Ticino

Costi della salute, 'Le risposte ci sono, la volontà politica no'

Intervista a Mister Prezzi. Sugli ospedali propone: 'Fuori politica e politici per evitare conflitti d'interesse'

Stefan Meierhans
28 ottobre 2019
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«I tecnici sanno cosa fare per contenere la spesa sanitaria, il problema è la volontà politica. C’è una grossa resistenza in Parlamento dove sono rappresentati i vari attori del settore sanitario. È davvero urgente intervenire, perché il sistema dell’assicurazione sociale rischia di colare a picco, azzerando il patto di solidarietà tra giovani e anziani».

A parlare è il Sorvegliante dei prezzi Stefan Meierhans, il suo ruolo è proteggere il consumatore quando la concorrenza non funziona. Era a Lugano per una conferenza sui costi della salute, ospite alla clinica Moncucco, ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda.

La fattura dei costi sanitari in Svizzera è di 82 milioni, di anno in anno i premi gravano sempre più sui bilanci familiari. Dall’introduzione della LaMal, nel 1996, l’aumento di costi e premi ha superato di 5 volte quello dei salari. Cifre esplosive che hanno spinto nel 2016 il consigliere federale Alain Berset a costituire un gruppo di 14 esperti, che lo scorso anno ha sfornato un pacchetto di 38 misure per frenare la crescita dei costi. Meierhans ne faceva parte.

Sul tavolo proposte che scardinano l’attuale sistema sanitario da più punti di vista. «C’è un grosso conflitto di interessi quando il Cantone è regolatore, pianificatore e allo stesso tempo proprietario degli ospedali» ci spiega Meierhans. E chi dovrebbe gestirli? «Non dico di privatizzarli, ma è importante separare gli interessi, togliere politica e politici dagli ospedali e affidarli ad enti completamente indipendenti, che seguano criteri economici e terapeutici. Si deve riflettere sull’opportunità di avere i ministri della sanità nei Consigli di amministrazione di Enti ospedalieri cantonali», dice.

‘Qui i farmaci troppo cari, perché non rimborsare quelli oltre frontiera?’

Per ridurre la fattura della sanità è decisivo fissare un obiettivo di contenimento dei costi. Per disincentivare la sovramedicalizzazione – un grosso problema dell’attuale sistema sanitario – si è pensato ad un sistema di tariffe flessibili. Quando un determinato intervento supera il volume medio previsto, si riduce il suo costo. Se ad esempio un istituto fa troppi interventi all’anca (rispetto a quanti pianificati) cala la remunerazione. Si vuole così evitare interventi inutili (ma utili per le casse) e privilegiare la qualità con criteri economici.

Sul fronte del contenimento dei costi Mister Prezzi ha poi parlato della revoca del principio di territorialità: «Perché non aprire i mercati e affrontare la concorrenza. I farmaci in Italia costano il 70% in meno e non vengono rimborsati dalla cassa malati. Si dovrebbe invece poterli acquistare oltre frontiera». Il costo dei generici in Svizzera – ha ricordato – è il doppio rispetto ad altri Paesi europei.

Introducendo un sistema di prezzo di riferimento per i farmaci con brevetto scaduto, si potrebbe risparmiare fino a 400 milioni di franchi.

Ma altre vie sono da esplorare: «Come dare la possibilità ai Cantoni di sperimentare nuovi modelli e provare nuovi metodi di gestione nell’ambito della salute. Se dovesse emergere una buona soluzione, andrebbe analizzata e magari implementata sul piano nazionale».

Ora la sfida per Meierhans «è scegliere quelle misure da realizzare subito, senza incontrare troppa resistenza». In concreto, il governo federale sta lavorando su due pacchetti: il primo (300-500 milioni di risparmio) deve passare presto in Parlamento, il secondo sarà pronto per fine 2020 e riguarderà una pianificazione vincolante della spesa.

Sulla ricetta ticinese di liberare le riserve in eccesso delle casse malati, Meierhans fa notare che «la soluzione porterà soldi una sola volta, mentre il sistema va ricostruito per garantire la solidarietà generazionale anche in futuro». Mentre sull’iniziativa ticinese per una maggiore trasparenza da parte delle casse malati c’è il pieno appoggio. «Più trasparenza è utile, tutti noi siamo obbligati a pagare i premi, abbiamo diritto alla trasparenza, non essendo rappresentati dentro le case malati, là dove si decide».

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