Ticino

Recluta ticinese vessata, al via un'istruttoria preliminare

La giustizia militare vuole vederci chiaro. Il Dipartimento federale della difesa: l'esercito non tollera alcuna punizione corporale

(Ti-Press)
17 ottobre 2018
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La Giustizia militare ha avviato un'istruttoria preliminare per esaminare un filmato in cui alcuni militari lanciano oggetti su un collega. Lo ha confermato oggi a Keystone-Ats un suo portavoce, mentre il Dipartimento federale della difesa ha annunciato una visita del capo dell'esercito Philippe Rebord alla scuola reclute interessata.

Secondo un servizio televisivo andato in onda ieri sul "Quotidiano" della Rsi, che mostrava un video consegnato dal padre della vittima, il bersaglio era una recluta ticinese. Il ragazzo sarebbe stato colpito su ordine superiore da militi svizzerotedeschi con noci e sassi. Secondo il padre, non sarebbe l'unico caso di vessazioni subite dal figlio e da altre due reclute ticinesi della stessa unità.

Il caso, subito ripreso dai media ticinesi e nazionali, era già noto alla Giustizia militare prima che fosse reso pubblico dalla stampa, ha detto il portavoce. Attualmente si sta verificando se sussistono azioni punibili penalmente.

La scena che si vede nel video si è verificata il 14 settembre a Emmen (Lucerna) nella scuola reclute della Formazione d'addestramento della difesa contraerea 33 (FOA DCA 33), attualmente dislocata a S-chanf in Engadina (GR), ha confermato il portavoce. Nel corso delle prossime settimane dovrebbero essere fornite ulteriori informazioni al riguardo, ha aggiunto.

Oggi nella tarda mattinata c'è stata anche una reazione su Twitter del Dipartimento federale della difesa: "Maltrattamento di una recluta ticinese durante la scuola reclute della difesa contraerea 33 ad Emmen: l'esercito non tollera alcuna punizione corporale. Il capo dell'esercito rende visita alla scuola reclute interessata", scrive il Ddps. La visita è in programma domani.

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