Ticino

Agna: 'Riorganizzare le Arp, basta tergiversare!'

Proposta di risoluzione dell'Associazione genitori non affidatari indirizzata all'Up del Gran Consiglio. 'Si ascolti la voce delle associazioni civili'

Pietro Vanetti, presidente Agna (Ti-Press)
6 marzo 2019
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"È tempo che le istituzioni per la protezione degli adulti e dei minori agiscano nel rispetto dei diritti dei cittadini, in particolare dei bambini". Si apre così la proposta di risoluzione dell'Associazione genitori non affidatari (Agna) indirizzata all'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio relativamente alla riorganizzazione dell'Autorità regionale di protezione (Arp). "Con la nostra proposta – recita lo scritto – desideriamo porre un termine, dicembre 2019-gennaio 2020, a che una riorganizzazione efficace ed efficiente delle Arp venga finalmente approvata e applicata".

'Una situazione inammissibile'

Agna cita l'approfondimento della 'Regione' del 28 febbraio 2019, in particolar modo "la voci di alcune associazioni civili (...) unanimi nel ritenere urgente e improrogabile un miglioramento delle prestazioni di queste importanti istituzioni, partendo dalla formazione e predisposizione dei loro funzionari, per arrivare a un modello operativo “moderno” che tenga conto delle novelle legislative entrate in vigore dal luglio 2014 in ambito di relazioni tra figli e genitori, a una uniformità nelle procedure e nelle decisioni, a un modus operandi condiviso con i servizi sociali chiamati a dar seguito alle decisioni, a un modus operandi condiviso con i servizi curatori nominati per dar seguito alle decisioni".

La situazione attuale, definita "inammissibile" impone soluzioni "urgenti e improrogabili" in quanto "le decisioni (o le non decisioni) delle ARP – prosegue il comunicato – incidono in modo importante nel quotidiano degli interessati, in particolare in quello dei bambini nelle cause di separazione o divorzio. Un tema che riguarda un terzo degli adulti e, loro malgrado, un terzo dei bambini". 

'Le associazioni civili mai'

Agna contesta l'assenza delle associazioni civili in ambito progettuale. I due progetti individuati sulla spinta del rapporto Affolter del 2008 (il M6611 del 28 febbraio 2012 e con il M7026 del 23 dicembre 2014) "sono stati elaborati da rappresentanti istituzionali, i quali si sono limitati ad ascoltare i rappresentanti dei Comuni sede delle Arp (ex Ctr). Le Associazioni Civili mai". Risultato: "Nel primo progetto (M6611) solo dopo insistenza da parte delle Associazioni Agna e Atfmr, il Gran Consiglio, ha votato anche gli emendamenti che imponevano una maggiore preparazione professionale dei Presidenti e dei membri delle nuove ARP. I Comuni, non essendo stati coinvolti nell’elaborazione degli emendamenti, li hanno contestati con il lancio di un referendum, ma il popolo non li ha seguiti, ritenendo gli argomenti di Agna/Atfmr a sostegno degli emendamenti, più importanti di quelli 'economici' dei Comuni".

Il non ascolto delle Associazioni Civili, per Agna, ha "vanificato le scelte del Parlamento approvate dal popolo, perché al momento di definire il regolamento di applicazione il CdS ha ascoltato solo i secondi, perché istituzionali. Si è così confusa la preparazione professionale con il tempo di lavoro dei presidenti; e ne sono così conseguiti maggiori costi e minore qualità del servizio". La sensazione è quella "di essere caduti dalla padella nella brace".

Anche il secondo progetto (M7026) presentato il 23 dicembre 2014 "è stato elaborato con le stesse modalità, ma questa volta le perplessità le ha incontrate già a livello commissionale, tant’è che dopo quasi 5 anni la speciale sottocommissione della legislazione non ha ancora presentato un rapporto, al contrario, ha richiesto l’approfondimento di una soluzione diversa di quella decisa dallo stesso parlamento quando ha adottato le modifiche di legge approvate con il M6611".

'Collaborare è accettare e condividere'

Agna continua dunque a chiedere "un incontro allo stesso tavolo di tutti i rappresentanti delle istituzioni politiche e esecutive e delle Associazioni Civili attive in ambito di protezione dei minori e della famiglia". Un incontro "chiesto a più riprese e che permetterebbe a tutte le parti di esporre e motivare le proprie aspettative e al tempo stesso ascoltare quelle delle altre". Questa è per Agna "l’unica via per riuscire ad elaborare un progetto di riorganizzazione delle autorità di protezione, efficace, efficiente e condiviso".

Agna e altre associazioni stanno già da tempo preparando un documento di lavoro specifico per un esercizio come quello auspicato. In particolare, proponendo di coinvolgere le specifiche associazioni in sottogruppi di lavoro, tematici, "perché sappiamo che i compiti delle Arp sono molteplici e se affrontati allo stesso tavolo da tutte le parti l’esercizio risulterebbe sicuramente troppo complesso". Questi sottogruppi, coadiuvati dalle associazioni civili più vicine al tema, "potranno portare le modalità migliori e soprattutto condivise ad un tavolo di coordinamento generale che potrà così produrre un rapporto e proposta operativa efficace".

 

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