando il proprio ruolo responsabile

18 febbraio 2021
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GastroTicino replica alle esternazioni dei Verdi del Ticino che accusano il presidente Massimo Suter di diffondere fake news e di fomentare la rabbia dei ristoratori affermando che non ci sono prove scientifiche che dimostrino la propagazione del virus all’interno dei ristoranti.

GastroTicino si dichiara "indignata" dai toni del comunicato, "non tanto perché è comodo sparare affermazioni lesive e al limite della diffamazione, credendosi forse in ciò protetti o autorizzati dal fatto che si è magari consigliere nazionale, ma soprattutto perché si dimostra ancora una volta quanto certa politica con i piedi al caldo, non conosca il paese reale e la situazione drammatica in cui versano gli imprenditori". L'associazione dei ristoratori accusa il partito ambientalista di sfruttare la visibilità del presidente Massimo Suter non avendo proprio argomenti validi. 

Quanto agli studi sul ruolo della ristorazione nella diffusione del virus, rammentando che altri dimostrano l'esatto contrario, Gastroticino, rivolgendosi ai Verdi, ritiene "azzardato ritenersi gli unici paladini della verità, quando non ci sono al momento evidenze scientifiche comprovate e assolute" accusandoli, in relazione all'intervento del membro della task force federale Roman Stocker nella trasmissione Patti Chiari, di utilizzare solo le frasi a loro convenienti.

Gastroticino respinge altresì l'accusa di “fomentare” la categoria, evidenziando come Suter, la stessa GastroTicino e GastroSuisse abbiano più volte invitato i ristoratori alla calma a più riprese sui media e con news-letter interne. A prova di ciò, riportano uno scritto del 5 gennaio 2021ai soci in cui si dichiarava che l'associazione "non scenderà in piazza ma chiederà ancora aiuti e risarcimenti soprattutto a fondo perso, rapidi e a favore di tutto il settore" e si lanciava, appunto, "un appello alla calma" e un invito ai soci "ad astenersi da azioni illegali, come blocchi stradali o aperture clandestine dei propri locali”. "Per cui si rimane convinti", prosegue il comunicato dei ristoratori, "che, fino a prova contraria, sia solo un dialogo costruttivo con le autorità a portare risultati e non manifestazioni plateali".

 "A questi nuovi paladini della verità" va avanti Gastroticino,  "è anche sfuggita l’attività quotidiana e incessante che già dal 20 gennaio del 2020 GastroSuisse e GastroTicino hanno portato avanti a favore dei soci, ottenendo tutta una serie di aiuti e condizioni quadro, che hanno permesso la sopravvivenza del settore". Ai Verdi, definiti "paladini delle verità scientifiche a tutti i costi", l'associazione ricorda che è stata essa stessa e la categoria "a invitare a riflettere sulla necessità di una chiusura durante la prima ondata". Un comportamento che Gastroticino definisce "responsabile" rivendicando i consensi dalla categoria e il fatto che "le autorità cantonali [...]hanno citato più volte l’importanza del ruolo e della collaborazione dell’associazione di categoria".

 "Stiano tranquilli i Verdi, che di energie ne abbiamo e ne avremo ancora tante e molte per difendere un settore che dà lavoro e tutela i propri collaboratori. Non occorrono i loro ricostituenti a base di insulti!" afferma il comunicato, attribuendo allo scritto dei Verdi la probabile intenzione di "tentare di minare la credibilità di chi sta dando tutto per garantire un futuro a ristorazione e albergheria". Gastroticino al riguardo si chiede anche se sia davvero la presa di posizione del partito o solo di taluni che si nascondono dietro il movimento. "Con quale scopo recondito? Affossare il nostro settore?" sono i dubbi dei ristoratori, che concludono invitando i Verdi a  stare "tranquilli": "poichè verranno sempre accolti con il sorriso e simpatia nei nostri locali, perché non appartiene alla nostra cultura proporre al pubblico attacchi gratuiti e quasi isterici", conclude Gastroticino, rivendicando il fatto che la categoria sia forte e unita,"responsabile e sensibile alla salute pubblica e non solo ai riflettori della cronaca".

 

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