Svizzera

Gragnola di sassi su una recluta. Il Sisa: 'Stop agli abusi in grigioverde'

Reazione alla vicenda del giovane ticinese e Emmen. Il Sindacato indipendente di studenti e apprendisti chiede che sia rafforzato il servizio civile

(Ti-Press)
17 ottobre 2018
|

Il Sindacato Indipendente degli studenti e apprendisti (Sisa) è venuto a conoscenza “con grande sconcerto degli eventi verificatisi durante la scuola reclute della difesa contraerea 33 ad Emmen”. E sulla questione lo stesso Sisa prende posizione: “Il 'plotone d’esecuzione' a base di sassi e noci non è stato infatti che il culmine di una lunga serie di angherie e umiliazioni di cui sono state vittima ben tre reclute ticinesi (ricordiamo che, secondo quanto riferito dal padre alla Rsi, il giovane sottoposto al 'plotone' improvvisato è stato anche costretto a rimanere sull’attenti in mutande di fronte al resto della propria camerata). Dopo i fatti di Coira dello scorso gennaio, quest’ultimo episodio non fa che confermare il carattere sistematico degli abusi commessi tra le fila dell’esercito: è ormai evidente come questi non siano dei banali casi isolati, bensì un fenomeno diffuso e tollerato dalle gerarchie militari”.

Il Sisa va oltre: “Benché vi siano delle leggi e delle regolamentazioni da seguire (che ad esempio vietano le punizioni corporali), in alcuni casi sottufficiali e ufficiali rossocrociati se ne infischiano altamente, disponendo come meglio credono delle reclute al proprio comando. Il clima di omertà e spesso di vero e proprio terrore che talora vige negli ambienti militari impedisce ai soldati vittime di abusi di denunciare l’accaduto per paura di ritorsioni: la testimonianza della recluta di Emmen ne è solo l’ultimo tragico esempio”. A questo proposito, il Sisa ricorda l’esistenza di un proprio sportello apposito, attivo nella consulenza alle reclute e contattabile ai numeri telefonici: 079 773 43 03, 079 374 68 80 o 079 839 50 32.

Infine, quando reclute elvetiche, e in particolare ticinesi, si trovano confrontate a casi simili "la risposta delle autorità è però completamente ridicola e fuori luogo: anziché facilitare l’accesso al servizio civile e garantire quindi alle reclute una valida alternativa al servizio militare, il Consiglio Federale propone invece di ostacolare ulteriormente la libera scelta di noi giovani! Oltre a ciò, non si vede l’ombra di alcun intervento strutturale che permetta di bandire dall’esercito i soprusi cui la cronaca ci ha ormai fin troppo abituato. Per noi la soluzione è chiara: rafforzamento e ampliamento dell’accesso al servizio civile, tolleranza zero per gli abusi in grigioverde”.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE